Oscar 2019: tutto quello che c’è da sapere sulla cerimonia del 24 febbraio

Su quale canale ci sarà la diretta tv per l'Italia? Quali sono i film favoriti? Perché non ci sarà un presentatore? Ecco tutte le notizie fondamentali per arrivare preparati alla serata del premio del cinema più atteso dell'anno.

Oscar 2019

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Domenica 24 febbraio si svolgeranno gli Oscar 2019, 91esima edizione del premio promosso dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. È l’ultimo appuntamento, il più prestigioso, di una lunghissima stagione di premi, i cosiddetti precursors, che a partire da dicembre sono stati assegnati da sindacati di categoria e associazioni di critici. Alcuni, come i Golden Globes, i britannici Bafta e i Sag Awards, sono estremamente influenti e in genere costituiscono dei segnali importanti per prevedere i risultati degli Oscar. Per orientarsi al meglio nell’evento cinematografico più importante dell’anno abbiamo realizzato questa piccola guida agli Oscar 2019, con tutte le notizie indispensabili: come seguire in Italia la diretta, le polemiche (tante!), la lista con tutti i candidati e i favoriti.

Dove e quando

Anche la 91esima edizione dei premi Oscar si svolgerà al Dolby Theatre di Los Angeles. L’evento televisivo, che andrà in onda negli Stati Uniti sulla ABC, è prodotto per la prima volta da Donna Gigliotti e Glenn Weiss, quest’ultimo anche regista.

Dove seguire la diretta degli Oscar 2019

La notte degli Oscar sarà trasmessa in più di 225 paesi. In Italia sarà possibile vederla sul canale satellitare Sky Cinema Oscar dalle 22.50 in compagnia come sempre di Francesco Castelnuovo e Gianni Canova, e in chiaro su Tv8 a partire dalle 23.40. Così ci si potrà godere preparativi e red carpet, anche se la cerimonia vera e propria comincerà intorno alle 2:00 di notte, ora italiana. Sky Cinema Oscar è in realtà Sky Cinema Hits (canale 304), trasformato per due settimane, da venerdì 15 febbraio a domenica 3 marzo, nel canale tematico del premio dell’Academy, con una programmazione dedicata ai film che hanno fatto la storia della manifestazione, e i migliori titoli accessibili anche su Sky On Demand.

Le star che annunceranno i premi

C’è un’ampia lista dei divi di Hollywood che consegneranno le statuette degli Oscar 2017. Ovviamente ci saranno i quattro vincitori dei premi agli attori dell’anno scorso, Frances McDormand, Gary Oldman, Allison Janney e Sam Rockwell i quali, come da tradizione, annunceranno i vincitori nelle categorie dei migliori interpreti. Insieme a loro sono stati annunciati, fino a oggi, Awkwafina, Daniel Craig, Chris Evans, Tina Fey, Brie Larson, Jennifer Lopez, Amy Poehler, Maya Rudolph, Amandla Stenberg, Charlize Theron, Tessa Thompson, Constance Wu, Javier Bardem, Angela Bassett, Chadwick Boseman, Emilia Clarke, Laura Dern, Samuel L. Jackson, Stephan James, Keegan-Michael Key, KiKi Layne, James McAvoy, Melissa McCarthy, Jason Momoa, Sarah Paulson, Elsie Fisher, Danai Gurira, Brian Tyree Henry, Michael B. Jordan, Michael Keaton, Helen Mirren, John Mulaney, Tyler Perry, Pharrell Williams, Krysten Ritter, Paul Rudd, Michelle Yeoh.

Ultime ad essere annunciate, le stelle di cinema e musica che presenteranno gli otto candidati alla statuetta per il miglior film: Chef José Andrés, Dana Carvey, Queen Latifah, Diego Luna, Tom Morello, Mike Myers, Trevor Noah, Amandla Stenberg, Barbra Streisand, cui si aggiungono la tennista Serena Williams e John Lewis, uomo politico e leader dei diritti civili.

