Circa 600 app cancellate dal Play Store: Google non sente ragioni

Google ha fatto incetta di app dal Play Store: sono più di 600 quelle in ultimo rimosse

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Le app incluse nel Play Store sono milioni, pertanto non è facile il lavoro di setaccio svolto da Google per stanare quelle malevole, oppure in qualche modo contravvenenti al regolamento del marketplace. Come riportato da ‘buzzfeednews.com‘, c’è stato un nuovo caso di ban di recente per via della natura ‘disruptive‘ di queste applicazioni. La pietra dello scandalo è stata la pubblicità, troppo dirompente stando al giudizio del colosso di Mountain View. Le app rimosse dal Play Store sono all’incirca 600, di cui un buon 10% prodotte da Cheetah Mobile Inc., una società cinese sviluppatrice di applicazioni e giochi.

Di questa software-house Big G ha rimosso la bellezza di 45 app, un numero che dovrebbe farci riflettere parecchio. L’azienda si conferma ancora tra le più problematiche per il Play Store. In ogni caso, gli annunci inclusi non è detto fossero necessariamente tanti: sono state rimosse le app i cui spot interni sono stati ritenuti troppo invasivi per l’esperienza utente, tanto da minarne la fruibilità (come quelli che forzano gli user alla visualizzazione di un contenuto video prima che si possa compiere una qualsivoglia operazione, che sappiamo essere tante, probabilmente molte più delle 600 che sono state appena eliminate dal Play Store).

Il problema, tuttavia, sembra essere ancora tangibile: nonostante le continue scremature di Big G, gli sviluppatori malintenzionati sono diventati sempre più bravi nel diffondere e mascherare gli annunci disruptivi condannati dal colosso di Mountain View. L’occhio scrutatore di Google continuerà a fare il proprio lavoro minuzioso, anche se qualche app potrebbe sempre scappargli (in quel caso pensateci voi a disinstallare quel programma, di cui di sicuro esisterà una versione alternativa meno invasiva). Apprezziamo il lavoro di Google, invitando però anche gli utenti ad aprire bene gli occhi in futuro, in primis per il proprio bene.