20 anni fa il tentato omicidio di George Harrison, aggredito da un uomo che vedeva i Beatles come demoni

Michael Abram disse di essere stato mandato da Dio


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Il 30 dicembre è tristemente ricordato come il giorno del tentato omicidio di George Harrison, che nel 1999 subì un vero e proprio agguato nella sua casa di Henley-on-Thames, nell’Oxfordshire, dove viveva con sua moglie e sua suocera.

Il suo aggressore era Michael Abram, un ragazzo di 33 anni ossessionato dai Beatles e dagli Oasis. Poche ore dopo l’episodio Repubblica riportava le dichiarazioni di sua madre Lynda: Michael era solito ascoltare musica a tutto volume dalle cuffie per mettere a tacere le voci nella sua testa. I Beatles e gli Oasis, infatti, sarebbero stati dei demoni. Michael, inoltre, era un ex tossicodipendente che da alcuni mesi aveva chiuso e con l’eroina e col metadone, ma che gli psichiatri – sempre secondo mamma Lynda – non erano stati in grado di aiutare.

Alle 3:30 circa del mattino del 30 dicembre 1999 un rumore assordante svegliò George Harrison, la moglie Olivia Trinidad Arias e la suocera dell’ex Beatles. Una statuetta aveva disintegrato la vetrata di una finestra del piano di sotto e il cantautore era sceso per capire cosa fosse successo. All’improvviso un uomo scattò fuori dal buio e gli corse incontro. A metà strada si fermò e gli disse: “In ginocchio! Sai cosa ti aspetta!”.

Era Michael Abram. Aveva eluso i controlli di sicurezza, aveva scavalcato il recinto e si era introdotto in casa di George Harrison con una spranga e un coltello. Non voleva rapinarlo, voleva ucciderlo.

Harrison tentò di calmarlo ma l’uomo era troppo fuori di sé per accettare un dialogo. Il musicista tentò di fuggire al piano di sopra, ma fu tallonato dall’aggressore e decise di affrontarlo per evitare che quella furia incontrollata si avventasse contro la moglie e la suocera. Proprio in quel momento arrivarono le coltellate sul petto che quasi uccisero l’ex Beatles.

Intervenne Olivia, che colpì Michael con un bastone riuscendo a disarmarlo, ma questi le saltò addosso e tentò di strangolarla con il cavo elettrico di una lampada. Olivia riuscì a divincolarsi e con quella stessa lampada lo colpì sulla testa, facendolo rovinare al suolo. George Harrison si rialzò e si avventò contro Michael, che però era ancora in forze e ingaggiò un’altra lotta contro l’ex Beatles.

In quel momento arrivò la polizia. Il Royal Berkshire Hospital di Reading fu la prima tappa, ma in seguito l’ex Beatles e la moglie furono trasportati all’ospedale di Harefield, a ovest di Londra, specializzato in medica toracica. George Harrison, infatti, aveva un polmone perforato a causa delle coltellate, ma non versava in gravi condizioni.

Michael Abram non fu condannato in quanto ritenuto infermo di mente: il procuratore raccontò che durante l’interrogatorio Michael riferì di essere stato mandato da Dio per uccidere George Harrison in quanto stregone e diavolo.

Il tentato omicidio di George Harrison, inoltre, fu spesso accostato all’agguato mortale che nel 1980 costò la vita a John Lennon: fanatismo, ossessione e disturbo mentale avevano mosso le mani assassine di Mark David Chapman e Michael Abram, quasi una maledizione per i Beatles che negli anni più intensi della loro carriera arrivarono a definirsi più famosi di Gesù Cristo.