Videogiochi dei Pokémon, la cronostoria della serie

Ripercorriamo le tappe fondamentali dell'evoluzione del franchise curato da Game Freak, dagli esordi alle ultime uscite

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Quando si parla di videogiochi dei Pokémon si tocca un argomento parecchio articolato. D’altronde è pur vero che la storia del brand affonda le sue radici parecchio tempo fa. E con l’arrivo ormai più che imminente sulla scena videoludica di Pokémon Spada e Scudo, è quasi un vero e proprio obbligo morale andare a ripercorrere un po’ quella che è stata la cronologia del franchise partendo ovviamente dal principio.

Pokémon, una storia più che ventennale

Era il 1996 quando Game Freak, studio di sviluppo nipponico responsabile delle produzioni videoludiche della serie, pubblicò la prima indimenticabile coppia di titoli, rispettivamente Pokémon Rosso e Verde per Game Boy. Una sorta di esperimento quello del team giapponese, che già durante la seconda metà degli anni novanta vide il potenziale esprimibile dal comparto multigiocatore, che nella serie si concretizzava a suon di scambi di Pokémon catturati dai diversi allenatori.

Il 1998 segnò invece l’apparizione sugli scaffali dei negozi di tre nuovi videogiochi dei Pokémon, rispettivamente Rosso, Blu e Giallo. Con questi erano effettivamente esauriti i titoli dedicati ai cosiddetti “starter” – i Pokémon tra cui idealmente il protagonista della serie anime Ash poteva scegliere il proprio compagno d’avventure iniziale, scelta che poi dirottò nella serie animata sullo scintillante Pikachu – e di fatto anche il supporto esclusivo al Game Boy, con le nuove iterazioni, distanti soltanto un anno, che sarebbero state dedicate anche a Game Boy Color.

Nel 1999 fu infatti il momento del passaggio dal bianco e nero dei primi episodi ai colori di Pokémon Oro e Argento. Una svolta che ovviamente non ebbe effetti soltanto sulla trasposizione grafica dell’esperienza ludica ma anche sul gameplay, vista l’introduzione di cento nuove creature (la seconda generazione) con l’aggiunta di due nuove specie, rispettivamente Buio e Acciaio, unitamente a modifiche importanti alla mappa di gioco della regione di Kanto.

Prima di cedere il passo alla generezione di console portatili successiva, Game Boy Color fece in tempo a godersi un altro capitolo, Pokémon Cristallo (esclusiva questa volta, datata 2000), che per la prima volta permetteva di indossare i panni di un’allenatrice.

Primo salto generazionale

Con l’avvento dei capitoli dedicati a Game Boy Advance, si assiste a una sostanziale evoluzione per i videogiochi dei Pokémon. Con Pokémon Rubino e Zaffiro (2002) vengono introdotte nuove creature (la terza generazione, poi ripresa anche dagli altri due titoli che tratteremo tra qualche riga, ndr) oltre a dinamiche ludiche innovative. Le condizioni atmosferiche durante gli scontri, che hanno effetti anche sulla battaglia (le tempeste di sabbia ad esempio), e le battaglie doppie sono esempi lampanti di cosa Game Freak avesse in serbo per i propri fan, con i titoli che si evolvono quindi in maniera naturale e del tutto conforme alla voglia di nuove esperienze della community.

Fu poi il momento di Pokémon Rosso Fuoco e Verde Foglia (2004), titoli che richiamano un po’ i capostipiti della serie e che portano sugli schermi le tre generazioni di simpatiche bestiole che hanno fatto fino a quel momento la storia del franchise. A concludere il trittico di titoli per Game Boy Advance c’è Pokémon Smeraldo (2004), prodotto a sua volta importante sotto il profilo stilistico per l’introduzione delle animazioni durante le battaglie.

