Il ritorno di Mary Poppins, Emily Blunt splende con sentimento nel sequel del classico Disney (recensione)

Il ritorno di Mary Poppins porta di nuovo in scena la tata più famosa del cinema, e stavolta ha le fattezze di una raggiante Emily Blunt: si canta e ci si commuove (tanto) nel sequel del classico Disney.


INTERAZIONI: 130

Il ritorno di Mary Poppins al cinema? Un’operazione non facile per la Disney: la prima missione era trovare una degna sostituta all’indimenticabile Julie Andrews. In secondo luogo, si doveva riportare sulle scene un personaggio classico, la tata più famosa del cinema, e ricreare quell’aria fanciullesca respirata nel film del ’64.

Mary Poppins torna sul grande schermo dopo più di cinquant’anni e ha le fattezze di Emily Blunt – eterea, meravigliosa, colorata, dotata di grande sentimento, con una nomination ai Golden Globe meritata. La governante bussa nuovamente alla porta dei Banks – i fratelli Jane e Michael ormai cresciuti, interpretati da Emily Mortimer e Ben Whishaw – per aiutare la loro famiglia e i piccoli figli di lui, Anabel, Georgie e John. Il ritorno di Mary Poppins è l’adattamento cinematografico del libro di P.L. Travers, che regala una visione più matura del classico con la Andrews.

Ambientata nel 1930, negli anni della Grande Depressione, Michael Banks ha perso sua moglie e cerca di mandare avanti la famiglia lavorando come impiegato temporaneo presso la filiale bancaria dove vi lavorava il padre. L’atmosfera non è delle più calorose; la casa in cui vivono è malmessa, i soldi scarseggiano e lo stress è alle stelle. Michael, con il volto stanco di Ben Whishaw, come l’arzilla sorella Jane (che ha ereditato dalla madre la passione per l’attivismo umanitario), sembra non aver memoria delle magie di Mary Poppins, perché si sa “i grandi spesso dimenticano”. Al contrario, i piccoli Anabel, Georgie e John sono stati costretti a crescere in fretta e badare a loro stessi. Il vento, però, sta per cambiare con il ritorno di Mary Poppins.

Rob Marshall confeziona un film che, se a metà si arrampica sugli specchi puntando furbescamente al passato (le coreografie fantasiose, le scene tra umani e personaggi animati), dall’altra volge uno sguardo realistico al nucleo familiare (le difficoltà di un’epoca storica, che potrebbe benissimo riflettere quella odierna). Nonostante gli ottimi duetti tra la Blunt e l’artista tuttofare Lin-Manuel Miranda (qui nei panni del lampionaio Jack, amico di vecchia data di Mary), la presenza di Colin Firth, il cameo armonico di Meryl Streep, quello sorprendente di Angela Lansbury e quello nostalgico di Dick Van Dyke, la pellicola di Marshall fa commuovere più che sorridere. Dimenticate le esibizioni della pellicola originale; si canta ma, complice il doppiaggio, non c’è molto di supercalifragilistichespiralidoso. Il pubblico affezionato probabilmente non gradirà fino alla fine (e per questo consigliamo la visione in lingua originale), i più piccoli avranno comunque modo di divertirsi.

Il ritorno di Mary Poppins uscirà nelle sale italiane il 20 dicembre.