La storia dei videogiochi di calcio è stata sempre in dinamico divenire. La sfida tra FIFA 20 e PES 2020, esponenti di quelle che nel corso degli anni si sono rivelate essere vere e proprie predatrici per quanto riguarda il genere, è solo il frutto di un’evoluzione tecnologica che affonda le proprie radici indietro nel tempo.
La fine degli anni ’80 è stata senza dubbio il momento dell’esplosione per quanto concerne il fenomeno del calcio digitale, con i videogiochi di calcio che hanno cominciato ad affacciarsi in maniera prepotente all’interno del panorama videoludico. Basti pensare a Kick Off (1989) che nonostante i pochi mezzi a disposizione all’epoca riusciva già a gratificare i suoi utenti con una fisica del pallone più che soddisfacente non restando incollato ai pedi dei calciatori (uno standard in quei frangenti).
Solo pochi anni dopo fu invece il turno di Sensible Soccer (1992), un titolo che fu in sostanza un vero e proprio pioniere nell’ambito dei videogiochi di calcio. Con Sensibile Soccer fu importata nell’ambito ludico la differenziazione tra i vari atleti su schermo, ognuno dei quai era dotato di proprie skill specifiche che ovviamente andavano valutate con attenzione nel frangente della composizione della squadra e nello schieramento in campo.
I ruggenti anni ’90 significarono per i calciofili di tutto il mondo l’arrivo sulla scena di quelle che ad oggi sono le uniche superstiti per quanto riguarda i videogiochi di calcio duri e puri, FIFA e PES. Su quest’ultima c’è però da fare un grande appunto, dal momento che il nome con cui il grande pubblico fece conoscenza non era di certo questo. Siamo sempre in tema di sigle, dal momento che in origine il calcio di Konami era identificato con ISS Pro, International Superstar Soccer Pro, le cui evoluzioni (nomenclative) hanno portato poi a quello che ad oggi tutti chiamiamo Pro Evolution Soccer.
Particolarmente amata anche dal pubblico nostrano (in grado di procurarsene una copia grazie al mercato online) è stata la controparte nipponica, Winning Eleven, il cui gameplay risultava pad alla mano diverso in termini di fluidità, il tutto appannaggio della costruzione della manovra che diveniva così senza eccessive complicazioni altamente spettacolare.
L’ascesa in termini di popolarità di PES subì un lento declino a partire dal 2006, anno dell’arrivo sugli scaffali di PES 6 per PS2, Xbox 360, PSP, PC e Nintendo DS. Il successivo passaggio alle console di nuova generazione (PS3 all’epoca) non fu particolarmente agevole, e consentì a FIFA di effettuare un poderoso balzo in avanti nei cuori dei fan dei videogiochi di calcio. Un balzo che le ha permesso in sostanza di dominare incontrastata fino a oggi – anche e soprattutto grazie alla competitività della modalità Ultimate Team – e per ora a tempo indeterminato.
L’inizio degli anni duemila vide tra le altre cose anche un tentativo d’inserimento in quella che già all’epoca poteva essere considerata una faida videoludica tra FIFA e PES. Dal ’99 al 2004 Sony provò a dire la sua con This is Football (World Tour Soccer per il mercato statunitense), riscuotendo sfortunatamente ben poco successo. Le carte per riuscire nell’impresa c’erano tutte, visto il gameplay assolutamente gradevole e il database finemente curato, ma scardinare due pezzi da novanta del calibro dei titoli di Electronic Arts e Konami dai cuori dei fan era impresa a dir poco disperata.
Abbandonando l’ambito dei videogiochi di calcio duri e puri, impossibile non citare un genere che ha fatto la storia concentrandosi però sui dietro le quinte. Stiamo parlando dei vari gestionali, di cui Football Manager si è fatto nel corso degli anni fiero portabandiera. I videogiocatori più stagionati non possono non ricordare però con grande affetto Championship Manager (per i fan italici il nome era Scudetto), una serie che ha cavalcato ben due decenni prima di svanire sostanzialmente nel nulla, complice anche l’ascesa inesorabile di Football Manager.
Anche in questo caso una piccola parentesi è obbligatoria, vista la presenza per numerosi anni di una variante ai vari Championship Manager e Football Manager. Stiamo parlando di PC Calcio, una serie rimasta nei cuori degli appassionati che permetteva di vestire in toto i panni di un presidente/allenatore, gestendo quindi non solo allenamenti e messa in campo della squadra ma anche lo stadio, il prezzo dei biglietti e il vario merchandise in vendita.
Chiaramente l’evoluzione dei terminali a disposizione degli utenti ha portato anche i videogiochi di calcio a cambiare forma, con le nuove proposte che ovviamente non potevano non invadere anche il mercato degli smartphone. Esempi lampanti in questo caso arrivano da Score! Hero e New Star Soccer, entrambi prodotti che permettono di impersonare il proprio alter ego digitale nella scalata al successo. Partendo da piccole compagini, bisognerà ritagliarsi il giusto spazio e crescere progressivamente per rendersi appetibili ai top club e ambire quindi ai maggiori palcoscenici mondiali, per divenire delle vere e proprie Football Star. Il gameplay in questo caso è sostanzialmente essenziale, dal momento che il gioco permetterà di interagire solo in frangenti specifici con colpi di testa, passaggi e tiri che potranno migliorare o peggiorare la reputazione del giocatore.
Per chi non può rinunciare al multigiocatore nemmeno nei videogiochi di calcio per smartphone, il consiglio è di dirottare su Football Strike. Qui la sfida sarà ai calci di rigore con un altro utente collegato, con il tempismo che avrà ripercussioni più che cruciali sull’esito delle sfide.
Un panorama assolutamente vasto quello dei videogiochi di calcio, che non mancherà di arricchirsi con il passare degli anni.
Qual è il vostro titolo preferito? Quello che magari ricordate con più nostalgia? Diteci la vostra nei commenti.