DNA dei Backstreet Boys è un album classico glitterato di pop moderno, la recensione

Una delle boyband più amate degli anni '90 celebra i 26 anni di carriera con tracce inedite, ma nello stesso spirito romantico e tormentato di sempre


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I ragazzi dal viso pulito che alla telecamera rivolgevano il loro sorriso con una mano sul petto sono diventati grandi, ma lo sguardo è rimasto in quegli anni ’90 che li avevano resi famosi: DNA dei Backstreet Boys arriva 26 anni dopo l’album omonimo, quello che conteneva I’ll never break you heartAnywhere for you. Le parole per presentarlo vengono affidate a Kevin Richardson: «Rappresenta la nostra capacità di far confluire le nostre influenze e stili in un lavoro unico e coerente. Le canzoni dell’album sono la grande rappresentazione di chi siamo come individui e come gruppo». Il titolo, infatti, simboleggia la personalità di ogni elemento della boyband più che presente in questo disco celebrativo di cui la stessa formazione si dimostra orgogliosa.

DNA dei Backstreet Boys è anche territorio di firme eccellenti, a partire dai produttori Jamie HartmanRyan Tedder degli One Republic, che ha collaborato anche con Ed SheeranBeyoncé, ma soprattutto Shawn Mendes tra gli autori dei testi. Le 12 tracce dell’album esplorano l’intero universo dei Backstreet Boys, che la critica descrive come un confine sottilissimo tra il passato e il presente, con una strizzata d’occhio agli esordi e un’attenta osservazione dell’evoluzione contemporanea del pop, più elettronico e perfezionista ma sempre limpido nel sound e profondo nelle frequenze.

Ciò che è sempre stato il punto di forza della boyband sono le ballad, le canzoni d’amore dolci come lo zucchero e morbide come un cuscino, quello sul quale un’intera generazione ha pianto quando finiva una relazione o quando litigava col proprio partner, mentre alla radio passavano brani come I want it that way. Nick Carter e soci, infatti, hanno scelto le 12 tracce di DNA dei Backstreet Boys sposando l’idea di puntare sulle ballad e non perdere il filo conduttore che percorre la loro carriera.

Nobody elseIs it just me nascondono la vera essenza della band, che negli anni ha perfezionato le capacità canore mantenendo l’attitudine corale nello stile, con ballad che coniugano un pizzico di soul con pianoforti e chitarre acustiche, spinte da una batteria elettronica che non gioca un ruolo fondamentale ma svolge quasi la funzione di un battito cardiacoNobody else, infatti, è un motivetto malinconico sui ricordi cantati con falsetti e sospiri mentre Is it just me, decisamente uno dei pezzi più moderni del disco che sfiora l’r’n’b descrive lo stato di cose di una coppia al capolinea che si ritrova a fare le stime del rapporto, con lui che espone i numeri della crisi e si chiede se sia il caso di continuare.

L’attitudine corale, per la precisione, emerge in Breathe. Le cinque voci creano un manto sonoro scandito con schiocchi di dita, con solisti che si alternano mentre gli altri si sovrappongono per formulare degli accordi al naturale. Il testo, interamente eseguito acapella, racconta il tormento della nostalgia per la storia d’amore appena conclusa: «I rimpianti fanno una danza sulla mia testa, rimpianti di tutto ciò che non ho mai detto». Breathe non è una vera e propria ballad, ma un manifesto delle capacità vocali della band filtrate dall’argomento più caro ai Backstreet Boys: l’amore e il cuore infranto.

Le ballad continuano con Chateau, No placeThe way it wasJust like you like it. Nel primo caso ci ritroviamo nuovamente nella nostra stanza a singhiozzare sul cuscino, oppure a prendere in giro la nostra compagna di classe che nascondeva la cassetta di una delle boyband più odiate dai rockettari. Il testo racconta l’incontro con lei dopo la fine della storia e lo fa su un arrangiamento essenziale, sulla stessa linea della storica As long as you love me: «Tesoro, ti vorrei di nuovo con me, c’è ancora spazio nel mio letto». Per The way it was la scelta è caduta su un 6/8 dal sapore decisamente rétro, lento e scandito da rintocchi di campana che dividono le battute e le frasi. La ballad è meno triste e più puntata sul sound, diversamente da Just like you like it, dal ritornello che la rende un pezzo radiofonico e tipicamente anni ’90. Il brano è perfetto per un viaggio a bordo di un mezzo dal quale osservare il paesaggio al tramonto, dal finestrino, mentre si gioca a scorgere prima il proprio riflesso e poi a guardare oltre, mentre si attende un messaggio dalla persona amata per cercare una conferma e una risposta. No place, infine, con il pizzicato sulle corde della chitarra e l’atmosfera malinconica è il brano del ritorno a casa, da ascoltare accanto al fuoco di un camino con una tazza calda tra le mani, in compagnia dei propri cari. Il coro è più presente del solito, quasi per sottolineare il concetto: «Sarai sempre la casa alla quale vorrò tornare».

DNA dei Backstreet Boys, una volta considerate le ballad che rappresentano l’essenza della boyband di Orlando, è anche pop e groove, senza esplosioni di ritmo o schianti dinamici ma con escursioni stilistiche che rendono il disco multicolore e compatto. Accade con Don’t go breaking my heart, dal ritornello epico e dal ritmo interessante grazie alle dinamiche del synth un po’ nello stile della soundtrack di Stranger Things. Il pezzo attinge riverberi e sonorità dagli anni ’80 e viene reso come un pezzo elettronico dal rullante ben presente, quasi uno schiaffo deciso che buca il riff di batteria rendendosi protagonista. New love si apre con un basso distorto che ricorda le intro dei brani indie-rock, per poi lasciar entrare la batteria elettronica e diventare una canzone pop, ma la vera scarica di groove arriva con Passionate, un brano decisamente funk con plettrate di chitarra decise e un giro di basso che rende giustizia allo strumento: il riff del quattro corde è percussivo, presente e determinante per la riuscita del brano. Gli interludi acapella sottraggono ritmo per qualche secondo, per poi tornare al groove e riprendere a tenere il tempo con piedi nervosi sul pavimento.

Shawn Mendes ha firmato Chances insieme a Ryan Tedder. Il ritmo trascinante e i 4/4 incalzati su un charleston in sedicesimi fanno di Chances una canzone eterogenea al disco, e non consentono di collocarla tra le ballad né tra i pezzi più spinti nel ritmo: il brano è forte e si regge su un groove continuo e gli accenti costanti, una combinazione che piaceva tanto agli U2 e che le nuove generazioni hanno rimodellatoOK chiude il disco, e tutto cambia come accade con Passionate ChancesOK è un brano estivo e spensierato e offre la giusta leggerezza di chi ha rivissuto i suoi migliori anni attraverso le 11 canzoni precedenti.

Chitarre acustiche e cori da spiaggia salutano l’ascoltatore che ha appena viaggiato nel tempo, a metà tra uno stato confusionale e una ritrovata serenità, dopo che la boyband ha voluto celebrare i 26 anni di carriera con un disco tutto nuovo. DNA dei Backstreet Boys è la celebrazione di una consapevolezza, perché se esistono ancora artisti con qualcosa da dire e qualcosa da fare, l’innovazione e la maturità possono anche restare sottintese per lasciare spazio a ciò che il pubblico ama maggiormente.