Mentre il pubblico aspetta l’arrivo della terza parte su Netflix, Alex Piña pensa già a La Casa di Carta 4: la saga dei rapinatori della Zecca di Stato Spagnola non si fermerà infatti al nuovo capitolo in arrivo nella primavera 2019 sulla piattaforma streaming.
La conferma è arrivata dallo stesso showrunner in occasione della partecipazione al Monte Carlo Television Festival: oltre ad aver annunciato la potenziale uscita de La Casa di Carta 3 tra maggio e giugno del prossimo anno, Piña ha anche anticipato ulteriori progetti futuri.
Oltre al creatore, lunedì 18 giugno hanno presenziato al festival di Monte Carlo l’attore Pedro Alonso (Berlino) e la sceneggiatrice Esther Martinez Lopato: i tre hanno risposto alle domande della stampa rivelando, tra l’altro, che c’è già l’intenzione di prolungare la vita della serie con un quarto capitolo.
“Stiamo pensando alla terza e quarta stagione, ci pensiamo in modo globale” ha dichiarato il creatore intervistato da Aubéry Mallet per PureBreak.com. La trama della terza parte, dunque sarà di respiro abbastanza ampio da prevedere anche un seguito in una quarta.
Come riporta Première, al panel dedicato alla serie durante il Festival Piña ha spiegato come si sta muovendo nella scrittura di un sequel che non era inizialmente previsto, visto che La Casa di Carta è nata come una serie destinata ad avere un’unica stagione su Antena3, poi divisa in 2 parti da Netflix per la distribuzione internazionale e rinnovata dopo il clamoroso riscontro ottenuto in mezzo mondo.
Ovviamente non ci aspettavamo il successo della serie, e oggi è vero che ci sentiamo più forti con questa stagione 3. Perché le persone ora conoscono i personaggi… Non dobbiamo deluderli. (…) Lavoriamo molto sulla frammentazione temporale e ci prenderemo qualche libertà sul fattore tempo, per andare oltre quello che abbiamo fatto nella seconda stagione. Penso che gli spettatori siano pronti per questo.
La Casa di Carta è stata premiata durante la kermesse come Miglior Serie Drammatica dell’anno, con grande soddisfazione di Pedro Alonso che lo reputa un ottimo segno, una dimostrazione dell’accresciuta competitività delle produzioni spagnole nel mondo.