Multa Google porterà ad Android a pagamento per i produttori? Scenari possibili

Grande clamore intorno alla sanzione UE e Sundar Pichai lascia intendere possibili risvolti negativi.

Android a pagamento

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Non si fa che parlare della multa Google e pure di Android a pagamento nelle ultime ore: dopo la sanzione della UE a Big G, ecco che la possibilità che il sistema operativo da sempre free per i produttori cominci ad avere un costo e neanche tanto esiguo non è affatto campata in aria. D’altra parte a Mountain View dovranno pure cercare di recuperare qualche spicciolo (si fa per dire). La situazione è abbastanza complessa, vediamo dunque di chiarirla in parole semplici.

La notizia di ieri della multa a Google di 4.3 miliardi di dollari è senz’altro un duro colpo per il colosso americano. L’accusa è quella di aver approfittato della posizione predominante con il sistema operativo Android, vietandone versioni modificate e obbligando i produttori di smartphone a preinstallare sui loro device applicazioni dell’universo Google appunto (in primis il browser Chrome) e naturalmente anche il relativo motore di ricerca. Uno stato di cose che il CEO Sundar Pichai ha definito necessario per garantire la natura free del servizio reso e che se modificato potrebbe portare a cambiamenti rivoluzionari.

Android a pagamento in futuro per i produttori che adotteranno il sistema operativo sui loro dispositivi è qualcosa di plausibile? Pichai, con le sue ultime dichiarazioni dopo la multa a Google, sembra voler minacciare proprio questo scenario. Non potendo usufruire nella prerogativa della fornitura di servizi alle aziende partner, dovrebbe pure in qualche modo sopperire a quanto non raggiunto grazie agli introiti pubblicitari guadagnati via app. I produttori dal loro canto però dovrebbero mettere in campo molte risorse per garantire ai clienti strumenti proprietari esattamente corrispondenti a quelli originali di Mountain View. Ammesso poi che gli utenti siano poi disposti al grande salto.

Ma se un giorno Android a pagamento per i produttori sarà realtà, l’appuntamento non sarà tanto prossimo. Intanto Google ha impugnato la stessa multa cercando di far valere le sue ragioni e probabilmente nessun cambiamento alla situazione attuale avverrà prima di molto tempo.