La statuetta per il miglior film a Green Book. Ma chi ha vinto davvero a questi Oscar 2019?

Alla 91esima edizione degli Academy Awards un lotto di film, Green Book, Roma, Bohemian Rhapsody, Black Panther si dividono i premi maggiori. E non emerge un chiaro trionfatore. Nemmeno Netflix, che vince ma non stravince.

Oscar 2019

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Il premio per il miglior film degli Oscar 2019 va a Green Book. Alla fine ha avuto la meglio la storia di amicizia interrazziale tra il bianco italoamericano Tony Lip e il raffinato musicista afroamericano Don Shriley. Una vicenda che ci riporta all’America profonda degli anni Sessanta con le sue contraddizioni e intolleranze, però riletta dal film di Peter Farrelly con uno sguardo ottimista, speranzoso che questa lezione sappia parlare all’oggi. E sono questi i concetti che ha ribadito il regista ringraziando per il premio ricevuto: “Tutta questa storia parla d’amore e ci insegna a guardare al di là delle differenze”.

Un film conciliante ed ecumenico che è il simbolo di questi Oscar 2019, a loro volta abbastanza ecumenici nel distribuire i riconoscimenti con una grande attenzione a un equilibrio dal quale non esce un netto vincitore. Prima i numeri: Green Book ha ottenuto tre statuette, oltre al film la sceneggiatura originale e l’attore non protagonista Mahershala Ali. Anche Roma di Alfonso Cuarón ha avuto tre premi (sulle dieci nomination), e tutti andati personalmente al suo autore, che è salito tre volte sul palco per ricevere il ricnscimento a regia, film straniero e fotografia – dedicato quest’ultimo al suo usuale direttore della fotografia Emmanuel Lubezki, che questa volta non ha potuto essere al suo fianco. Nel discorso di ringraziamento per la statuetta alla regia Cuarón ha introdotto una nota più problematica, ringraziando l’Academy per aver “riconosciuto il valore di una storia che racconta di una donna indigena, una di quelle 17 milioni di persone senza diritti, storicamente sempre relegate sullo sfondo dal cinema. Ed è questa la nostra responsabilità di cineasti, soprattutto in questo tempo, in cui si è facilmente spinti a guardare dall’altra parte”.

Alfonso Cuarón con le tre statuette vinte agli Oscar 2019.

Un numero più alto di statuette, 4 anche se un po’ meno “pesanti”, le ha ottenute la vera sorpresa in ogni senso di questa stagione cinematografica, Bohemian Rhapsody: il più importante è il riconoscimento a Rami Malek, miglior attore per il suo mimetico Freddy Mercury, a cui si aggiungono tre categorie tecniche, montaggio, suono e montaggio sonoro. Ed è certamente una elettrizzante conferma per un film che ha avuto tanti problemi produttivi a monte – l’abbandono del protagonista Sacha Baron Cohen sostituito da Malek, le accuse di molestie a minori al regista Bryan Singer cacciato dal set poco prima della fine delle riprese – e poi trasformatosi a valle in un fenomenale blockbuster acchiappasoldi (850 milioni di dollari globalmente) e acchiappapremi.

Tre le statuette anche per Black Panther, costumi, scenografia e colonna sonora, un risultato importante perché premia soprattutto artisti di colore e un film di supereroi, genere fino a oggi solitamente snobbato dai premi “seri” – ma questo film ha una serie di implicazioni politiche che lo hanno posto in una luce diversa e fatto accettare dai votanti dell’Academy. Importante a questi Oscar 2019, anche se solitario, il premio per la sceneggiatura non originale allo Spike Lee di BlacKkKlansman, primo successo personale in una carriera lunga ed eternamente sottovalutata dall’Academy. Deludente l’esito de La Favorita di Yorgos Lanthimos: c’è il grande e meritato premio a Olvia Colman come migliore attrice, ma è il solo su 10 nomination. Una sola statuetta, ma era più prevedibile, per A Star is Born, quella largamente annunciata a Lady Gaga per la miglior canzone – e lei fa una dedica speciale al suo pigmalione Bradley Cooper: “Non c’è una singola persona al mondo  che avrebbe potuto cantare questa canzone come te”. Si ferma a un solo riconoscimento su 8 candidature anche Vice – L’uomo nell’ombra (che registra la sconfitta di Christian Bale tra gli attori), e pure Se la strada potesse parlare, che vince per l’attrice non protagonista Regina King.

Alla fine di una lunga serata degli Oscar che, pur nella generale noia, è sopravvissuta dignitosamente e senza intoppi alla mancanza di un presentatore, resta la domanda di partenza: chi ha vinto? Tutti e nessuno in particolare. Grazie alle tre statuette di Roma, cui va aggiunta quella per un piccolo corto documentario, Period, Netflix può certamente gioire per l’ingresso nel salotto buono di Hollywood, con premi di primissimo piano. E però, certamente, non c’è stato il trionfo annunciato e previsto: e questi tre premi sono costati 30 milioni, tanto avrebbe investito la piattaforma streaming per una dispendiosa campagna promozionale per la quale aveva assoldato anche la grande stratega Lisa Taback. Un prezzo un po’ troppo alto persino per le generose disponibilità di Netflix, con un ritorno non all’altezza delle aspettative, positivo ma non definitivo.

