Alle 17:30 di oggi, 23 settembre, Grazia Di Michele presenta Sante Bambole Puttane al Napoli Expò Art Polis 2019, un incontro totalmente gratuito durante il quale la cantautrice romana espone nell’esclusiva cornice partenopea la sua nuova fatica discografica e il suo nuovo romanzo, Apollonia (Castelvecchi Editore), nello spazio del Salotto Napoli Con… per la nuova tappa del tour.
Sante Bambole Puttane raccoglie 10 tracce che sono 10 nomi per 10 storie, e Apollonia è proprio una delle donne di cui Grazia Di Michele racconta nelle sue nuove canzoni. Dal sessismo al patriarcato che ancora attanagliano il sedicente ovest civilizzato in un 2019 che subisce ancora i miasmi di mentalità arcaiche.
Grazia Di Michele presenta Sante Bambole Puttane con la moderazione della giornalista Carla Miro e della Curatrice del N.E.A. POLIS Daniela Wollmann. Il disco esce a un anno di distanza da Folli Voli ed è distribuito da Incipit Records/Egea Music. La cantautrice si esibirà anche in uno showcase durante il quale eseguirà alcuni estratti dall’album. La nuova opera discografica è stata scritta insieme alla sorella Joanna, che nel tour promozionale del libro e del disco sarà presente insieme all’attrice Maria Rosaria Omaggio.
La cantautrice romana descrive il suo ultimo lavoro con queste parole: “Donne che attraversano il mondo come ombre cui è negato ogni diritto di esistere davvero“, e di piccole storie di violenza, intolleranza, rivalsa e resilienza è pieno il mondo. Grazia Di Michele propone il suo rosario di piccole grandi storie come una serie di proiezioni eseguite con il linguaggio del pop cantautorale, con soluzioni acustiche ricercate e liriche schiette, scritte dalla sorella Joanna e portate alla vita dalla voce che diventa il megafono tra la folla, il fiore che fende il cemento dell’oppressione sociale.
Grazia Di Michele presenta Sante Bambole Puttane al Napoli Expò Art Polis 2019 nei giorni di Carola Rackete, degli insulti sessisti contro una politica fuori forma (qual è, poi, questa forma?) e contro una libertà di pensiero che sui social si confonde con un’arbitrarietà dell’insulto.