È stato un concerto a tutto tondo quello di Lana Del Rey a Roma nella seconda delle due date italiane del LA To The Moon Tour. Contro ogni aspettativa dopo le cronache di un live scarno in quel di Milano, venerdì 13 aprile a Roma è andato in scena tutt’altro show ed è parso chiaro sin dall’ingresso sul palco della cantante, in minidress nero in pelle dallo spacco vertiginoso e stivali lunghi al ginocchio, che non si sarebbe trattato affatto di un evento sottotono, a partire dalla durata (più di un’ora e quaranta) passando per la resa vocale (molto più matura che in passato).
Mentre sul led alle sue spalle scorrevano immagini di via della Conciliazione, con scorci di Castel Sant’Angelo e piazza San Pietro, Landa Del Rey ha esordito dicendosi “felice di essere un una città più delle più belle al mondo” e questo stesso entusiasmo l’ha dimostrato durante il resto della serata, ricordando di essere mancata per anni dall’Italia e cercando per questo di accontentare il pubblico in ogni richiesta.
Un concerto ricco, dinamico, quello di Roma, in cui la popstar ha letteralmente riempito la scena percorrendo l’intero palco, eseguendo brevi coreografie, cantando da sdraiata (in Pretty When You Cry, con un piccolo problema tecnico al microfono subito superato) o dondolandosi su un’altalena (in Video Games), fino a scendere in platea tra il pubblico per una lunga parentesi di foto, saluti, autografi poco prima della fine del concerto.
Grande soddisfazione da parte del pubblico che ha cantato tutte le canzoni (e della stessa Del Rey nel notare la partecipazione dei fan ad ogni brano: “Posso dire che questa è una seconda casa per noi“), soprattutto per la scaletta arricchita di quattro pezzi rispetto a quella standard.
Lana Del Rey ha costantemente cercato il dialogo col pubblico, ascoltando le richieste delle prime file ed esaudendole praticamente tutte: rispetto alla prima data milanese, a Roma sono state aggiunte in scaletta Salvatore (incredibilmente non programmata sin dall’inizio nella setlist, visto il testo in parte in italiano), una versione a cappella di Dark Paradise, Love e Get Free, tutte invocate a gran voce dal parterre.
Nell’ultima parte del live ha raccolto i regali lanciati dal pubblico, tra cui una bandiera dell’Italia, e ha indossato un cappellino della Roma fino al termine della sua esibizione: dopo Ultraviolence, anziché ritirarsi nel backstage prima del blocco finale, è scesa tra i pubblico per un bagno di folla, perché “non succede spesso di essere qui dai miei amici romani“.
Ecco la scaletta romana e alcuni video trapelati dalla serata.
13 Beaches
Cherry
Scarborough Fair
Pretty When You Cry
WhiteMustang
Born To Die
Blue Jeans
National Anathem
West Coast
Salvatore
Lust For Life
Medley Change/Black Beauty/Young and Beautiful
Ride
Dark Paradise
Video Games
Love
Yayo
Ultraviolence
Summertime Sadness
Get Free
Off The Races
https://youtu.be/3hn2vw4MTkI
