I 67 anni di Vasco Rossi, 37 dopo l’esordio al Festival di Sanremo

Dall'ultima posizione nel 1982 ai sold out negli stadi: autore e performer all'Ariston, è ancora oggi una delle voci più ribelli della canzone italiana


INTERAZIONI: 727

La rockstar italiana che più divide il pubblico tra innamorati folli e detrattori violenti stacca un altro importante ticket della sua esistenza: i 67 anni di Vasco Rossi arrivano proprio in occasione del Festival di Sanremo, la più grande manifestazione della canzone italiana dal quale il rocker di Zocca ha trovato la rampa di lancio per la sua carriera.

Era il 1982, infatti, quando un giovanissimo Vasco Rossi comparve di fronte alle telecamere di Sanremo con il capello lungo, la giacca in pelle e l’aria smarrita, e con Vado al massimo si classificò ultimo agli antipodi con Riccardo Fogli che vinse con Storie di tutti i giorni. Vasco sorrideva e gesticolava beffardo, quasi a voler trasformare la sua esibizione in una chiacchierata tra amici, un numero in cui si confessava come se fosse stato di ritorno da una giornata di lavoro. Arrivarono tante critiche sul suo conto, ma il pubblico era già altamente incuriosito da quello strano personaggio scanzonato e distorto.

Il Blasco bissò nel 1983 con Vita spericolata, forse il brano più maledetto del rocker di Zocca, ma negli anni diventato un vero e proprio inno generazionale come è avvenuto con canzoni come AlbachiaraSiamo solo noiLiberi liberi. Qualcuno cercava una voce fuori dal coro, un portavoce di una libertà espressiva e provocatoria che Rino Gaetano aveva disegnato qualche anno prima. La sofisticazione musicale e lirica aveva reso Fabrizio De André, Francesco Guccini e Francesco De Gregori i veri portatori della canzone italiana impegnata, poetica e intellettualmente schierata come una bandiera disegnata su un pentagramma nuovo, che trasudava nicotina e vino. Eppure, alle tre divinità del cantautorato italiano mancava ancora una frivolezza, un senso di leggerezza che aiutasse le membra del pubblico italiano a riposare dopo l’ennesima giornata di fatiche all’interno di un’esistenza in cui il diletto si incastrava poco.

C’era bisogno di qualcosa da gridare in coro, di una voce più spinta e meno ricercata. C’era bisogno di impegnarsi con disimpegno. Arrivò Gianna di Rino Gaetano nel 1978, poi si aggiunse Vita spericolata di Vasco nel 1983. Libertà, irriverenza e un pizzico di malinconia portarono il rocker di Zocca sugli schermi degli italiani, tra persone che si tappavano le narici e altre che spalancavano gli occhi. Era un Blasco che già si rinnovava: solo tre anni prima in “Colpa d’Alfredo” cantava Asilo Republic, con testo e musica nello stile punk anarcoide e una metafora delle lotte sociali dove i sovversivi erano “i bambini dell’asilo” che “stanno facendo casino”.

Tanto odiato ma anche già di gran lunga amato da un pubblico sempre più presente, i 67 anni di Vasco Rossi sono anche gli anni in cui il rocker partecipò a Sanremo in veste di autore: nel 1989 scrisse Tentazioni, il brano portato in gara dagli Sharks scritto in collaborazione con Dario FochiFabrizio Mauro PalermoFrankie di FoggiaAndrea Ge. Il punto più alto della sua carriera di paroliere, però, viene raggiunto nel 1997 con la partecipazione di Patty Pravo al Festival con il brano E dimmi che non vuoi morire. Scritta insieme a Gaetano Curreri degli Stadio, la canzone viene ricordata ancora oggi come una delle più grandi manifestazioni della capacità di scrittura del Blasco: poetico ma diretto, senza troppe metafore, riesce a commuovere anche quando ti tira un destro in faccia, perché lo fa con sincerità.

Nel 1999 firma un’altra canzone per il Festival di Sanremo, questa volta per i suoi amici Stadio: Lo zaino raggiunge il quinto posto, ma si tratta di un crescendo. Nel 2000 scrive La tua ragazza sempre per Irene Grandi e arriva al secondo posto. Nel 2005, infine, l’autore di Io noSallyGli spari sopra torna a Sanremo in stato di trionfo come ospite, infiammando letteralmente il teatro dell’Ariston. Ricorda i suoi esordi, Vasco, e per questo intona Vita spericolata seguita da Un senso, due espressioni della sua carriera, dall’ingenua gioventù artistica alla dichiarata maturità musicale. Saggezza e rock, oggi, sono le sue più grandi caratteristiche.

I 67 anni di Vasco Rossi sono concerti, provocazioni e leggende metropolitane, ma soprattutto musica e numeri importanti: suoi sono i sold out a San Siro e Modena Park, ma anche intere generazioni che lo amano sempre di più per aver dato loro una voce, a metà tra la frivolezza e la saggezza che, in due parole, si chiama rock italiano.