Secondo salto generazionale

Particolarmente ricco il parco videogiochi dei Pokémon legato al frangente di Nintendo DS. Si parte nel 2006 con Pokémon Diamante e Perla, che introduce le creature di quarta generazione oltre alla possibilità di sfruttare finalmente la rete per dar vita agli scambi con altri allenatori senza più necessità di munirsi di cavo e di amico nelle vicinanze. Nel 2008 fu la volta di Pokèmon Platino, gioco particolarmente apprezzato sebbene protagonista di un tristissimo record, vale a dire il numero di download illegali (le stime parlavano di ben due milioni di casi). Un record che ovviamente non ne ha frenato il successo, fatto di recensioni ultra positive e di un gradimento generale tra le fila della community dei fan.

Storia analoga anche per Pokémon Oro HeartGold e Argento SoulSilver (2009), che celebrano i capitoli originali elevando all’ennesima potenza la godibilità ludica con diverse implementazioni, non ultima la miglioria grafica che porta in video ambientazioni tridimensionali. A chiudere la rassegna dei videogiochi dei Pokèmon per Nintendo DS ci pensano poi prima Pokémon Bianco e Nero (2010) e poi i diretti sequel, Pokémon Bianco 2 e Nero 2 (2012). Ben 156 nuove creature accrescono il già foltissimo roster della serie, con la quinta generazione che si palesa in tutto il suo splendore e che hanno inevitabilmente spinto in alto le vendite, con i conteggi dell’inizio di quest’anno che fanno segnare oltre quindi milioni di copie piazzate.

Terzo salto generazionale

Il 2013 segno il passaggio dei videogiochi dei Pokémon su Nintendo 3DS con Pokémon X e Y. Un salto generazionale che vede l’utilizzo di grafica tridimensionale e CGI, oltre all’esordio della sesta generazione delle creature. Nel 2014 è il momento di guardare nostalgicamente al passato con Pokémon Rubino Omega e Zaffiro Alpha, remake delle produzioni pubblicate nel lontano 2002: tante piccole aggiunte e correzioni di rotta che rendono i giochi godibili anche per chi dodici anni prima non si era lasciato scappare l’occasione di dare libero sfogo alle proprie attitutidini di allenatore.

Nuovo giro e nuova introduzione con Pokémon Sole e Luna (2016), che introducono la settima generazione e aprono la strada a Pokémon UltraSole e UltraLuna (2017), canto del cigno effettivo del franchise su Nintendo 3DS.

Il franchise dei Pokémon si evolve

Quarto salto generazionale

L’avvento di Nintendo Switch sulla scena videoludica ha avuto importanti conseguenze sull’evoluzione dei videogiochi dei Pokémon, sebbene una grande premessa si debba farla in merito a Pokémon GO, applicazione per smartphone che ha riscosso un notevole successo sin dal giorno del suo lancio, nel luglio del 2016. Realtà aumentata e sistema di navigazione GPS trasformano praticamente tutti gli utenti in possesso di un dispositivo adeguato a supportare il gioco in aspiranti allenatori, pronto a catturare Pokémon in giro per il mondo reale. Un’esperienza che non ha sostanzialmente confini temporali, visto il continuo e costante supporto garantito dai ragazzi di Niantic che non smettono di foraggiare la loro creazione di nuovi stimolanti contenuti con costante frequenza.

Dicevamo che Pokémon GO era una premessa doverosa vista l’implementazione in Pokémon Let’s Go Pikachu ed Eevee di dinamiche ludiche che mutuano dal titolo per smartphone diversi elementi, il primo e più importante sicuramente quello legato alla cattura delle bestiole, ora molto più dinamica e interattiva. Anche gli incontri causali con i Pokémon nell’erba alta ora sono solto un ricordo, con le creature che sono state rese ben visibili e quindi incrociabili o evitabili a discrezione degli utenti.

Cosa riserverà dunque il futuro dei videogiochi di Pokémon? Impossibile dirlo prima di toccare con mano Pokémon Spada e Scudo. Meglio quindi mettersi comodi e attendere pazientemente il prossimo 15 novembre, giorno prefissato per l’uscita del gioco su Nintendo Switch.

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