Google aiuta Huawei dopo il ban, paura del suo sistema operativo?

L'esperienza software del produttore cinese potrebbe fare le scarpe ad Android? Big G corre ai ripari

Huawei Mate 30 Lite

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Google tende la mano a Huawei dopo il ban USA voluto dal presidente Trump ma solo all’apparenza la mossa potrebbe sembrare inusuale. Da parte di Mountain Views si è deciso di prendere una posizione sulla questione delle mancate licenze software al produttore cinese e la cosa non deve stupire. La strategia potrebbe sottintendere un tornaconto personale? Certo che si.

Come comunica la fonte Huawei Central, proprio Google starebbe cercando di farsi sentire presso l’amministrazione USA con le sue posizioni: il ban ai danni di Huawei, a suo avviso, rischia di mettere in ginocchio molte aziende americana (di certo avere impatti negativi anche sulla sua), oltre che mettere in pericolo la sicurezza nazionale.

Qual è la motivazione di Google a difesa di Huawei? Il sistema operativo proprietario del brand cinese in prima battuta sarebbe di certo poco sviluppato e magari anche difficile da “digerire” per i più ma a lungo termine le cose cambierebbero. L’adozione di un OS terzo, oltre Android e iOS, potrebbe essere pericoloso proprio perché su quest’ultimo non ci sarebbe alcuna “controllo” statunitense o comunque del mondo occidentale.

La motivazione ufficiale di Google è quella appena riportata ma ne possiamo sottintendere una seconda più che mai ovvia. Big G ha paura che il sistema operativo Huawei, dopo la diffidenza e anche le più che probabili difficoltà iniziali, prenderà più che mai piede. Ciò significherebbe perdere fondamentali quote di mercato, quelle dei tanti clienti dell’attuale secondo produttore mondiale di smartphone al mondo.

L’intervento di Google a favore di Huawei dunque non è affatto disinteressato ma potrebbe fare breccia presso Trump per la posizione dominante del colosso Big G. Un’eventuale conseguenza positiva alla presa di posizione di Mountain View potrebbe non giungere immediatamente. La vicenda di Huawei e del ban inferto dal Governo americano è destinata a concludersi non tanto velocemente.