Gli zombie di Dying Light 2 tornano a mordere: tutte le novità del sequel

Techland e Chris Avellone ci trascinano in una moderna epoca oscura

Anteprima Dying Light 2

INTERAZIONI: 60

Quando Dying Light 2 è stato annunciato per la prima volta, tutti gli appassionati di ambientazioni post apocalittiche e putridi non morti hanno inevitabilmente sussultato. Non solo perché il primo capitolo rappresenta ancora oggi uno dei migliori zombie game disponibili sul mercato, ma anche perché gli sviluppatori polacchi di Techland promettono di elevare al quadrato quanto di buono ci ha fatto innamorare dell’avventura surival primigenia, mettendo sul piatto quella che è stata definita a più riprese come una “moderna epoca oscura”. La formula originale rimane invariata nelle sue basi, ma è possibile notare già come il comparto grafico abbia subito un miglioramento incredibile, con sequenze dall’alto tasso di adrenalina e spettacolarità. I vecchi elementi sono poi stati naturalmente smussati e levigati per rendere il tutto più agile ed aggraziato, mentre la sceneggiatura sarà oggetto di un boost sensibile grazie alla penna di Chris Avellone, creativo a cui si deve Badur’s Gate 2, KOTOR II e Fallout New Vegas – solo per citarne alcuni -, ed ex volto di spicco di Obsidian.

In Dying Light 2, le cui ambientazioni paiono quelle di una città europea dilaniata dall’epidemia, sono passati quindici anni dal contagio, con la razza umana costretta a trovare un nuovo equilibrio, per un concetto di civiltà giocoforza diverso rispetto al passato. Prenderemo il controllo di Aiden Caldwell, un infetto che lotta in prima persona contro il virus e le sue conseguenze. E allo stesso tempo chiamato a combattere non solo i famelici “mangiacervelli” ma anche i clan rivali, ognuno con le proprie usanze e uno specifico culto a pennellarne il comportamento. Nelle sequenze viste sul palco dell’E3 2019, l’improvvisato eroe schiavo dell’antidoto è coinvolto proprio in una lotta tra clan, nella disperata impresa di convincere “il Colonnello“, capo di una fazione opposta, a collaborare per risolvere una situazione potenzialmente catastrofica – le riserve d’acqua della città sono quasi esaurite! Durante la storia potremo compiere determinate scelte narrative: nel gameplay della fiera losangelina, ad esempio, Aiden potava decidere se restare accanto ad un compagno ferito o continuare a combattere. L’intreccio narrativo ne subirà inevitabilmente le dirette – o indirette – conseguenze.

Torna, con Dying Light 2, quell’amore per il parkour già esplicitato dal primo capitolo dell’ormai serie. Una formula sicuramente inossidabile, ma che il team di sviluppo ha saputo raffinare, arricchendo l’esperienza di animazioni più credibili, tantissimi elementi dello scenario con cui interagire e molti più interni attraversabili . Non mancano neppure delle superfici dinamiche. Immaginate di essere in fuga da alcuni zombie e di essere costretti ad attraversare una fragile tavola di legno. Ebbene, questa potrebbe improvvisamente rompersi e lasciarvi cadere rovinosamente proprio in una tana di affamatissimi non morti. La scelta pare insomma essere il punto cardine di questa seconda incarnazione di Dying Light, sia per quanto riguarda l’approccio alle missioni che quello alla storia, potendo per l’appunto scegliere come comportarci nelle situazioni più critiche e come fronteggiare i nostri avversari, grazie ad un arsenale ben nutrito tra gadget – un utilissimo rampino, ad esempio! – e bocche da fuoco.

Tutti elementi appena accennati di un puzzle che si farà più chiaro nei prossimi mesi, senza dubbio, quando Techland deciderà di mostrare più aspetti della sua ultima creatura poligonale. Da quello che sappiamo, comunque, in Dying Light 2 potremo esplorare sette diversi distretti della città liberamente attraversabili senza alcun caricamento ad interrompere il ritmo dell’azione, e ampliarli – ancora con le nostre scelte! – con aree che saranno interamente facoltative. Questo, a detta dei programmatori, garantirà elevata varietà di situazioni, con pure i nemici a cambiare grazie all’introduzione di razze opzionali, adattatesi alla mutevole – e dinamica – morfologia della mappa.

In conclusione, da Dying Light 2 è lecito aspettarsi un videogame zombesco in cui la struttura sandbox e le famose scelte la faranno da padrone, capaci di impattare sulla progressione della campagna e su uno storytelling gradevolmente intricato e non lineare. Su fronte giocabilità, poi, la possibilità di giocare il tutto in co-op in compagnia di un amico rende l’hype ancora più incandescente. E i nostri polpastrelli impazienti di stringere il pad!