Le polemiche

La vera preoccupazione dell’Academy è quella relativa all’audience: l’edizione del 2018 è stata la meno vista di sempre, 26,5 milioni di spettatori, punto più basso di un trend negativo che dura da quattro anni. Per questo la produzione è passata dalle mani di Michael De Luca e Jennifer Todd a quelle di Gigliotti e Weiss. E proprio l’ansia legata ai risultati da portare a casa ha dato vita a una serie di scelte forse non abbastanza meditate. Che hanno prodotto inevitabili polemiche e soluzioni discutibili.

Il presentatore. La scelta che lascia più perplessi è quella relativa al presentatore, che non ci sarà. L’Academy aveva scelto l’attore Kevin Hart, che però alla fine ha rinunciato dopo un lungo tiremmolla per lo scandalo scoppiato dopo la ricomparsa di alcuni vecchi tweet omofobi. Si erano prospettate diverse soluzioni, come Dwayne Johnson, che diplomaticamente ha detto di rinunciare per impegni lavorativi. E si era pure detto che a risolvere la questione sarebbero potuti venire in soccorso i supereroi, ossia l’intero cast degli Avengers, chiamato ad animare i momenti fondamentali della cerimonia. Ma anche quella è rimasta solo una voce. E allora che notte degli Oscar autogestita sia. Cosa che è già accaduta una volta, nell’edizione senza presentatore del 1989. Peccato che sia ricordata come la peggiore cerimonia degli Oscar di tutti i tempi.

Kevin Hart e i tweet incriminati che gli sono costati la conduzione degli Oscar 2019

Le premiazioni a scomparsa. Gli Oscar in sé saranno anche entusiasmanti. Ma la cerimonia di premiazione è spesso lenta, macchinosa e noiosa. E allora i produttori, per cercare di restare entro le tre ore di trasmissione agli Oscar 2019, hanno avuto la bella idea di selezionare quattro premi (montaggio, fotografia, trucco e acconciatura, cortometraggio) e di oscurare le premiazioni, mandando in onda nel frattempo gli spot pubblicitari, recuperandole poi in versione montata e accorciata, in coda alla maratona tv. Apriti cielo! È partita la comprensibile protesta delle categorie coinvolte, a partire dai tweet di Guillermo Del Toro e Alfonso Cuarón, il quale ha sottolineato, con stile e piena ragione che “Nella storia del cinema i capolavori sono esistiti senza suono, senza colori, senza una storia, senza attori e senza musica. Nessun film è mai esistito senza fotografia e montaggio”. È arrivata a dare manforte una lettera firmata da registi come Scorsese, Tarantino, Chazelle e dai maggiori direttori della fotografia, Roger Deakins, Vittorio Storaro, Emmanuel Lubetzki, che hanno parlato apertamente di un “insulto”, invitando l’Academy – che, ironia della sorte, è presieduta da un direttore della fotografia, John Bailey – a riconsiderare la questione. Ciò che è puntualmente successo, a conferma della confusione che regna da quelle parti. E quindi tutti i premi saranno trasmessi in diretta.

I film popolari. Per aumentare l’audience l’estate scorsa ne era stata pensata anche un’altra. Gli Oscar premiano film prestigiosi, che però spesso non incontrano i gusti del grande pubblico, che non si mette per quattro ore davanti alla tv per vedere premiato un film messicano in bianco e nero (Roma) o un film ambientato nel Settecento di un severo regista greco (La Favorita). E allora? Perché non inventarsi un bell’Oscar dedicato ai film “popolari”?. Categoria dai confini nemmeno troppo chiara, e persino ipotetico ghetto per un cinema dai grandi ascolti che, inevitabilmente, così confinato, verrebbe però ritenuto non di qualità, ma solo di cassetta. Col rischio anche di far assomigliare la cerimonia degli Oscar a una serata più attenta ai soldi (per gli spot il cui valore aumenterebbe al crescere dell’audience) che alla sempre sbandierata celebrazione della settima arte. Dimenticando poi che l’opera davvero popolare tra i candidati al miglior film c’è già: è Black Panther, 1,3 miliardi di dollari d’incasso. Che ha però una particolare, e un po’ controversa, caratteristica, tipica dei conflitti di interesse: è un film della Disney, proprietaria anche della ABC che trasmette lo show e che guadagnerebbe molto in termini pubblicitari, dalla vittoria di un suo film sul suo canale televisivo. Ahi!

