The Handmaid’s Tale 3×04 scalda il cuore con i suoi toccanti messaggi di speranza e solidarietà femminile (recensione)

Questa settimana ritroviamo sprazzi dell'antico orrore di Gilead, ma il ricongiungimento familiare di Emily e l'imminente alleanza fra June e Serena segnano una svolta.

June in The Handmaid's Tale 3x04

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Non c’è mai nulla di semplice a Gilead, ma The Handmaid’s Tale 3×04 rivela come talvolta anche nel regime totalitario della più inquietante serie distopica ci sia spazio per un briciolo di speranza.

Dopo un avvio di stagione carico di promesse, l’episodio di questa settimana scorre con una certa lentezza. Molti degli eventi ruotano attorno al parallelismo fra i sacramenti cattolici liberi e le cerimonie religiose di Gilead. Entrambi condividono un’evidente solennità, con la differenza che le seconde sono cariche di un ordine e una fermezza tipici del mondo militare più rigoroso.

Mai come stavolta gli ordini e le classi si mescolano pur rimanendo entità perfettamente separate. Le ancelle in rosso, le marta in tortora, le mogli in verde sfilano, sostano, circolano come se seguissero una coreografia marchiata a fuoco nella loro memoria da secoli.

Con le sue cerimonie, dunque, The Handmaid’s Tale 3×04 ci riporta alle origini di Gilead. La celebrazione delle nascite diventa così una rivendicazione dell’efficacia delle misure pro-natalità adottate all’insediamento del regime. Grazie all’ordine delle ancelle, è il messaggio sottinteso, la crisi di fertilità delle donne occidentali è acqua passata.

I minuti scorrono con lentezza, ma lo stato meditativo dell’episodio ci aiuta ad assecondare i pensieri di June e della sua voce fuori campo. Chi può essere convertito alla ribellione interna a Gilead? Offmatthew, che ha già dato alla luce tre bambini? Serena, sconvolta dalla perdita di Nichole? Fred, aperto a una rivoluzione nel suo matrimonio pur di riavere la moglie? Oppure, zia Lydia, ancora orribilmente crudele eppure compassionevole per alcuni brevi istanti?

Il cambiamento generale degli equilibri in questa nuova stagione della serie non sembra tuttavia investire il personaggio di Janine. Anche in The Handmaid’s Tale 3×04 la giovane mostra tutte le sfaccettature di una personalità che più e più volte l’ha messa nei guai.

Persino il pensiero gentile di portare un tè a zia Lydia non ha in sé alcun secondo fine. Janine è semplicemente questo, una ragazza genuina, entusiasta, sempre pronta a esprimere la sua gratitudine. Il gesto del tè a zia Lydia è proprio questo: un ringraziamento per averla salvata da morte certa nelle Colonie.

Questa stessa disinvoltura ingenua e incurante la spinge pochi istanti dopo a travalicare la linea invisibile tra ancelle e mogli dei comandanti. Il solo fatto di aver intravisto la figlia Angela in braccio ai Putnam la convince ad avvicinarsi per guardarla meglio e complimentarsi con loro per essere degli ottimi genitori. La signora Putnam, di certo pensando di agire secondo il volere di Dio, le permette persino di tenere la piccola in braccio per alcuni istanti.

In questo momento qualcosa scatta nella mente di zia Lydia. Furiosa per la violazione dell’etichetta, inizia a picchiare Janine fino all’intervento di June e delle guardie, che dopo qualche istante portano via la ragazza. Le motivazioni della donna sono facilmente intuibili: è disperata per aver il controllo e vuole provare a mantenere il pugno di ferro in qualsiasi modo.

I comandanti e le loro mogli, tuttavia, non reagiscono come ci si aspetterebbe. Per quanto nessuno di loro faccia nulla per fermarla, lo sguardo che rivolgono a zia Lydia oscilla tra l’incredulità e lo sdegno.

Difficile stabilire cosa stiano pensando esattamente in quel momento, però. Saranno forse infastiditi dal fatto di aver dovuto assistere in prima persona a una scena del genere? Penseranno che picchiare un’ancella per un semplice commento sia eccessivo? Oppure saranno colpiti dall’efficacia dell’intervento di June, che con un semplice no è riuscita a fermare zia Lydia?

Quest’ultima possibilità potrebbe essere la più verosimile. In fin dei conti ciò che emerge da The Handmaid’s Tale 3×04 è proprio la forza acquisita da June dopo aver lasciato la casa dei Waterford. Pare che bastasse non essere più Offred per arrivare ad avere un rapporto da pari con i due. Ciascuno a modo proprio, essi mostrano oa di aver bisogno di lei, delle sue strategie, della sua capacità di mediazione.

Chiaro che June provi ad aiutarli e al contempo perorare la sua causa. La strategia è subito chiara: proverà a convincere Serena a tornare con Fred se lui concederà alla moglie maggior libertà e margine di manovra. Serena, a sua volta, dovrà sfruttare la propria posizione di vantaggio e l’influenza sulle altre donne di Gilead per favorire la resistenza. Il mio potere arriva fino a un certo limite, obietta Serena. Allora tu spostalo un po’ più in là, risponde June in tono di sfida.

L’immagine delle due ai bordi di un’elegante piscina in casa dei Putnam, con Serena che offre in silenzio una sigaretta a June, è semplice e diretta, eppure potentissima. Non siamo più davanti alla moglie del comandante Waterford e alla sua ancella, ma a due donne sulla stessa lunghezza d’onda, quasi pronte a suggellare una tanto attesa alleanza.

L’ideale connessione emotiva fra le due rimane viva anche nelle scene successive, e in particolare sul finire della cerimonia in casa dei Putnam. Qui le guardie mostrano ai Waterford un filmato delle proteste antiregime a Chicago e in alcuni fotogrammi emerge chiaramente la figura della piccola Nichole: sta bene, è in salvo fra le braccia di Luke. June e Serena piangono, ma è difficile intuire se sia per entrambe un pianto di sollievo o meno.

In Canada la situazione è altrettanto carica di emotività. Alexis Bledel è una Emily perfetta: una donna esile e spaurita, carica di traumi, paure e incertezze, che filtrano all’esterno da uno sguardo inquieto e gesti calcolati, tutti estremamente significativi del suo stato emotivo.

Il ricongiungimento con la moglie Sylvia è carico di imbarazzo e vicinanza perduta, mentre l’incontro col figlio Oliver è al contempo tenero e straziante. I timori di Emily svaniscono davanti alle sue foto sparse nella camera del piccolo e si sciolgono nelle lacrime di una storia di dinosauri letta sul bordo del suo lettino.

Tra sprazzi di antico orrore e alcune astute mosse strategiche, The Handmaid’s Tale 3×04 ci offre dunque un barlume di speranza nello sviluppo della dolorosa, dolce storia di Emily.

Se con un’eventuale alleanza tra June e Serena Gilead rischia di diventare un po’ meno stuzzicante nella sua perversione, la possibilità di esplorare la vita fuori dal regime riempie il futuro della serie di splendide possibilità.

In attesa del prossimo episodio, godiamoci il promo di The Handmaid’s Tale 3×05.