Due volti sospetti si aggiravano tra il pubblico dell’O2 Arena di Londra, ma nessuno immaginava che una leggenda stava per materializzarsi nuovamente sul palco, specialmente quando su questo un Paul McCartney ancora in perfetta forma tuonava i pezzi dei Beatles, degli Wings e dei Quarrymen. In una scaletta che iniziava con A hard day’s night dei Fab Four sir Paul, bassista, cantante e chitarrista si esibiva con 40 brani domenica 16 dicembre sulle rive del Tamigi.
Con la data di domenica l’ex bassista dei Beatles stava promuovendo il suo ultimo album “Egypt station”, del quale ha suonato Fuh you, Come on to me e Who cares, quando è arrivato il momento dell’intervallo e dei bis. Dopo il brano Wonderful Christmastime contenuto nel suo album da solista “Back to the egg” (1979), due divinità della musica hanno raggiunto il palco di Paul McCartney tra applausi scroscianti e sguardi increduli. Da una parte Ron Wood, chitarrista dei Rolling Stones; dall’altra sir Richard Henry Starkey, meglio conosciuto come Ringo Starr, lo storico batterista dei Beatles.
In questo modo Paul McCartney ha voluto sorprendere il pubblico formando, all’ultimo minuto, una superband fatta di pietre miliari del rock. Sir Paul, inoltre, ha sicuramente voluto sfatare il mito della storica rivalità tra i Beatles e i Rolling Stones, accogliendo sul palco quel Ron Wood dei “cugini cattivi” dei Fab Four. Insieme hanno suonato Get back, una sorta di canzone simbolo per i Beatles. Il brano, infatti, era stato inserito nell’album “Let it be” (1970) che uscì diversi mesi dopo lo scioglimento ufficiale della band di Liverpool ed era stato presentato, per la prima volta, nello storico Rooftop Concert tenutosi sul tetto della Apple Inc. nel 1969.
Per pochi minuti di esibizione, quindi, Paul McCartney e Ringo Starr, unici superstiti dei leggendari Beatles, sono tornati insieme e hanno offerto al pubblico uno schianto di memoria con un brano per il quale ha suonato anche Ron Wood dei Rolling Stones, su un palco che in quel 16 dicembre sulle rive del Tamigi è diventato una macchina del tempo.