Le esibizioni canore

Pure questa stava per trasformarsi in un’altra occasione di polemica degli Oscar 2019. Perché le prime voci, sempre per snellire la cerimonia e darle il maggiore appeal possibile, sostenevano che sarebbero state eseguite solo due canzoni tra le cinque candidate, e cioè la favoritissima Shallow di Lady Gaga e Bradley Cooper da A Star Is Born, e All the Stars da Black Panther, cantata da Kendrick Lamar e Sza. Ma è giunta la pronta smentita via twitter dell’Academy, che ha annunciato la presenza anche delle altre tre canzoni: Jennifer Hudson canterà I’ll Fight del documentario RGB, mentre Gillian Welch e David Rawlings eseguiranno When A Cowboy Trades His Spurs for Wings, da La Ballata di Buster Scruggs, per un piuttosto inedito brano country sul palco del Dolby Theatre.

Chiude il quintetto The Place Where Lost Things Go da Il ritorno di Mary Poppins che sarà, è notizia di pochissimi giorni fa, eseguita da Bette Midler e non da Emily Blunt, che la cantava nel film ma pare non fosse troppo a suo agio all’idea di esibirsi di fronte a tutto quel pubblico e sotto quella enorme pressione.

All’ultimo è arrivata la bomba degli Oscar 2019: ad aprire la serata saranno i Queen, con un set di canzoni ancora segretissimo e la partecipazione, come frontman, di Adam Lambert, la star rivelatasi con American Idol, voce del complesso dal 2013.

Aggiornamento del 22 febbraio: Kendrick Lamar e Sza non si esibiranno alla notte degli Oscar. Leggi l’articolo.

I film favoriti degli Oscar 2019

Rimandando all’articolo dedicato alle categorie dei migliori attori protagonisti e non protagonisti per parlare dei premi più attesi dal grande pubblico, stiliamo rapidamente una lista dei film favoriti degli Oscar 2019. I numeri di partenza dicono La Favorita di Yorgos Lanthimos e Roma di Alfonso Cuarón, gli unici due ad aver collezionato ben 10 candidature. Tra i due però, soprattutto dopo i più importanti precursors, sono salite moltissimo le quotazioni di Roma (con grande gioia di Netflix, che ha distribuito il film), in pole position per film, regia, sceneggiatura e anche diverse categorie tecniche come il montaggio. A tal proposito va detto che, se il film vincesse in queste quattro categorie accadrebbe qualcosa di straordinario e senza precedenti, dato che tutte e quattro le statuette finirebbero nelle stesse mani, quelle del pluritalentuoso Alfonso Cuaron.

La Favorita dovrebbe consolarsi con alcune categorie tecniche, dalla scenografia ai costumi, e potendo dire anche la sua col magnifico terzetto di attrici, Olivia Colman, Emma Stone e Rachel Weisz. Nello scontro a due dovrebbe incunearsi Boheamian Rhapsody, con la statuetta pesante per il migliore attore a Rami Malek, e The Wife con il premio a Glenn Close. E molto potrebbero fruttare le 5 nomination di Green Book, che ha già in tasca il premio per l’attore non protagonista a Mahershala Ali e contenderà a Roma le statuette per sceneggiatura originale e persino miglior film. Ma si attendono sorprese da Black Panther, 7 nomination e BlacKkKlansman di Spike Lee, 6 candidature, due film black che hanno la forza per portare a casa statuette pesantissime, film, regia e sceneggiatura.

Chi vincerà la statuetta per il miglior film? leggo le previsioni di OM, con le chances di tutti e 8 i candidati.

Chi vincerà nelle quattro categorie per le migliori attrici e migliori attori, protagonisti e non protagonisti? Leggi i pronostici di OM.

Tutte le nomination

I premi Oscar assegnano le statuette in 24 categorie diverse, che riguardano film di finzione, animazione, documentari, lungometraggi e cortometraggi. In quasi ogni categoria i candidati sono 5: fanno eccezione il Miglior film, che dal 2009 può avere una lista variabile tra le cinque e dieci nomination, e il Trucco e acconciatura, limitata a 3 candidati. Ecco, per chiudere la guida agli Oscar 2019, i nominativi di tutti i candidati alle statuette, che sono stati svelati martedì 22 gennaio dagli attori Tracee Ellis Ross e Kumail Nanjiani.

