Il 30 gennaio 1969 i Beatles tennero il Rooftop Concert sul tetto della Apple Corporation

Tre anni dopo aver scelto di chiudere con le esibizioni dal vivo, i Fab Four salirono sull'edificio di Savile Row e suonarono a sorpresa sulle teste dei passanti increduli


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Intrappolati nella spirale discendente che John Lennon definiva “morte lenta”, il 30 gennaio 1969 i Beatles tennero il Rooftop Concert sul tetto della Apple Corporation, in quella Savile Row in cui si riunirono i passanti increduli e forse ignari di assistere a uno show destinato ad entrare nella storia. I Fab Four, infatti, avevano interrotto le loro esibizioni dal vivo dal 1966, impossibilitati a continuare a stare sul palco tra le urla dei fan che soffocavano i suoni e i massacranti spostamenti durante i quali i loro mezzi di trasporto venivano costantemente presi d’assalto dagli spettatori.

Dai primi giorni di gennaio la band, consapevole di trovarsi al capolinea, pensò di tornare in scena un’ultima volta con uno spettacolo dal vivo. Inizialmente vennero proposti il Palladium di Londra e il deserto del Sahara, ma nessuno dei quattro ragazzi di Liverpool si sentiva pronto a trasportare tutta la strumentazione per un singolo concerto. Il batterista Ringo Starr ricorda: «C’era l’idea di suonare dal vivo in qualche posto. Ci stavamo domandando dove saremmo potuti andare, ma avremmo dovuto portarci dietro tutta la roba, così decidemmo: “Saliamo sul tetto”».

George Harrison, reduce da una disastrosa riunione con la band, portò con sè il polistrumentista Billy Preston per suonare il piano elettrico. I Beatles tennero il Rooftop Concert durante una giornata fredda, senza annunciare l’esibizione nei giorni precedenti e con una scaletta di cinque brani suonati in nove take. Il risultato furono 42 minuti di esibizione, registrati dal tecnico del suono Alan Parsons con due banchi mixer a otto piste e filmati dal regista Michael Lindsay-Hogg, che salì sul tetto con tutta la troupe e catturò ogni momento, compreso il passaggio degli abitanti che guardavano meravigliati verso l’alto.

L’esibizione partì con un tentativo su Get back che ripeterono tre volte, una delle quali in chiusura dell’esibizione. Gli altri brani suonati erano I want you (She’s so heavy)Don’t let me downI’ve got a feelingOne after 909Dig a pony, insieme alla ballata popolare Danny boy e all’inno britannico God save the Queen. Lo show definitivo dei Beatles, in soli 42 minuti di esibizione, causò una congestione del traffico dovuta all’affluenza delle persone che si erano riunite sotto il palazzo della Apple Corporation, un po’ per il passaparola tra gli abitanti e un po’ per il rumore che proveniva dai cieli di Londra.

Proprio questo “rumore”, come lo chiamarono i residenti, portò all’interruzione del concerto. I poliziotti arrivarono sotto l’edificio della Apple Corporation incontrando una certa resistenza da parte dei dipendenti, che alla fine furono minacciati di arresto e dovettero cedere alle pressioni. Il concerto giunse all’epilogo quando i poliziotti giunsero sul tetto: i Beatles si accorsero del loro arrivo e suonarono ancora per qualche minuto. Terminata la terza take di Get back, John Lennon pronunciò una frase storica: «Vorrei ringraziare a nome del gruppo e di noi stessi e spero che abbiamo superato l’audizione».

I Beatles tennero il Rooftop Concert in una Londra impreparata a ritrovarli in una dimensione live, seppur improvvisata, con quei nuovi brani che sembravano più un’intima session in sala prove che un vero e proprio show, anche se lo spettacolo divenne certezza nonostante i Fab Four avessero scelto il silenzio già nei loro cuori.