“La Scomparsa di Mia Madre” con Benedetta Barzini al Cinema Academy Astra

Alla proiezione interverrà la protagonista: Benedetta Barbini, mito della moda non solo per la bellezza e l’eleganza innata ma anche per il senso di libertà ed emancipazione


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“Da quando ho compiuto sette anni e mio padre mi ha regalato una telecamera e una macchina fotografica, scattare e filmare sono diventati una strategia per trattenere esperienze e persone amate, salvandole dallo scorrere del tempo. Ho cercato di fare lo stesso con mia madre”. Così scrive Benamino Barrese, autore e regista del film documentario “La scomparsa di mia madre” con Benedetta Barzini, che sarà proiettato Venerdì 10 gennaio 2020 alle ore 20.30 al Cinema Academy Astra nell’ambito della rassegna “AstraDoc – Viaggio nel Cinema del Reale”, curata da Arci Movie, Parallelo 41 Produzioni, Coinor e Università “Federico II” con il patrocinio del Comune di Napoli. 

Un evento unico in cui interverrà un mito della moda internazionale: Benedetta Barzini, prima top model italiana che, nella New York degli anni Sessanta, frequentava artisti del calibro di Andy Warhol, Salvador Dalí, Marcel Duchamp, Truman Capote. Considerata l’icona incontrastata di quel mondo non solo per la bellezza e l’eleganza innata ma anche per il senso di libertà ed emancipazione con il quale si è saputa sempre contraddistinguere. “Ho imparato a essere professionale (niente ritardi, niente lamenti, niente capricci) e ho accumulato esperienze – raccontava in una recente intervista a Maria Laura Giovagnini su Io Donna – su cui però la riflessione è arrivata più tardi, con la scoperta del femminismo, negli anni Settanta. All’epoca ero muta, non avevo voce. Però ero attenta a non cadere nelle trappole, quello sì”.Poi docente e scrittrice, Benedetta Barzini ha ripreso gli studi e si è specializzata nell’analisi del senso e significato dell’abito nel tempo. Ha insegnato Storia dell’abito, Antropologia della moda all’Università di Urbino, al Politecnico di Milano e alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Ha collaborato a diverse testate, fra cui “Vogue Italia” e “Amica”, ed è autrice di due libri. 

“La scomparsa di mia madre” mette in relazione il regista Beniamino Barrese con la decisione della Barzini di lasciare ogni cosa, di liberarsi della propria immagine e scomparire in luogo lontano e sconosciuto.  

Metterla di fronte ad un obiettivo non è mai stata un’impresa facile – scrive ancora Barrese– provavo una sorta di riverenza nei suoi confronti. Mi sembrava impossibile contenerla in un’immagine. Era troppo di tutto: troppo bella, troppo intelligente, troppo carismatica, troppo aggressiva, troppo forte, troppo profonda, troppo speciale. Nel tragitto del dialogo – a volte silenzioso, a volte esplicito – che si è instaurato tra noi su questi temi, la volontà di mia madre di “scomparire” è arrivata come una battuta finale, la boutade che scompagina tuttoChe cosa ti resta da fare quando tua madre ti dice di volersene andare per sempre? Decidere di fare questo film è stato il mio tentativo di trovare una risposta. Ho ricominciato a filmare mia mamma come facevo da bambino – continua Barrese – partendo dalle sue lezioni e guadagnando piano piano terreno, fino ad arrivare in quello spazio intimo in cui da sempre l’avevo conosciuta. L’ho fatto con e contro mia madre, sostenuto dalla fiducia che l’esposizione del nostro conflitto (personale ma anche politico) potesse essere un modo, per quanto paradossale, di celebrare quelle domande che non avevo mai smesso di pormi. Ora, alla fine di questo percorso, so di non essere riuscito, ancora una volta, a racchiudere mia madre in un’immagine capace di raccontarne l’autenticità: il valore per lei più importante tra tutti. Anzi, al contrario, ho capito finalmente che mia madre aveva ragione. Come lei spesso ripete, infatti, “ciò che veramente conta, è sempre invisibile. L’essenza delle cose ha a che fare con la nostra esperienza, e sta sempre al di là di quello che è possibile rappresentare”. 

Il film dopo la presentazione mondiale al Sundance Film Festival, ha girato in oltre 50 grandi festival di tutto il mondo, gli sono stati attribuiti numerosi premi fino ad essere candidato agli European Film Awards, gli Oscar Europei del cinema.

Alla serata interverranno anche l’attrice Iaia Forte, la giornalista e scrittrice Cristina Sivieri Tagliabuee il Presidente di UCCA Roberto Roversi. L’evento è realizzato in collaborazione con la rassegna nazionale “L’Italia che non si vede” a cura di UCCA (Unione Circoli Cinematografici Arci), una delle nove associazioni nazionali di cultura cinematografica, e con “Le contemporanee”, startup digitale al femminile che ha l’obiettivo di unire donne di generazioni diverse, di estrazioni culturali e sociali differenti attraverso un media civico online.