Le brutte notizie non arrivano mai sole nel campo della telefonia mobile, come abbiamo avuto modo di riscontrare in queste ore con Wind Tre. Dopo avervi parlato sul nostro magazine dell’impatto molto forte che Iliad ha avuto sui due brand che hanno dato vita alla nota fusione un paio di anni fa, infatti, oggi 22 marzo occorre prendere in considerazione un altro aspetto relativo allo stato di salute delle due compagnie. Di recente, infatti, è giunta la comunicazione ufficiale a proposito di una sanzione pari a poco più di 400.000 euro per l’azienda.
Qual è la colpa contestata all’operatore? Fondamentalmente, tutto ruota attorno alla poca trasparenza da parte di Tre per quanto riguarda i costi extrasoglia, dopo le diverse segnalazioni che sono giunte alle autorità preposte alla “vigilanza” soprattutto tra il 2017 ed il 2018. Come riporta Mondomobileweb, infatti, la compagna telefonica avrebbe presentato gravi pecche in termini di scarsa chiarezza in materia di trasparenza e controllo.
Dagli accertamenti che ci sono stati contro Wind Tre, ormai da identificare come marchio unico al dì là di eventuali mancanze massate, occorre porre l’accento sulla presunta automatica applicazione, nel momento in cui è stato constatato il superamento del bundle, della tariffa a consumo. Il tutto con costi diversi a seconda dell’offerta che gli utenti hanno sottoscritto, ma soprattutto senza preavviso o con il possibile blocco della navigazione. Condotta ritenuta poco corretta, ma soprattutto poco chiara, con relativa sanzione per la compagnia telefonica.
Wind Tre si difende che l’offerta non possa essere arrestata, nel caso in cui l’utente dovesse disporre di credito residuo al momento dell’esaurimento del bundle. Chi sottoscrive le offerte, dunque, accetta implicitamente uno scenario simile. Presa di posizione ritenuta insufficiente da AGCOM, al punto da ufficializzare la sanzione in questione. Che idea vi siete fatti sotto questo punto di vista? Giusto così?