Miglior film
BlacKkKlansman, Sean McKittrick, Jason Blum, Raymond Mansfield, Shaun Redick, Jordan Peele, Spike Lee
Black Panther, Kevin Feige
Bohemian Rhapsody, Graham King and Jim Beach
La Favorita, Ceci Dempsey, Ed Guiney, Yorgos Lanthimos, Lee Magiday
Green Book, Jim Burke, Charles B. Wessler, Brian Currie, Peter Farrelly, Nick Vallelonga
Roma, Nicolás Celis, Alfonso Cuarón, Gabriela Rodriguez
A Star Is Born, Bill Gerber, Bradley Cooper, Lynette Howell Taylor
Vice – L’uomo nell’ombra, Brad Pitt, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Will Ferrell, Adam McKay, Kevin Messick

Migliore attrice protagonista
Glenn Close, The Wife – Vivere nell’ombra
Olivia Colman, La Favorita
Lady Gaga, A Star Is Born
Melissa McCarthy, Copia originale
Yalitza Aparicio, Roma

Miglior attore protagonista
Christian Bale, Vice – L’uomo nell’ombra
Bradley Cooper, A Star Is Born
Rami Malek, Bohemian Rhapsody
Viggo Mortensen, Green Book
Willem Dafoe, Van Gogh – Sulle soglie dell’eternità

Miglior regia
Alfonso Cuarón, Roma
Spike Lee, BlacKkKlansman
Yorgos Lanthimos, La Favorita
Paweł Pawlikowski, Cold War
Adam McKay, Vice – L’uomo nell’ombra

Migliore attrice non protagonista
Regina King, Se la strada potesse parlare
Amy Adams, Vice – L’uomo nell’ombra
Emma Stone, La Favorita
Rachel Weisz, La Favorita
Marina de Tavira, Roma

Miglior attore non protagonista
Sam Elliot, A Star is Born
Richard E. Grant, Copia originale
Mahershala Ali, Green Book
Adam Driver, BlacKkKlansman
Sam Rockwell, Vice – L’uomo nell’ombra

Sceneggiatura originale
La Favorita, Deborah Davis e Tony McNamara
Green Book, Nick Vallelonga, Brian Currie, Peter Farrelly
Roma, Alfonso Cuarón
Vice – L’uomo nell’ombra, Adam McKay
First Reformed, Paul Schrader

Sceneggiatura non originale
BlacKkKlansman, Charlie Wachtel, David Rabinowitz, Kevin Willmott, Spike Lee
Copia originale, Nicole Holofcener e Jeff Whitty
Se la strada potesse parlare, Barry Jenkins
A Star Is Born, Eric Roth, Bradley Cooper, Will Fetters
La ballata di Buster Scruggs, Joel e Ethan Coen

Miglior film straniero
Un affare di famiglia di Hirokazu Kore’eda, Giappone
Cafarnao di Nadine Labaki, Libano
Roma di Alfonso Cuarón, Messico
Cold War di Paweł Pawlikowski , Polonia
Opera senza autore di Florian Henckel von Donnersmarck, Germania

Miglior film d’animazione
Gli Incredibili 2 di Brad Bird
L’isola dei cani di Wes Anderson
Mirai di Mamoru Hosoda
Ralph Spacca Internet di Rich Moore, Phil Johnston
Spider-Man – Un nuovo universo di Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman

Migliore Fotografia
Cold War, Lukasz Zal
La Favorita, Robbie Ryan
Roma, Alfonso Cuarón
A Star Is Born, Matthew Libatique
Opera senza autore, Caleb Deschanel

Migliore Scenografia
La Favorita, Fiona Crombie e Alice Felton
First Man – Il primo uomo, Nathan Crowley e Kathy Lucas
Il ritorno di Mary Poppins, John Myhre e Gordon Sim
Roma, Eugenio Caballero e Bárbara Enrı́quez
Black Panther, Hannah Beachler e Jay Hart

