Dati personali sugli smartphone Huawei trafugati da antivirus Avast? Urge chiarezza

C'è un reale rischio per i dispositivi del brand cinese? No ed ecco spiegato il perché

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L’ultimo scandalo relativo all’antivirus Avast ha a che vedere con gli smartphone Huawei e i dati personali di milioni di possessori di telefoni a questo marchio in tutto il mondo? A partire dalla giornata di ieri si è parlato molto delle implicazioni del caso Avast appunto sui dispositivi in questione, visto che proprio questi ultimi integrano (di base) una soluzione di protezione del brand incriminato. Il sito tedesco HuaweiBlog ha fatto chiarezza, non lasciando nulla al caso.

La torbida vicenda sulla collezione e vendita dei dati personali da parte di Avast ha questi connotati: attraverso dei plug-in installati sui browser protetti proprio dall’antivirus della nota società sarebbero stati raccolti preziosi informazioni sugli utenti. Queste riguardano la cronologia di navigazione, dunque le abitudini di connessione, di acquisto sugli e-commerce, di visualizzazione di contenuti vide (anche porno). La scoperta rappresenta dunque un grosso attentato contro la privacy degli utenti.

Come già accennato e pure risaputo da tanti possessori di smartphone Huawei, nell’app Optimizer per la funzione “Scansione virus” si sfrutta proprio il software di controllo Avast. Questo tipo di strumento mette dunque a repentaglio la privacy di tanti utilizzatori di dispositivi del brand cinese? Assolutamente no e il motivo è presto detto. Come raccontato, il furto di informazioni è avvenuto attraverso un plug-in utilizzato come estensione dei browser. La soluzione antivirus invece preinstallata sugli smartphone non ha nulla a che fare con questo tipo di sistema.

In pratica, nel caso di Huawei, all’interno dell’app Optimizer si utilizza il software Avast vero e proprio, mentre nel caso messo in luce dall’ultimo scandalo sulla privacy delle soluzioni integrate ad esse associate. Insomma, sena alcun timore, tutti i possessori di uno smartphone Huawei (ma anche Honor a questo punto) possono continuare ad utilizzare l’antivirus in questione senza il timore di essere controllati in alcun modo.