Severissimo Spotify: ban account per chi blocca le pubblicità

Nessuna pietà da Spotify per chi utilizzare i software ad blocker per bloccare le sue pubblicità: ban permanente


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Diventa più severo Spotify nei confronti di chi tenta di aggirare gli annunci pubblicitari (avrete senz’altro sentito nel corso della vostra esperienza con il servizio, anche se breve, l’intervento improvviso di una voce che interrompe la fruizione della musica in riproduzione per dare spazio alle pubblicità). Gli sviluppatori, negli anni, hanno cercato e trovato diversi modi per bypassare gli spot, attraverso l’implementazione di software ad blocker appositi (ne avrete sicuramente sentito parlare, trattandosi di una pratica assai diffusa, e non solo per questo specifico servizio, ma anche per evitare di essere infastiditi da pubblicità di altro genere, anche improprie).

Le misure adottate dalla compagnia per bloccare e punire questi fenomeni saranno più esemplari: Spotify, infatti, ha predisposto che a partire dal 1 marzo 2019 saranno bannati tutti gli account pizzicati nella pratica di blocco delle pubblicità. Le condizioni ed i termini di utilizzo sono già stati aggiornati con le nuove regole, da cui si legge che quanti procederanno a bypassare o bloccare in qualsiasi modo gli annunci pubblicitari, oppure sviluppano e diffondono strumenti realizzati con tale scopo, verrà bannato senza possibilità di appello. Non sappiamo se il ban sarà immediato, o se seguirà un primo avvertimento.

Tenete presente che Spotify già redarguisce gli utenti che fanno uso di software ad blocker, procedendo alla disattivazione temporanea degli account fino a quando gli utenti non provvedono a disinstallare certi strumenti. Dal 1 marzo di quest’anno, la punizione sarà ben più aspra: quelli beccati a fare uso improprio della piattaforma di streaming musicale attraverso il blocco delle pubblicità vedranno sospeso il proprio account a tempo indeterminato, senza avere alcuna possibilità di riabilitazione dello stesso. Ci sembra giusto che la società voglia preservare la propria politica ed i propri guadagni (quelli chiaramente ricavati dagli introiti pubblicitari, che non sono pochi).