Il 12 Dicembre 1970 si teneva l’ultimo concerto dei Doors, con una disastrosa performance di Jim Morrison

A metà scaletta Jim dimenticò le parole, e per tutto lo show si appendava letteralmente al microfono, svogliato e spento


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Quella sera al Warehouse di New Orleans, il 12 Dicembre 1970 si teneva l’ultimo concerto dei Doors, e tutti i presenti che attendevano Thcoupitoulas Street ancora non sapevano che stavano assistendo alla storia. Jim Morrison era diverso, non era più il sex symbol sciamanico che ammaliava le donne presenti, che incantava il pubblico con i suoi proclama, le sue poesie, la sua voce così potente e profonda e la sua presenza scenica che lo aveva reso il simbolo di un’intera generazione che stava cambiando.

Jim Morrison era barbuto, ingrassato, barcollante e delirante, svogliato e spento. Negli anni precedenti aveva dovuto affrontare due problemi con la legge: il primo nel 1967 per aver inveito contro un poliziotto sul palco di New Haven. Il secondo nel 1969, quando era stato accusato di aver mostrato i genitali durante uno show a Miami. Quel Jim Morrison carico di provocazione, eccesso e spiritualità era ormai un’ombra. Il 12 Dicembre 1970 si teneva l’ultimo concerto dei Doors, e il Re Lucertola abbandonò il palco prima del tempo.

La setlist dei Doors era giunta quasi alla metà dell’esibizione, e Jim Morrison cominciò a dimenticare le parole dei brani. Mentre Ray Manzarek (tastiere), John Densmore (batteria) e Robby Krieger (chitarra) continuavano a suonare, Morrison si appendeva letteralmente al microfono mentre cantava Light my fire. Durante il lungo special strumentale il cantante si era seduto sul palchetto che sorreggeva la batteria, e quando arrivò il momento di riprendere a cantare non riusciva a rialzarsi. Densmore dovette intervenire spingendolo con un piede, e Jim si rialzò.

L’esibizione continuò con i brani cantati a metà per le amnesie sui testi, problemi che Morrison cercava di compensare con battute ironiche ma che lo mostravano sempre più distaccato dal resto del mondo e sempre più concentrato sul lato oscuro della sua persona. Un lato oscuro che aveva preso il sopravvento, e che lo aveva reso la caricatura di se stesso. Forse Jim Morrison era già consapevole che in quel 12 Dicembre 1970 si teneva l’ultimo concerto dei Doors, e a più riprese aveva afferrato il microfono per poi lanciarlo violentemente sul pavimento del palco, fino a scheggiare entrambe le cose.

Ray Manzarek lo ricorda immobile, assente e distante. Per un attimo, racconta Manzarek, gli era sembrato che Morrison avesse abbandonato lo show, ma era ancora lì: in piedi, vitreo, di fronte al microfono. All’ennesimo momento in cui dimenticò il testo dei brani, Morrison si fece furioso e fece un buco sul palco con l’asta per il microfono, e abbandonò lo spettacolo. Se il 12 Dicembre 1970 si teneva l’ultimo concerto dei Doors, la band lo aveva capito proprio in quel momento. Insieme decisero che quella sera a New Orleans era stato il loro canto del cigno, perché lo stato di cose in cui si trovava Morrison rendeva impossibile continuare il tour. I problemi di Jim con l’alcol non erano mai finiti, e lo avevano stretto nella morsa di una spirale discendente che di lì a pochi mesi lo avrebbe portato via per sempre.