Si chiama Exodu il virus Android di fine marzo: le prime app ufficialmente coinvolte

Spuntano alcune app trapelate in Rete nell'ambito di questa nuova minaccia per utenti Android

Virus Android

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Anche oggi 31 marzo tocca parlare di un virus Android, legato al download di circa 20 applicazioni che a quanto pare sono già state rimosse dal Play Store secondo i primi dettagli raccolti questa domenica. Occorre però un approfondimento, in quanto rispetto ai soliti articoli di questo tipo riportati all’interno del nostro magazine (l’ultimo in ordine di tempo risale a poche settimane fa), abbiamo diversi aspetti che possono fare la differenza per chi ci legge quotidianamente. Al netto del fatto che si registrino solo 1000 download totali per le app coinvolte.

Secondo quanto accertato da bufale.net, il virus Android in questo caso si chiama Exodu e sarebbe stato creato da eSurv, con sede Catanzaro. La sua particolarità si riferisce al fatto che l’azienda operi nel campo della videosorveglianza e, non a caso, dai primi dati raccolti emerge che la minaccia sia in realtà uno spyware. Un esempio, le app in questione pare siano in grado di raccogliere i suoni dell’ambiente circostante, ma anche la rubrica, i contatti Facebook, i file di log WhatsApp, le password delle connessioni WiFi, fino ad arrivare al registro chiamate e tanto altro ancora.

Buona parte dei report disponibili in Rete non ci parlano delle app coinvolte dal virus Android. Tramite approfondimenti, però, alcune fonti sono risalite a nomi come Assistenza Linea, Offerte Speciali, Offerte Telefoniche personalizzate, fino ad arrivare a Servizi Telefonici Premium, Offerte per Te e Assistenza Linea Riattiva. Ci sono poi altre applicazioni come Operatore Italia, Promo Offerte, Assistenza SIM e Offerte Telefoniche per te alle quali si è giunti tramite redirect, senza collegarsi al Play Store.

Insomma, occorre tenere gli occhi aperti con questo nuovo virus Android, al netto delle indicazioni che ci parlano di applicazioni già rimosse dal Play Store secondo quanto raccolto durante il fine settimana. La nostra privacy, dunque, è nuovamente a rischio.