I Sick N’ Beautiful, la voce potente di Herma e il Rock duro della band sono gli alieni che volevamo

Guardate i loro video e lasciatevi rapire dall'energia extraterrestre di Herma, una che farebbe paura al più maschilista dei discografici


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Viviamo un periodo  piuttosto singolare.

No, detto così potrebbe anche sembrare che ci sia qualcosa di bello, nascosto da qualche parte, come la morale nei finali di quasi tutte le favole.

Ci riprovo.

Viviamo proprio in un periodo di merda. Uno si guarda intorno e vede prevalentemente situazioni che dovrebbero spingere chiunque sia dotato non dico di un senso etico particolarmente sviluppato, ma anche del minimo sindacale per quel che concerne il buonsenso, a coprirsi di vergogna e, possibilmente a fermarsi e correre ai ripari. Non bastasse, infatti, quello che da troppo tempo stiamo facendo al pianeta che ci ospita, ora ci siamo accaniti in maniera cinica e spietata anche nei confronti di coloro che su questa Terra se la passano peggio di noi, in una sorta di guerra tra poveri che avvantaggia solo chi sta in alto, al riparo da colpi mortali e anche dagli schizzi di sangue.

In questo contesto apocalittico, non credo di dire niente di particolarmente originale, mi è capitato spesso di chiedermi cosa dovrebbe mai pensare del genere umano un ipotetico alieno capitato casualmente, o meno, a passare da queste parti.

Niente di particolarmente originale perché oltre sessant’anni fa già un grande come Ennio Flaiano aveva ipotizzato l’arrivo di un alieno, un marziano nello specifico, eravamo nell’epoca dei sogni spaziali, con la Luna ancora assai distante dall’essere conquistata, figuriamoci Marte, a Roma. Lo ha fatto, Flaiano, in un racconto che si intitolava esattamente Un Marziano a Roma, uscito nel 1954 nell’antologia di racconti fantastici intitolata Mondi, e poi da quel racconto ha tratto prima una piece teatrale e poi una serie tv. Essendo Flaiano Flaiano, quindi non un semplice uomo della strada, ma uno dei più brillanti intellettuali italiani del dopoguerra, non si è limitato a raccontarci le reazioni del marziano di fronte al mondo, più nello specifico a Roma, ma ha concentrato particolarmente lo sguardo sulle reazioni del mondo, più nello specifico dei romani, verso il marziano. Quindi ci ha raccontato la meraviglia iniziale, mista a paura, lo stupore che si fa curiosità, la familiarità, la routine, il fastidio misto a noia, la meschinità che si fa odio, violenza, l’addio al pianeta Terra.

Ora, proviamo a partire da Flaiano, e a ipotizzare un marziano in Italia oggi. Un marziano inteso come alieno, ci siamo capiti. Cosa potrebbe mai pensare nei confronti di quanto si troverebbe sotto gli occhi, sempre che un marziano abbia gli occhi e non sia, per dire, un essere sprovvisto di quelle sembianze con cui, genericamente, pensiamo agli alieni, poveri illusi che non siamo altro?

Come potrebbe prendere, per dire, il fatto che non passa giorno che non ci sia chi è incaricato di guidarci lì a gridare in maniera sciatta, volgare, a scatenare, più che altro, gli istinti di chi già si trova in difficoltà contro chi, a suo dire, sarebbe pronto a sottrarre anche il poco che si ha, gli ultimi. Una scena, magari gli alieni, i marziani prima di sbarcare sul pianeta Terra si sono fatti una mangiata di film e telefilm, per cercare di studiarci prima del grande incontro, che sembra tratta pari pari da quel film neanche troppo vecchio, V For Vendetta, in cui il capo supremo urla e strepita esattamente come succede in Italia, e lo fa cercando di tenere sotto il popolo con la paura di un attacco batteriologico, esattamente come qui si fa con la paura degli stranieri, dei migranti, dei diversi. Il film non finiva benissimo, per il potente di turno, sanno bene gli alieni, ma un film è un film, questa è la realtà.

Sicuramente un alieno, un marziano, proverebbe disagio, anche perché anche lui, esattamente come quelli che invece che arrivare a bordo di astronavi usano barconi e altri mezzi molto spartani, è ospite da queste parti, diverso da chi queste parti abita da più tempo, anche se meno di quanto si potrebbe pensare, insomma, è un alieno, un marziano. Sicuramente il suo istinto, se non fosse di quegli alieni bellicosi che si vedono in certi film fantascientifici o si leggono in certi romanzi, specie di quelli scritti prima dell’ondata cyberpunk, sarebbe quello di scappare a gambe levate, a meno che, proprio come quegli alieni sbarcati con barconi e mezzi molto spartani, non si trovasse in impossibilità di farlo, bloccato su questa terra desolata chiamata Italia, in attesa di un futuro migliore.

In realtà, e veniamo come al solito al vero argomento di questo articolo, che arriva così, a articolo già abbondantemente iniziato, marziani in giro per Roma ce ne sono davvero. O meglio, alieni. E di loro vorrei parlarvi. Anche perché in genere da queste parti non mi occupo tanto di faccende sociali quanto di musica.

Gli alieni in questione, infatti, suonano e suonano di brutto.

Andiamo con ordine.

