OM incontra The Minis, gli enfants terribles del rock italiano (intervista)

Senza Paura è il titolo del loro primo album: i The Minis sono un trio di età compresa tra i 14 e i 16 anni che hanno già tanto da dire! Li abbiamo incontrati!

the minis intervista

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Il 6 settembre è uscito l’album Senza Paura, 10 brani a tutto rock per gli enfants terribles del rock italiano: The Minis è la band composta nel 2015 da tre ragazzi di età compresa tra i 14 e i 16 anni. Julian Loggia è al baso e alla voce, Zak Loggia è alla chitarra e ai cori e Mattia Fratucelli suona la batteria.

Il gruppo nasce da una intuizione di Alex Loggia, ideatore del progetto e papà dei due giovani Loggia.

Le loro fonti di ispirazione artistica sono le band internazionali più apprezzate, dai Rolling Stones ai The Who. Eseguono brani inediti e cover e ne condividono i video su YouTube attirando l’attenzione di fan e addetti ai lavori. Da lì a poco danno vita all’attività live condividendo il palco con artisti come Subsonica, Caparezza, Baustelle, Linea 77 e molti altri.

Il Fiato Sul Collo è il primo singolo del 2018, il secondo è Sale Nel Caffè (pubblicato a luglio 2019), anticipazione del disco Senza Paura.

Li abbiamo incontrati!

Perché avete scelto Senza Paura come titolo dell’album?
Ci siamo ispirati alla canzone Senza Paura, contenuta nell’album ed è un modo per dire che non abbiamo paura di far uscire questo disco anche se siamo piccoli e ci dobbiamo confrontare con artisti che hanno molta più esperienza di noi.

La canzone Senza Paura, invece, tratta un altro argomento…
Senza Paura parla del rapporto tra ragazzo e ragazza. C’è una coppia in cui il ragazzo fa il gradasso mentre la ragazza è senza paura perché è lei che comanda.

In Come Un Satellite parlate dei disastri ambientali, quale è stata la vostra ispirazione?
Come Un Satellite parla della Luna, il satellite della Terra. La Luna guarda la Terra disprezzandola e vede l’uomo che fa disastri in continuazione. Ci siamo immaginati la Luna dire: “Voi umani non meritate di vivere su questo pianeta”. Noi che siamo nati negli anni 2000 abbiamo ereditato un pianeta pieno di disastri che altri hanno fatto prima della nostra nascita e nel nostro piccolo volevamo denunciare questo.

Nell’album c’è Greta, una presenza molto particolare… Chi è la Greta della canzone?
Abbiamo tratto ispirazione da una storia reale, da episodi che abbiamo vissuto da vicino involontariamente. Parla di una nostra amica che era solita farsi del male; abbiamo provato a starle vicino e a dirle che se avesse avuto problemi avrebbe potuto parlarne con noi. Abbiamo deciso di farci una canzone nella speranza di aiutare altri ragazzi. Greta ci piace vederla come un inno che invita a risolvere questi problemi.

E Greta cosa ne pensa della canzone?
L’abbiamo vista ieri e ha detto che il pezzo le piace e che l’ha aiutata.

Il vostro primo singolo si intitola Il Fiato Sul Collo, chi è che vi sta con il fiato sul collo?
I nostri genitori!
(Parla Zak): Primo anno di superiori mia mamma mi diceva: “Zak studia, non stare tutto il giorno fuori”; io le rispondevo: “No, no, non starmi addosso”. Poi mi hanno bocciato e quindi alla fine ho capito che aveva ragione però durante l’anno questa canzone è stata un urlo liberatorio. Non doveva starmi con il fiato sul collo. Però aveva ragione.

Glielo hai detto alla fine che aveva ragione?
Sì, purtroppo ho dovuto riconoscerglielo.

In classe, i vostri compagni di scuola, come hanno preso l’inizio del vostro percorso artistico?
Ci seguono e ci supportano sempre, ci ascoltano, hanno comprato l’album e vengono ai concerti. Sono felici per noi.

Impegni scolastici permettendo, avete in programma concerti?
Stiamo programmando date per l’autunno, che troverete sui nostri canali social!