Eros Ramazzotti per il governo 5 Stelle – Lega, da ex comunista difende Matteo Salvini ma anche le ONG

L'endorsement di Eros Ramazzotti per il governo 5 Stelle - Lega: il cantautore, ex comunista, difende anche il Matteo Salvini sull'immigrazione


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Se molti artisti si sono esposti contro l’esecutivo gialloverde in questi primi mesi di attività, dalle pagine di Vanity Fair arriva una voce in controtendenza, l’endorsement di Eros Ramazzotti per il governo 5 Stelle – Lega.

L’ex ragazzo di periferia ormai popstar dalla popolarità mondiale dimentica le radici di sinistra in cui è cresciuto e dà la sua approvazione al governo gialloverde, mostrando fiducia in quel cambiamento tanto auspicato da diventare l’appellativo con cui definire l’esecutivo.

In promozione col suo nuovo album di inediti in arrivo e il relativo tour mondiale, intervistato da Vanity Fair Ramazzotti non si è sottratto alle domande di natura politica e come altre celebrità nostrane (da Simona Ventura a Claudia Gerini) si è unito al coro di chi guarda con curiosità e speranza al nuovo governo.

Ramazzotti conferma di aver votato Movimento Cinque Stelle e nonostante la crisi di governo abbia messo a dura prova l’etica del Movimento, finora contrario a qualsiasi tipo di alleanza coi partiti tradizionali, è felice della scelta fatta: “Alle ultime elezioni ho votato 5 Stelle e lo rifarei“, dice Ramazzotti, che poi ricorda di essere cresciuto in una famiglia di sinistra tra i valori della lotta di classe e dell’uguaglianza. Valori che oggi definisce utopia.

Mio padre era comunista immaginava un mondo equo in cui a tutti toccasse in sorte un pezzo di pane. Era utopia e lo scoprì sulla sua pelle (…) io ho avuto la tessera del Pci per sei mesi, credo. Non amo la politica, non sono per un partito o per un colore, ma sono dalla parte della gente. Nella mia visione del mondo, la gente deve stare bene. E credo di interpretare il classico prototipo italiano. (…) Questa volta ho votato 5 Stelle e lo rifarei. Penso che più di tutti abbiano interpretato il desiderio di un cambiamento che era necessario Ci vuole tempo per cambiare e migliorare l’Italia: parliamo di decenni, non di un anno o due.

Ramazzotti non è solo felice di aver sostenuto il Movimento di Beppe Grillo e Luigi Di Maio, ma è anche parecchio indulgente col vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini: per il cantautore romano è “duro, pesante e a volte sgradevole, ma non ha tutti i torti in assoluto e ha almeno il pregio di smascherare l’ipocrisia generale” sul tema dell’immigrazione.

A un continente l’Africa che si dibatte tra guerra e carestie bisogna fornire una risposta solidale che sia Comune. Europea. Globale. Non basta l’Italia come non bastano Emergency e Medici Senza Frontiere che pure fanno un lavoro straordinario. Noi abbiamo fatto la nostra parte accogliendo centinaia di migliaia di persone. Ora tocca agli altri con spirito costruttivo e non di fazione. Attenuando lo scontro e il rumore di fondo.