È il 2015, anno terrestre, quando un’astronave proveniente da LV-426 Acheron, al largo Alpha Centauri, precipita sul pianeta terra, e va in avaria.
L’equipaggio non riesce ad aggiustarla, perché l’astronave in questione, BFS9000, ormai è piuttosto attempata, proprio come molte delle navi e dei barconi di cui sopra.

L’equipaggio della nave, gli alieni, è gente che fa del rock’n’roll, anche piuttosto duro. Decide quindi di mettersi a suonare, con l’idea di mettere da parte abbastanza soldi per comprarsi i pezzi di ricambio e poter ripartire, raggiungere la propria terra natia, il proprio pianeta.

Questa a volerla vedere in maniera romantica.

In realtà Herma e soci, Herma è il nome della cantante del gruppo, una aliena da capogiro, con una voce portentosa, mix riuscito tra Katy Perry e Joan Jett, in realtà Herma e soci, e per soci si intende Lobo, alla chitarra ritmica, REVC-2, chitarra solista, Big Daddy Ray, bassista e capitano di lungo corso e Evey, batterista nata da spore radioattive, sono degli invasori. Fossimo negli anni Cinquanta, quelli in cui Kunt è sbaracato nella Roma di Flaiano diremmo degli invasori dallo spazio. Gente pericolosa, che non solo fa hard rock e lo fa meglio di tanti italiani, anzi, mi sento di poter dire senza tema di smentita meglio di tutti gli italiani, ma ha anche il recondito scopo di conquistare il resto del pianeta, padroni a casa nostra.

Di questo fatto, cioè del loro essere migliori di tanti rockettari nostrani, magari non se ne sono ancora accorti in molti, nonostante in questi anni abbiano pubblicato due lavori di pregevole fattura, il primo, Hell Over Hell, uscito sempre nel 2015, e il secondo, Element of Sex, nel 2018, ancora più a fuoco, saranno stati gli anni trascorsi nel nostro pianeta, sarà che nel mentre lei, Herma, la leader della band, ha maturato consapevolezza e solidificato quel sex appeal che già era piuttosto evidente al primo video messo sul tubo.

I Sick N’ Beautiful, band aliena di hard rock che nel mentre ha visto l’avvicendarsi alla chitarra ritmica tra Lobo e Nemes the Renegade, vivessimo in un periodo diverso da questo, in una paese diverso da questo, non necessariamente migliore, eh, ma diverso, sarebbero delle star conclamate. Gente da prima serata sul primo canale nazionale tv. Perché sono una band quadrata, che fa musica come la musica andrebbe fatta, suonandola, innanzitutto, ma solo dopo averla composta con perizia e talento, tenendo a mente i classici del genere, quindi, ma dando a quei classici una lettura personale. Molto hard rock, quindi, ma anche tanto pop. Si potrebbe tirare in ballo la dicitura AOR, non fosse che da noi la conoscono solo i riccardoni e soprattutto non fosse che stiamo parlando non solo di una band che suona come potrebbe suonare qualcuno chiamato a condividere il palco con, che so?, gli Aerosmith, i Tool, una delle tante incarnazioni di Mike Patton, quindi qualcosa di assai più variegato dell’AOR. Il tutto, lo ripeto nel caso non si fosse capito, col valore aggiunto di una frontwoman, non so come si dice frontman declinato in alienese, di levatura internazionale. Non solo per voce e capacità di usarla, non solo per phisique du role, anche questo importante, direi, ma per la genialità che infonde in tutto quel che riguarda i costumi, i video, le scenografie, le bizzarrie che riguarda tutto il mondo dei Sick N’ Beautiful. Vedetevi i loro video, adesso per un attimo smetto di fare il matto che parla di marziani, e provate a pensare che tutto quello che vedete non è frutto di una mega produzione americana, di qualcuno che fa film a Hollywood, che so?, di un Rob Zombie, ma il frutto dell’artigianato e la genialità di Herma, che nella vita di tutti i giorni si chiama Greta e che di lavoro, oltre che essere Herma, lavora negli effetti speciali, appunto. Non fosse bastato questo racconto di alieni invasori, sappiate che Greta ha soli venticinque anni, e già è capace di fare quello che potete ascoltare e vedere. Roba da far cagare sotto il più maschilista dei discografici.

Sick N’ Beautiful, quindi.

Hell Over Hell.

Element of Sex.

Due album importanti, quelli della band in questione, che meriterebbero più attenzione.

Un terzo in via di lavorazione, con una nuova mentalità, ci tengono a farci sapere. Se infatti fino a questo momento sono stati degli alieni amichevoli, sempre pronti a confrontarsi, a seguire le nostre regole, da oggi la faccenda cambia. Avete paura dei diversi, li guardate come chi vi vuole rubare il pianeta da sotto i piedi? Bene, così sarà. Da adesso in poi ogni forma di sopruso, di atto di bullismo verso i deboli, i diversi, darà vita a una reazione ancora più potente.

Ecco, in attesa di queste nuove canzoni di nuovi video, di nuove strampalate e geniali idee che li accompagneranno, direi che la musica metallica e calda al tempo stesso dei Sick N’ Beautiful e la voce potente di Herma sono la perfetta colonna sonora per questo periodo piuttosto particolare.

Anzi, la prossima volta che guardando a un fatto di cronaca di quelli brutti che ci stringono lo stomaco ogni giorno dentro di voi direte “alieni invadeteci” pensate a Herma e soci, sono già tra noi pronti a farlo.