Bufala BFF su Facebook: la parola diventa verde ma perché account non è protetto

Lo scandalo Facebook imperversa e tornano vecchie catene senza alcun fondamento di verità, ecco la più insensata.

BFF Facebook

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C’era da aspettarselo: la bufala BFF Facebook  e della famosa parola che deve diventare verde nei commenti del social per verificare se il proprio account sia sicuro torna prepotentemente in queste ore. Non a caso, in concomitanza con l’intervento chiarificatore di Mark Zuckeerberg presso il Senato  statunitense, in un momento in cui il discorso sicurezza è cruciale, dopo lo scandalo dei dati di ben 87 milioni di profili sparsi per il mondo rubati da Cambridge Analytica. La nuova catena si alimenta dunque nuovamente  di questo clima di allarmismo e pure di malcontento, dopo essere comparsa la prima volta qualche settimana fa.

La bufala BFF è sempre la stessa:  sulla bacheca personale del social molti italiani ma non solo hanno cominciato a visionare un messaggio in cui “Mark come direttore esecutivo” invita tutti a verificare che l’account sia sicuro, proprio condividendo e commentando la parola BFF. Se questa, una volta pubblicata diventa verde, si avrà la certezza che il proprio account sia protetto da qualsiasi pericolo. Davvero è così? Certo che no, è il cambio colore del termine non è altro che un effetto grafico/animato del social network, come ce ne sono mille altri.

BFF è un acronimo che sta per BFF ossia “Best Friend Forever” (per chi non mastica l’inglese, miglior amico per sempre). La parola viene condivisa comunemente nei paesi anglofoni per identificare una persona molto cara e restituisce l’effetto animato di due mani che battono il cinque a rimarcare il valore del termine. In sostanza accade qualcosa di simile a quando, in italiano, si commenta con la parola “Complimenti” un post di un amico e di fatto il termine diventa rosso.

La bufala BFF resta tale e il direttore Mark Zuckerberg dovrà mettere in campo ben altre misure di verifica dell’account del social per uscire fuori dalla criticità dello scandalo della sua creatura.  Digitare il termine incriminato non servirà a nulla se non a taggare il nostro migliore amico.