Dall’INPS nessun taglio pensioni ad aprile ma il messaggio WhatsApp è virale

Altro messaggio virale in circolazione ma sempre falso: non accadrà nulla alle pensioni


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Ci sarà un taglio pensioni ad aprile a causa del perdurare dell’emergenza per il coronavirus? Nelle ultime ore, soprattutto su WhatsApp, una presunta comunicazione dell’INPS sta spopolando e purtroppo in molti casi viene ritenuta vera. Va chiarito dunque immediatamente che siamo al cospetto dell’ennesima bufala dall’inizio della diffusione del virus Covid-19 nel nostro paese, molto simile (nella sua natura) a quella che riguarda il blocco degli stipendi statali per i mesi di marzo e aprile.

La bufala del taglio pensioni ad aprile è ben costruita, a dire la verità. Il messaggio che riporta la falsa ma grave misura prevista per il coronavirus, viaggia su carta intestata dell’INPS, a firma del presidente Vincenzo Carioli, non presenta particolari errori di digitazione o di contenuto e forse proprio per questo motivo può trarre maggiormente in inganno. Ciò non toglie che siamo al cospetto di una notizia falsa e infondata, senza alcuna ombra di dubbio. Il tanto millantato taglio della retribuzione di aprile di ben il 50% non avverrà.

La nota che rimbalza sulle chat parla di taglio pensioni ad aprile come misura necessaria per trovare sufficienti risorse finanziarie per il coronavirus. Allo stesso tempo, poi, riporta di recupero della cifra non retribuita ad agosto. Anche questa seconda parte del documento non corrisponde a verità: non esistendo alcun rischio di vedere la propria pensione decurtata di una rilevante cifra il mese prossimo, non si riceverà alcun risarcimento neanche durante l’estate.

In questo periodo in cui il contagio da fake news è ai massimi storici per il nostro paese, è necessario evitare sempre la condivisione di notizie come quella appena esaminata. La diffusione massima di notizie allarmanti come questa rischierebbe solo di creare panico ingiustificato tra persone della popolazione particolarmente sensibili come gli anziani appunto. Siamo tutti responsabili della veicolazione di pericolose bufale.