Al Teatro Eliseo di Roma arriva “La prima luna storta” di Giovanni B.Algieri alla scoperta della giovane letteratura italiana tra musica e parole.

Dopo essere stato per un periodo in Inghilterra, Giovanni ha deciso di tornare in Calabria per realizzare il suo progetto


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Questa intervista parla di Calabria, di Italia, di giovani che “esodano”. Una visuale del Paese che prende spunto dai blitz giudiziari del procuratore Gratteri e poi plana su cosa bisogna fare non solo per trattenere ma soprattutto per attrarre giovani italiani e no in uno dei posti più belli del mondo.

Ne parliamo con Giovanni B. Algieri che è tornato in Calabria per aprire una Casa di Produzione la Baluma Productions, nata dalla sua esperienza all’estero, dove lavorano oltre venti persone, tra dipendenti e collaboratori. Domenica 19 gennaio, alle 19.00, presenta il suo romanzo.

Algieri è regista, scrittore e produttore, 30 anni, nato a Corigliano Calabro, ha studiato a Perugia e Roma, si è poi trasferito per diversi anni nel Regno Unito specializzandosi in sceneggiatura presso la UAL – University of the arts of London.  Ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti per “Abiura” e “Senzamare”, i corti premiati al Barcelona Film Festival e al Los Angeles Film Awards. Ha pubblicato tre romanzi, tra cui l’ultimo “La prima Luna storta”, per le edizioni Alterego”. Dal 29 dicembre inizia il tour di presentazione del libro proprio da Corigliano Calabro e proseguirà in tutta Italia.

Vorrei partire dal sogno di Gratteri che dopo il maxblitz alla n’drangheta, ha detto: “Per me era importante avere una strategia, avviare una rivoluzione. Questo è quello che ho pensato il giorno del mio insediamento: smontare la Calabria come un trenino Lego e rimontarla pian piano». Ha invitato la società civile a farsi avanti. È la ricetta giusta?

“Io sinceramente non so quale sia la ricetta giusta per la Calabria. Di Gratteri mi fido perché ogni volta che lo ascolto, le sue parole mi fanno star male perché la verità fa male, e lui conosce la verità. Ma se la mia terra vuole allinearsi quantomeno alle altre regioni d’Italia, bisogna che tutti si facciano avanti, non possiamo lasciare ogni speranza nelle mani di Gratteri. Da solo non potrebbe mai farcela. Lui ha dato il “via”, adesso tocca alla gente rimboccarsi le maniche”.

A differenza di tanti giovani talenti in fuga dai propri Paesi, tu, pur facendo alcune esperienze all’estero, hai deciso di tornare a Corigliano Calabro, sicuramente in un contesto non proprio facile, e di investire in una impresa di produzione: la Baluma Productions. Cosa ti ha spinto?

 “Le difficoltà sono ovunque. Sono a Londra, a Milano, a Corigliano. La mia esperienza all’estero mi ha dato tutto ciò che mi serviva per vivere meglio a casa mia: mi ha dato termini di paragone, mi ha dato sfide enormi, mi ha fatto capire quanto sia importante uscire dalla propria comfort zone. Ma soprattutto mi ha aiutato a trovare la chiave narrativa che tuttora mi caratterizza, ovvero lo sguardo del “ragazzo di provincia” calato in situazioni metropolitane. C’è da dire, però, che la mia vita è sostanzialmente nomade. Ormai da tempo sono come sdoppiato: quando sono in Calabria mi sento un cittadino del mondo, quando sono in giro per il mondo mi sento un “ragazzo calabrese”, nei pregi e nei difetti. E’ una piccola metamorfosi naturale che mi serve a guardarmi attraverso un vetro”.

Per trattenere i giovani in Italia, cosa occorrerebbe? Quali consigli daresti ai tuoi coetanei?

“Secondo me non bisogna trattenere la gente. Lo ritengo concettualmente terribile. Più che “trattenere” i nostri, bisognerebbe “attrarre” gli altri. Lo scambio culturale è la base dell’umanità e, secondo me, l’unica medicina all’odio che sta impazzando. Ai miei coetanei non riuscirei a consigliare nulla, sinceramente. Ma ai più piccoli sentirei di dire: non credete mai a chi vi dice: “è impossibile”.

Ed è proprio dal Castello Ducale di Corigliano-Rossano, il 29 dicembre, inizia il tour di presentazione del tuo terzo romanzo “La prima luna storta”, e che proseguirà in tutta Italia. Nel tuo libro ci sono 10 brevi storie di personaggi, che colpiscono per la capacità descrittiva di  disegnare le vicende e le atmosfere quotidiane, familiari. Personaggi che vivono cose spiacevoli, immersi in problematiche, come la disoccupazione, la famiglia, il Natale, l’amore…

“Come ho specificato nei ringraziamenti finali, questi racconti sono la somma naturale di ciò che vedo e ciò che non riesco a fare a meno di immaginare. E sempre citando l’introduzione: “Quando la Luna è storta gli uomini possono fare solo due cose: arrendersi, o accettare la sfida. E, infatti, La prima luna storta è una collezione di racconti in cui i protagonisti sfidano le proprie lune che, alla fine, prevalgono quasi sempre sull’uomo. Questi personaggi, però, riescono in qualche modo a digerire i propri dispiaceri fino a tramutarli in vera e propria felicità. E’ questa la forza della luna: mettere l’uomo, di tanto in tanto, alla prova con se stesso, al fine di farlo brillare di luce propria.

“Una luna storta può capitare a tutti”, hai detto, Ma anche il tentativo di far sentire felici il lettori dopo aver letto cose spiacevoli”. E’ una sfida ambiziosa raggiungerla attraverso un romanzo?

E’ esattamente quello che è accaduto a me un paio di anni fa. Ho trovato la risposta ai miei dispiaceri sulla pagina di un libro. Allora mi son detto: “Se qualcuno ha aiutato me, mi sento in dovere di aiutare qualcuno. E così è nata la mia sfida letteraria: far sentire un lettore felice, dopo aver letto di dieci giornate storte. Ancora non ho avuto un “esito”, ma sono fiducioso”.

E’ un esperimento positivo..quasi terapeutico: “Quando c’è la luna storta bisogna accettare questa sfida, che va contro il buio perché prima o poi finirà..” Insomma è un pò affidarsi al destino?

“L’inverso. Se ci si affida al destino, allora si sceglie di brancolare nel buio della Luna Storta. Se ci si rimbocca le maniche e si accetta la sfida, in un attimo possiamo essere noi gli artefici del nostro destino. E Gratteri ne sa qualcosa…”