Lo scioglimento dei Beatles? Non è stata colpa di Paul McCartney ma neanche di Yoko Ono. Fu John Lennon il primo a comunicare l’intenzione di lasciare la band, nel lontano 1969, anticipando il progetto solista di Paul McCartney che, effettivamente, vedeva la lue pochi giorni dopo l’annuncio ufficiale.
Paul McCartney torna a parlare dello scioglimento del gruppo, cinquantuno anni dopo la dolorosa separazione. Rilascia una nuova intervista nella trasmissione This Cultural Life, che sarà trasmessa il 23 ottobre su BBC Radio 4, e ribadisce la sua versione dei fatti.
Non è la prima volta che Paul McCartney si dichiara innocente: se i Beatles hanno smesso di far musica insieme non è colpa sua.
“Non sono stato io a provocare la rottura. È stato Johnny. I Beatles erano il mio gruppo, il mio lavoro, la mia vita, volevo che continuassimo”, le sue parole: è stato John Lennon ad annunciare il suo abbandono per primo.
Sono tante le motivazioni, presunte o reali, che si rincorrono sullo scioglimento dei Beatles. La versione ufficiale vede Paul lasciare il gruppo il 10 aprile del 1970 e poi pubblicare il suo primo album da solista qualche giorno dopo. Secondo un’altra versione, il matrimonio di John Lennon con Yoko Ono avrebbe minato gli equilibri interni.
Ora McCartney sostiene che la causa dell’addio dei Beatles alla musica fu il compagno di band Lennon che annunciò l’intenzione di non far più parte del gruppo il 20 settembre del 1969, diversi mesi prima del disco di Paul da solista.
“Per qualche mese abbiamo dovuto fingere. È stato strano perché sapevamo tutti che era la fine per noi, ma non potevamo semplicemente lasciare”, ha aggiunto. Di fatto, però, fu Paul McCartney a fare causa ai Beatles. Era il 31 dicembre del 1970 quando chiese legalmente la “dissoluzione” della band.
In precedenza si era opposto all’introduzione del nuovo manager, nella persona di Allen Klein, preferendo Lee Eastman, padre di Linda, sua moglie.