Bono degli U2 riunisce un team di artisti di strada per una campagna di sensibilizzazione contro l’AIDS

20 opere tra murales e installazioni compariranno in diverse città del mondo, da Londra a Parigi


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La lotta di Bono degli U2 per la sensibilizzazione contro l’AIDS è cosa nota, tant’è che il frontman della band irlandese è anche fondatore dell’associazione benefica Red con iniziative a livello globale. Tuttavia, il cantautore sostiene che dall’esplosione dell’AIDS ad oggi sono stati fatti tanti progressi, ma non ancora sufficienti al punto di abbassare la guardia e non parlare più di emergenza.

Per questo Vox ha riunito 17 artisti di strada ai quali ha commissionato dipinti murali per continuare a sensibilizzare sul tema, in varie città del mondo e in luoghi specifici: Londra, New York, Washington, Berlino, Parigi e Lione. Tra gli artisti coinvolti sarà presente anche Shepard Fairey, che ha firmato la storica immagine Hope per l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

Bono degli U2 ha spiegato la sua scelta in una nota:

Gli artisti di strada hanno tenuto alta l’attenzione sul problema della lotta all’AIDS da quando l’HIV ha fatto la sua prima comparsa, dalle strade di New York nel 1980. Sono stati fatti dei progressi, ma non è abbastanza. Ancora troppe donne portano questo peso, e ogni settimana almeno 6000 di esse scoprono di essere infette. Preferisco parlare ancora di emergenza.

La sua iniziativa, inoltre, nasce a ridosso della Global Fund Replenishment Conference che ogni 3 anni si occupa di raccogliere fondi per la lotta contro l’AIDS, contro la tubercolosi e contro la malaria. La campagna di Bono Vox si chiama Paint (Red) Save Lives e dal sito ufficiale si apprende che nelle prossime tre settimane vedranno la luce 20 murales e installazioni nelle città scelte per la lotta, e sarà anche possibile partecipare all’iniziativa con artwork digitali dal proprio smartphone, come alcune maschere Snapchat.

Bono degli U2, in questo modo, sceglie di continuare a parlare dell’AIDS come un fatto attuale e sempre preoccupante, con numeri ancora troppo alti per non parlare più di emergenza.