Concerto per Genova, nel giorno dei funerali l’appello di Gino Paoli per la raccolta fondi e contro il rischio oblio

Il cantautore annuncia un concerto per Genova, nel giorno dei funerali di Stato per le vittime del crollo del ponte Morandi


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Nel giorno dei funerali di Stato che si sono svolti in città per 19 delle 42 vittime della strage del crollo del ponte Morandi, Gino Paoli ha annunciato la volontà di organizzare un concerto per Genova, un evento musicale di beneficenza per raccogliere fondi da destinare alle centinaia di sfollati che dopo il crollo si sono ritrovate senza una casa o nell’impossibilità di ritornarvi finché l’intera zona interessata dal tragico evento non sarà rimessa in sicurezza.

Non è la prima volta che Paoli decide di organizzare un concerto di beneficenza per la sua città: il cantautore fece lo stesso dopo l’alluvione di quattro anni fa che mise in ginocchio Genova e i suoi cittadini. Stavolta l’obiettivo è sostenere chi nel crollo ha perso la casa e gli investimenti di una vita, ha spiegato l’artista in un’intervista al Messaggero.

Gino Paoli vuole che il concerto per Genova serva anche a mantenere alta l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica sul dramma della città, perché il rischio dell’oblio è sempre dietro l’angolo. Per questo il progetto sarà realizzato presumibilmente all’inizio del prossimo anno.

Le polemiche non servono a nulla. Del ponte se ne parlerà tanto per un po’ e poi, dopo tutta la passione che si è scatenata, ci si dimenticherà di tutto. Succede sempre così, da noi. Per questo sto pensando che bisognerà fare qualcosa. Sto pensando ad un concertone (…) Raccogliere soldi, in questi casi, serve sempre: penso agli sfollati, ma non lo farei subito. Meglio fra sei mesi, così servirà a risvegliare le coscienze quando si saranno addormentate, dimenticando tutto.

Il cantautore ha anche sostenuto la necessità di ripensare il progetto della Gronda, alternativo al Morandi ma avversato per anni da gran parte dei genovesi, per ripensare la circolazione nel centro città che dipendeva soprattutto da quel ponte crollato alla vigilia di Ferragosto facendo 42 vittime. Pur in un momento così doloroso, il cantautore non ha rinunciato ad un giudizio severo nei confronti delle scelte operate dai suoi conterranei negli ultimi anni in termini di progetti infrastrutturali per la città.

Bisognerà ripensare rapidamente all’idea della Gronda, la città così resta spezzata in due e per la circolazione è un vero casino, perché c’è solo una strada alternativa. Ma è giusto ricordare che i genovesi, la Gronda, non la volevano. Il genovese è così, la città era contro anche alla costruzione della sopraelevata. Ma poi sono i primi a lamentarsi. Storicamente, siamo dei veri artisti del mugugno. Ai tempi, per i marinai genovesi esistevano addirittura due tipi di contratto di ingaggio sulle navi: con mugugno o senza mugugno. Naturalmente il diritto al mugugno voleva dire avere una paga più bassa.