Forse il risultato più ragguardevole è quello degli artisti di colore, che merita di essere analizzato a parte e più dettagliatamente. Perché messe insieme le statuette vinte da Black PantherBlacKkKlansman e Se la strada potesse parlare – più il film d’animazione vincente Spider-Man. Un nuovo universo, che parla di un Uomo ragno nero – definiscono un trend vistoso e senza precedenti. E se consideriamo anche Green Book nel lotto – per il tema della discriminazione e il premio a Mahershala Ali, allora è questo il risultato più rilevante di questa edizione degli Oscar 2019, privi del classico film dominante.

Questa la lista completa dei vincitori nelle 24 categorie dei premi Oscar 2019.

Miglior film
BlacKkKlansman, Sean McKittrick, Jason Blum, Raymond Mansfield, Shaun Redick, Jordan Peele, Spike Lee
Black Panther, Kevin Feige
Bohemian Rhapsody, Graham King and Jim Beach
La Favorita, Ceci Dempsey, Ed Guiney, Yorgos Lanthimos, Lee Magiday
Green Book, Jim Burke, Charles B. Wessler, Brian Currie, Peter Farrelly, Nick Vallelonga [Vincitore]
Roma, Nicolás Celis, Alfonso Cuarón, Gabriela Rodriguez
A Star Is Born, Bill Gerber, Bradley Cooper, Lynette Howell Taylor
Vice – L’uomo nell’ombra, Brad Pitt, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Will Ferrell, Adam McKay, Kevin Messick

Migliore attrice protagonista
Glenn Close, The Wife – Vivere nell’ombra
Olivia Colman, La Favorita [Vincitrice]
Lady Gaga, A Star Is Born
Melissa McCarthy, Copia originale
Yalitza Aparicio, Roma

Miglior attore protagonista
Christian Bale, Vice – L’uomo nell’ombra
Bradley Cooper, A Star Is Born
Rami Malek, Bohemian Rhapsody [Vincitore]
Viggo Mortensen, Green Book
Willem Dafoe, Van Gogh – Sulle soglie dell’eternità

Miglior regia
Alfonso Cuarón, Roma [Vincitore]
Spike Lee, BlacKkKlansman
Yorgos Lanthimos, La Favorita
Paweł Pawlikowski, Cold War
Adam McKay, Vice – L’uomo nell’ombra

Migliore attrice non protagonista
Regina King, Se la strada potesse parlare [Vincitrice]
Amy Adams, Vice – L’uomo nell’ombra
Emma Stone, La Favorita
Rachel Weisz, La Favorita
Marina de Tavira, Roma

Miglior attore non protagonista
Sam Elliot, A Star is Born
Richard E. Grant, Copia originale
Mahershala Ali, Green Book [Vincitore]
Adam Driver, BlacKkKlansman
Sam Rockwell, Vice – L’uomo nell’ombra

Sceneggiatura originale
La Favorita, Deborah Davis e Tony McNamara
Green Book, Nick Vallelonga, Brian Currie, Peter Farrelly [Vincitore]
Roma, Alfonso Cuarón
Vice – L’uomo nell’ombra, Adam McKay
First Reformed, Paul Schrader

Sceneggiatura non originale
BlacKkKlansman, Charlie Wachtel, David Rabinowitz, Kevin Willmott, Spike Lee [Vincitore]
Copia originale, Nicole Holofcener e Jeff Whitty
Se la strada potesse parlare, Barry Jenkins
A Star Is Born, Eric Roth, Bradley Cooper, Will Fetters
La ballata di Buster Scruggs, Joel e Ethan Coen

Miglior film straniero
Un affare di famiglia di Hirokazu Kore’eda, Giappone
Cafarnao di Nadine Labaki, Libano
Roma di Alfonso Cuarón, Messico [Vincitore]
Cold War di Paweł Pawlikowski , Polonia
Opera senza autore di Florian Henckel von Donnersmarck, Germania

Miglior film d’animazione
Gli Incredibili 2 di Brad Bird
L’isola dei cani di Wes Anderson
Mirai di Mamoru Hosoda
Ralph Spacca Internet di Rich Moore, Phil Johnston
Spider-Man – Un nuovo universo di Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman [Vincitore]

Migliore Fotografia
Cold War, Lukasz Zal
La Favorita, Robbie Ryan
Roma, Alfonso Cuarón [Vincitore]
A Star Is Born, Matthew Libatique
Opera senza autore, Caleb Deschanel

Migliore Scenografia
La Favorita, Fiona Crombie e Alice Felton
First Man – Il primo uomo, Nathan Crowley e Kathy Lucas
Il ritorno di Mary Poppins, John Myhre e Gordon Sim
Roma, Eugenio Caballero e Bárbara Enrı́quez
Black Panther, Hannah Beachler e Jay Hart [Vincitori]

