Recensione X-Men: Dark Phoenix, quando il potere è donna (e funziona)

Sophie Turner protagonista assoluta di X-Men: Dark Phoenix, ultimo capitolo della saga dedicata ai mutanti, più dark e più femminista.


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Siamo sempre noi donne a salvare gli uomini. Perché non cambiare nome in X-Women“. La frase ad effetto, pronunciata in una delle scene iniziale di X-Men: Dark Phoenix, vuole certamente dirci qualcosa. Come sta accadendo al franchise degli Avengers (quest’anno è uscito il primo standalone su un’eroina, Captain Marvel, il prossimo sarà il solo movie su Vedova Nera), anche i mutanti della Marvel si evolvono. Le figure femminili, trainate dall’empowerment che sta scuotendo Hollywood, predominano l’intero film.

Jean Grey (interpretata da Sophie Turner, reduce dalla fine de Il Trono di Spade) è un’eroina cresciuta, ma ancora inconsapevole del suo potere. Quando durante una missione di salvataggio nello spazio, la ragazza viene colpita da una misteriosa forza cosmica e perde quasi la vita. Tornata sulla Terra, i poteri di Jean iniziano a risvegliarsi; il processo è però lento, e il film ne risente a livello narrativo: l’azione ingrana a fatica, e si ha la sensazione di non arrivare mai al dunque.

Accettare se stessi e convivere con il proprio essere, sono sempre state queste le tematiche fulcro della saga dei mutanti, che giunge alla conclusione con X-Men: Dark Phoenix. Un quarto capitolo dai toni più maturi, drammatici e dark, ben lontani da quelli spensierati di First Class, inaugurato nel 2011 con il nuovo franchise.

Le stesse tematiche continuano ad essere promosse da Charles Xavier (interpretato ancora dal volto stanco di James McAvoy), l’anima complessa degli X-Men, ancora alla disperata ricerca di comprensione da parte degli uomini, anche a costo di mentire alle persone a cui tiene di più. Se ne accorge Raven/Mistica (Jennifer Lawrence), che in X-Men: Dark Phoenix funge da collante alla squadra dei mutanti. L’amicizia tra la mutante blu e Jean Grey costituisce la prima parte della pellicola, volta a sottolineare la solidarietà al femminile.

L’empowerment diventa per Jean il momento in cui prende coscienza dei suoi poteri ed come una fenice, risorge dalle sue ceneri. Ed ecco che finalmente X-Men: Dark Pheonix prende il volo, sviscerando all’interno delle personalità dei mutanti che riscoprono il senso di appartenenza e di famiglia. Raven, l’abbiamo già detto, è colei che tiene uniti tutti, e riesce a far ritrovare anche due vecchi amici/nemici come Charles ed Erik/Magneto (Michael Fassbender).

Jessica Chastain è nel ruolo inedito di un affascinante alieno che assume sembianze umane: bionda, algida e spietata, il suo personaggio si intreccia con quello di Jean da cui ne deriverà un conflitto finale. Lo scontro, generalmente lasciato ai supereroi uomini, ora è tutto tra donne. E funziona.

L’ultima parte di X-Men: Dark Phoenix è rilegata al classico action movie e perde quel fascino iniziale. Sebbene il film diretto da Simon Kinberg, produttore e sceneggiatore della trilogia, qui al debutto come regista, segni la fine di un franchise, in realtà lascia aperta una porta futura.

Con l’acquisizione della 20th Century Fox da parte della Disney, il futuro degli X-Men potrebbe essere al fianco degli Avengers, esattamente come accade nei fumetti Marvel?

X-Men: Dark Phoenix è nei cinema italiani dal 6 giugno.