Verifica BFF Facebook, account protetto con parola verde da condividere: cosa significa, altro che ordine del direttore Mark

Si tratta semplicemente di un acronimo che porta con se effetto grafico, nessuna verifica dell'account

BFF Facebook

INTERAZIONI: 116

Siamo alla frutta e oltre: la verifica BFF Facebook nei post o nei commenti del social network sperando la parola diventi verde per segnalare che il proprio account è protetto, così come suggerisce il direttore Mark (Zuckerberg certamente), è l’ultima catena strabiliante che sta dilagando in queste ore. Cosa significa veramente e l’operazione suggerita ha davvero senso?

Riprendendo un’analisi strutturata fornita da David Puente, ecco che possiamo smontare pezzo per pezzo l’ultima bufala in circolazione. Certo che il messaggio diramato su Facebook avrebbe già in se tutti gli elementi necesari per apparire come un falso e mi riferisco soprattutto all’enunciazione in parte sgrammaticata delle nota che fa riferimento al proprio account contrassegnato come una galleria disco che certamente non significa proprio nulla. Allo stesso modo, tuttavia, la prima parte del messaggio potrebbe sembrare credibile e proprio scrivere un post con la parola BFF ha come effetto reale proprio quanto riportato. Il testo diventa verde e a questo si aggiunge anche un effetto grafico davvero bello. Ma allora c’è un fondamento di verità nell’operazione? Niente affatto!

Scrivere la parla BFF sulla bacheca Facebook prevede come conseguenza un effetto molto simile a quando, ad esempio, si scrive “Congratulazioni”: anche in quel caso il testo cambia colore e si può vedere qualche effetto grafico particolare. Sveliamo l’arcano e BFF è l’acronimo di Best Friend Forever (miglior amico per sempre): una volta digitato il testo, questo diventa effettivamente verde e a questo si associa l’animazione di due mani che battono il cinque in segno di intesa.

Come intuibile, scrivere la parola BFF non comporterà alcuna verifica dell’account Facebook che non sarà più o meno proitetto dall’operazione e pure quest’ultima non è stata per niente suggerita dal direttore Mark. Probabilmente Zuckerberg, dopo lo scandalo Cambridge Analytica di questa settimana ha ben altro a cui pensare.