Miglior Montaggio
Bohemian Rhapsody, John Ottman [Vincitore]
Vice – L’uomo nell’ombra, Hank Corwin
La Favorita, Yorgos Mavropsaridis
BlacKkKlansman, Barry Alexander Brown
Green Book, Patrick J. Don Vito

Migliori Costumi
Black Panther, Ruth E. Carter [Vincitrice]
La Favorita, Sandy Powell
Il ritorno di Mary Poppins, Sandy Powell
Maria Regina di Scozia, Alexandra Byrne
La ballata di Buster Scruggs, Mary Zophres

Migliore Colonna sonora
BlacKkKlansman, Terence Blanchard
Se la strada potesse parlare, Nicholas Britell
L’isola dei cani, Alexandre Desplat
Il ritorno di Mary Poppins, Marc Shaiman
Black Panther, Ludwig Goransson [Vincitore]

Migliore Canzone
All the Stars, da Black Panther, Mark Spear, Kendrick Lamar, Anthony Tiffith, Solana Rowe
 I’ll Fight, da RBG, Diane Warren
Shallow, da A Star Is Born, Lady Gaga, Mark Ronson, Anthony Rossomando, Andrew Wyatt [Vincitore]
The Place Where Lost Things Go da Il ritorno di Mary Poppins, Marc Shaiman e Scott Wittman
When A Cowboy Trades His Spurs For Wings da La ballata di Buster Scruggs, Dave Rawlings e Gillian Welch

Migliori Effetti speciali
Avengers: Infinity War, Dan DeLeeuw, Kelly Port, Russell Earl, Dan Sudick
First Man – Il primo uomo, Paul Lambert, J.D. Schwalm, Ian Hunter, Tristan Myles [Vincitore]
Ready Player One, Roger Guyett, Grady Cofer, Matthew E. Butler, David Shirk
Solo: A Star Wars Story, Rob Bredow, Patrick Tubach, Neal Scanlan, Dominic Tuohy
Christopher Robin, Christopher Lawrence, Michael Eames, Theo Jones, Chris Corbould

Miglior Sonoro
Bohemian Rhapsody, John Casali, Paul Massey, Tim Cavagin [Vincitore]
First Man – Il primo uomo, Mary H. Ellis, Jon Taylor, Frank A. Montaño, Ai-Ling Lee
Roma, José Antonio Garcia, Skip Lievsay, Craig Henighan
A Star Is Born, Steve Morrow, Tom Ozanich, Dean Zupanicic, Jason Ruder
Black Panther, Steve Boeddeker, Brandon Proctor, Peter Devlin

Migliore Montaggio sonoro
First Man – Il primo uomo, Ai-Ling Lee e Mildred Iatrou Morgan
A Quiet Place, Ethan Van Der Ryn e Erik Aadahl
Roma, Sergio Diaz e Skip Lievsay
Bohemian Rhapsody, John Warhurst and Nina Hartstone [Vincitore]
Black Panther, Benjamin A. Burtt and Steve Boeddeker

Migliore Trucco e acconciatura
Border, Göran Lundström e Pamela Goldammer
Vice – L’uomo nell’ombra, Kate Biscoe, Patricia DeHaney, Greg Cannom, Chris Gallaher [Vincitore]
Maria regina di Scozia, Jenny Shircore, Marc Pilcher, Jessica Brooks

Migliore Documentario
Free Solo, Jimmy Chin, Elizabeth Chai Vasarhelyi, Shannon Dill, Evan Hayes [Vincitore]
Hale County This Morning, This Evening, RaMell Ross, Joslyn Barnes, Su Kim
Of Fathers and Sons, Talal Derki, Ansgar Frerich, Eva Kemme, Tobias N. Siebert
Minding the Gap, Bing Liu e Diane Moy Quon
RBG, Julie Cohen e Betsy West

Migliore Cortometraggio documentario
Black Sheep, Perkins e Jonathan Chinn
End Game, Rob Epstein, Jeffrey Friedman
Lifeboat, Skye Fitzgerald
A Night at the Garden, Marshall Curry
Period. End of Sentence, Rayka Zehtabchi e Melissa Berton [Vincitore]

Migliore Cortometraggio d’animazione
Animal Behaviour, Alison Snowden, David Fine
Bao, Domee Shi e Becky Neiman-Cobb [Vincitore]
Late Afternoon, Louise Bagnall e Nuria González Blanco
One Small Step, Andrew Chesworth e Bobby Pontillas
Weekends, Trevor Jimenez

Migliore Cortometraggio
Detainment, Vincent Lambe e Darren Maho
Fauve, Jeremy Comte e Maria Gracia Turgeon
Marguerite, Marianne Farley e Marie-Helene Panisset
Mother, Rodrigo Sorogoyen e María del Puy Alvarado
Skin, Guy Nattiv e Jaime Ray Newman [Vincitore]