Pesanti accuse per Fortnite: è un videogioco che crea volutamente dipendenza?

Uno studio legale canadese è pronto ad una class action contro Epic Games, accusata di aver realizzato un gioco che crea volutamente dipendenza negli utenti più giovani

Fortnite e dipendenza da videogiochi

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Fortnite e la sua Battaglia Reale sono ormai sulla cresta dell’onda da un paio d’anni. Da quando gli sviluppatori di Epic Games hanno deciso di stravolgere il loro shooter costruttivo con una modalità da scaricare gratuitamente su un po’ tutte le piattaforme – Mac, PC, PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Swith e dispositivi mobile iOS e Android -, che schiera in campo fino a cento giocatori in contemporanea su una grande isola. Obiettivo è quello di sopravvivere il più a lungo possibile, cercando di strappare la vittoria.

Il sistema messo a punto dai ragazzi di Epic riprende quello di altri illustri rivali – primo fra tutti PlayerUnknown’s Battlegrounds – , perfezionando il tutto con una sfrenata corsa al collezionismo, tra skin e oggetti cosmetici assortiti. Un aspetto, questo, che assieme alle peculiari meccaniche di gioco ha scatenato una consistente polemica in territorio canadese, pronta a sfociare in una azione legale. Uno studio legale del Canada sta infatti mettendo a punto una class action contro la software house americana, focalizzata per l’appunto su Fortnite Battle Royalenel frattempo in aria di Stagione 11. Secondo l’accusa, lo sparatutto multiplayer sarebbe stato realizzato con l’obiettivo di creare volutamente dipendenza.

Queste le dure parole di Alessandra Esposito Chartrand, avvocato di Calex Legal che sta portando avanti la causa:

Epic Games, quando ha creato Fortnite, per anni e anni, ha assunto psicologi in modo da scavare nel cervello umano. Si sono concentrati sulla creazione di un gioco che fosse quanto più possibile in grado di creare dipendenza, indirizzandolo verso un pubblico giovane.

In particolare, l’accusa punta sulla mancanza di informazione fornita dalla compagnia di sviluppo sui presunti rischi che si corrono giocando a Fortnite, focalizzati sulla dipendenza che creerebbe il videogame. Soprattutto per il pubblico di gamer più giovani e meno smaliziati. Il contenzioso legale si basa allora su un precedente del 2015 che, sempre in Canada, ha visto la corte suprema del Quebec condannare le compagnie del tabacco per non aver informato a dovere i consumatori sui rischi legati ai propri prodotti. Facendo leva anche sulle testimonianze di alcuni genitori di figli “rovinati” dal Battle Royale made in USA.

Voi cosa ne pensate di queste accuse? Secondo voi sono legittime? Parliamone nei commenti più sotto o nella grande community su Facebook dedicata la gioco, Fortnite Italia Group.