“Stonewall: The Temple”, la mostra che ricorda i moti di protesta che avevano dato il via alla rivoluzione LGBTQ

Un’occasione non solo per ricordare la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia ma anche per incontrare alcuni protagonisti di spicco della comunità LGBT americana.

Stonewall: The Temple

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Per i cinquant’anni di lotte per i diritti civili, Napoli ricorda i moti di protesta di Stonewall che, nel 1969, avevano dato il via alla rivoluzione LGBTQ (Lesbian, Gay, Bisexsual,Transgender, Queer). Lo fa sia attraverso il reportage di una mostra fotografica “Stonewall: The Temple” di Vito Fusco – che sarà inaugurata venerdì 17 maggio, alle ore 17, negli spazi della casina Pompeiana in Villa Comunale – sia con la presentazione di un libro catalogo. Un’occasione non solo per ricordare la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia ma anche per incontrare due protagonisti di spicco della comunità LGBT americana: Kurt Kelly, proprietario del leggendario Stonewall Inn Pub di New York, tempio e locale storico in cui tutto ebbe inizio, e Tree Sequoia, veterano dei Moti di Stonewall, bartender del pub e vera e propria memoria storica di quel 28 giugno 1969. “Cosa successe allo Stonewall Inn Pub di NYC 50 anni fa? Fu davvero il tacco di Sylvia Rivera a dare inizio ai Moti di Stonewall? Quale eredità di valori e sentimenti riceviamo oggi dai fatti di quella notte del giugno del ‘69?” Le risposte a queste e ad altre domande – precisa Claudio Finelli, scrittore e promotore della rassegna Poetè – dalla voce e dalla testimonianza diretta di chi, quei Moti, li ha vissuti davvero!

La mostra, che è stata possibile grazie alla consolidata sinergia tra il Comitato Arcigay Antinoo partenopeo e il Consolato Generale degli Stati Uniti a Napoli, nasce per rinnovare il vincolo di amicizia e solidarietà tra due culture da sempre vocate alla promozione dei principi democratici e dei diritti, primo fra tutti il diritto alla felicità.

Vito Fusco è un fotografo ed attento esploratore di luoghi inediti, di volti e storie. Con i suoi scatti incisivi e netti restituisce appieno le testimonianze e i racconti dei suoi viaggi attraverso le immagini. Fusco, classe 1980, nasce a Positano, luogo dell’anima, dove la suggestione dei paesaggi, dei contrasti di luce abbaglia ed esalta. E’ il fotografo ufficiale del Positano Teatro Festival Premio Annibale Ruccello dove è presente tutte le sere, prima e durante gli spettacoli, amato dagli artisti per i suoi memorabili scatti di scena.

Momento chiave della sua formazione è stato l’incontro con uno dei maestri norvegesi della fotografia, Morten Krogvold, e della sua compagna di vita Tarand. Successivamente, Vito Fusco ha seguito seminari e workshop per dedicarsi alla “scrittura con la luce”. Con il web designer Antonio Casola ha creato l’agenzia di comunicazione visiva Arkimedia lab. Le sue opere, esposte in diverse mostre, sono state pubblicate anche sul National Geographic Italiano e su El Pais. Nel 2010 ha vinto il concorso indetto dalla Nikon.

Il catalogo “Stonewall: The Temple” è un reportage di 32 immagini scattate da Fusco nello storico locale omosessuale di New York durante la settimana del Gay Pride del 2016, alcune delle quali hanno ricevuto anche importanti riconoscimenti. Inoltre nel corso del 2017, l’autore è stato ospite in varie città italiane durante il R-Evolution Tour organizzato appunto da FIOF.
Si tratta di un excursus fotografico  di istantanee che raccontano la storia delle lotte e delle proteste del mondo LGBTQ dagli anni ’60 ad oggi. Un lavoro e una testimonianza significativa e determinante perchè arriva all’osservatore senza filtri, in modo diretto e incisivo.

“E’ un progetto fotografico nato per caso”, racconta Fusco. “Al mio arrivo a New York il 17 giugno 2016, infatti, nemmeno sapevo dell’esistenza dello Stonewall Inn, nè tantomeno dei moti di protesta che, nel 1969, avevano dato il via alla rivoluzione LGBTQ (Lesbian, Gay, Bisexsual,Transgender, Queer). Pensavo che il Gay Pride fosse una parata “gaia” che gli omosessuali avevano inventato per ricordare al mondo che esistono, e non una marcia commemorativa per sottolineare quell’evento. Tutto questo lavoro quindi è nato per caso, per curiosità, una curiosità che desidero condividere”.
Lo Stonewall Inn di NYC è considerato un vero e proprio tempio per il mondo LGBTQ e il reportage storico fotografico si arricchisce principalmente dei ritratti delle persone incontrate nel bar. Ritratti che, sempre secondo l’autore, sono la chiave del lavoro: “Le persone fotografate appartengono a diversi generi sessuali, spesso non chiaramente identificabili dalle foto – scrive il fotografo – e questo è uno dei punti fondamentali: la differenza di genere è e deve essere del tutto irrilevante. Nelle foto ci sono esseri umani! Partendo da questo punto, ci si potrà immergere nelle immagini e riflettere su un argomento che è molto discusso, ma spesso affrontato superficialmente”.

Nella prefazione al libro, Amnesty International sottolinea di aver concesso il patrocinio al lavoro fotografico di Vito Fusco per la seguente motivazione: “per la capacità che hanno le sue immagini di rappresentare, in un posto ‘speciale’ la bellezza di un’umanità piena di sfaccettature ma omogenea nei diritti”.

La mostra è realizzata con il patrocinio morale del Comune di Napoli – Assessorato alla Cultura, dell’Università Federico II di Napoli, del Centro Sinapsi, della Fondazione GIC, di Poetè, del FIOF, e con il supporto del Grand Hotel Parker’s di Napoli.

Il libro, edito in italiano e in inglese, è stampato in 500 copie, di cui 100 in edizione limitata, e con una riproduzione 14×14 cm di una delle foto del libro.

http://www.vitofusco.com/web/book-stonewall/