Doc Nelle tue Mani vince negli ascolti ma non convince: uno scempio etichettarlo come medical drama?

Ancora ottimi ascolti per Doc Nelle tue Mani ma i dubbi sull'etichetta del prodotto rimane, quali sono i promossi e i bocciati di questa puntata?


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Ci siamo lasciati alle spalle il secondo appuntamento con Doc Nelle tue Mani e non riusciamo ancora a capire se siamo stati noi a interpretare male le prime immagini o se è stato esagerato definire la serie come un medical drama. Il dibattito che si apre a questo punto potrebbe essere lungo e di certo molto complicato perché potrebbe chiamare addirittura in causa i famosi problemi di campanilismo (per chi ama o odia sopra ogni cosa le serie italiane) ma la domanda che ci siamo posti davanti alla première di Doc nelle Tue Mani resta: che cosa stiamo vedendo?

Alla base della serie c’è una storia intensa e forte, che ha fatto gola subito agli americani pronti a farne una versione tutta loro, ma proprio su quello che è successo a Piccioni, Andrea Fanti per gli spettatori della serie, si concentra la narrazione, e la parte medical? Dopo la visione della seconda puntata siamo sicuri di poter dire che possiamo dimenticarla. Nessuna corsa in sala operatoria, nessun intervento in stile maratona alla Grey’s Anatomy e nemmeno colpi di genio alla The Good Doctor sotto i fastidiosi neon, Doc Nelle tue Mani ci regala solo dramma, racconti di pazienti più o meno convincenti e il background di specializzandi e dottori che riversano in corsia e sui colleghi problemi e frustrazioni.

Ancora una volta il plauso del popolo dei social che segue la serie e la commenta in diretta va a Luca Argentero che continua a raccontare la drammatica storia del suo personaggio, il dolore di un uomo che non è riuscito a salvare suo figlio diventando lo stronzo, permetteteci il termine, che poi ha mandato all’aria la sua vita.

Andrea si è calato alla perfezione nel suo personaggio di “Dottor Empatia” arrivando a piangere per i suoi pazienti, mettendosi a nudo davanti a loro anche a suo rischio e pericolo e tutto per dimostrare che la diagnosi non è fatta solo di freddi numeri e di esami, ma anche di rivelazioni, osservazioni e di un rapporto stretto con chi ci si pone davanti.

Sullo sfondo rimane la sua drammatica storia personale ed è questo che ha assunto il comando della serie relegando la medicina a mera cornice di un quadro perfetto. La storia di Andrea poteva essere raccontata nel fienile di una cascina (come è successo ne La Strada di Casa con Alessio Boni) o nella bella Verona (con Vittoria Puccini in Mentre Ero Via) e il risultato non sarebbe cambiato né in termini di racconto e né in ascolti visto che il pubblico di Rai1 è ormai avvezzo a questo tipo di struttura narrativa.

Risultato? Ascolti clamorosi con 7.400.000 e 7.800.000 circa e uno share del 27,5%-29%.