Miglior Montaggio
Bohemian Rhapsody, John Ottman
Vice – L’uomo nell’ombra, Hank Corwin
La Favorita, Yorgos Mavropsaridis
BlacKkKlansman, Barry Alexander Brown
Green Book, Patrick J. Don Vito

Migliori Costumi
Black Panther, Ruth E. Carter
La Favorita, Sandy Powell
Il ritorno di Mary Poppins, Sandy Powell
Maria Regina di Scozia, Alexandra Byrne
La ballata di Buster Scruggs, Mary Zophres

Migliore Colonna sonora
BlacKkKlansman, Terence Blanchard
Se la strada potesse parlare, Nicholas Britell
L’isola dei cani, Alexandre Desplat
Il ritorno di Mary Poppins, Marc Shaiman
Black Panther, Ludwig Goransson

Migliore Canzone
All the Stars, da Black Panther
Kendrick Lamar, Anthony Tiffith, Mark Spears, Solana Rowe, Al Schuckburgh
Interpretata da Kendrick Lamar and SZA

I’ll Fight, da RBG
Diane Warren
Interpretata da Jennifer Hudson

Shallow, da A Star Is Born
Lady Gaga, Mark Ronson, Anthony Rossomando, Andrew Wyatt
Interpretata da Bradley Cooper e Lady Gaga

The Place Where Lost Things Go da Il ritorno di Mary Poppins
Marc Shaiman e Scott Wittman
Interpretata da Emily Blunt

When A Cowboy Trades His Spurs For Wings da La ballata di Buster Scruggs
Dave Rawlings e Gillian Welch
Interpretata da Willie Watson e Tim Blake Nelson

Migliori Effetti speciali
Avengers: Infinity War, Dan DeLeeuw, Kelly Port, Russell Earl, Dan Sudick
First Man – Il primo uomo, Paul Lambert, J.D. Schwalm, Ian Hunter, Tristan Myles
Ready Player One, Roger Guyett, Grady Cofer, Mattew E. Butler, David Shirk
Solo: A Star Wars Story, Rob Bredow, Patrick Tubach, Neal Scanlan, Dominic Tuohy
Christopher Robin

Miglior Sonoro
Bohemian Rhapsody, John Casali, Paul Massey, Tim Cavagin
First Man – Il primo uomo, Mary H. Ellis, Jon Taylor, Frank A. Montaño, Ai-Ling Lee
Roma, José Antonio Garcia, Skip Lievsay, Craig Henighan
A Star Is Born, Steve Morrow, Tom Ozanich, Dean Zupanicic, Jason Ruder
Black Panther, Benjamin A. Burtt, Steve Boeddeker

Migliore Montaggio sonoro
First Man – Il primo uomo, Ai-Ling Lee e Mildred Iatrou Morgan
A Quiet Place, Ethan Van Der Ryn e Erik Aadahl
Roma, Sergio Diaz e Skip Lievsay
Bohemian Rhapsody
Black Panther

Migliore Trucco e acconciatura
Border, Göran Lundström e Pamela Goldammer
Vice – L’uomo nell’ombra, Kate Biscoe, Patricia DeHaney, Greg Cannom, Chris Gallaher
Maria regina di Scozia

Migliore Documentario
Free Solo di Jimmy Chin, Elizabeth Chai Vasarhelyi, Shannon Dill, Evan Hayes
Hale County This Morning, This Evening, di RaMell Ross
Of Fathers and Sons, di Talal Derki
Minding the Gap di Bing Liu e Diane Moy Quon
RBG di Julie Cohen e Betsy West

Migliore Cortometraggio documentario
Black Sheep, Ed Perkins
End Game, Rob Epstein, Jeffrey Friedman
Lifeboat, Skye Fitzgerald
A Night at the Garden, Marshall Curry
Period. End of Sentence, Rayka Zehtabchi

Migliore Cortometraggio d’animazione
Animal Behaviour, Alison Snowden, David Fine
Bao, Domee Shi
Late Afternoon, Louise Bagnall
One Small Step, Andrew Chesworth, Bobby Pontillas
Weekends, Trevor Jimenez

Migliore Cortometraggio
Detainment, Vincent Lambe
Fauve, Jeremy Comte
Marguerite,” Marianne Farley
Mother, Rodrigo Sorogoyen
Skin, Guy Nattiv