In queste ore sono scoppiate le polemiche in Rete in merito alle rimodulazioni Wind e Tre, senza dimenticare quelle di TIM, Vodafone e Fastweb, che a detta di diversi utenti sarebbero irregolari. Il principio sul quale verte la perquisizione da parte della Guardia di Finanza, di cui vi abbiamo dato prontamente notizia nella giornata di ieri, sta nel fatto che i vari operatori si sarebbero accordati tra loro in seguito al decreto che ha determinato il ritorno alla fatturazione ogni quattro settimane.
Insomma, il rincaro sulle fatture pari all’8,6%, pur mantenendo inalterata la spesa annuale per il pubblico, merita per le autorità e per l’Antitrust qualche altro approfondimento. C’è stata qualche pratica scorretta tale da far ritenere che le rimodulazioni Wind e Tre non siano state regolari. La questione coinvolge anche gli alti colossi menzionati in precedenza? Al momento le indagini sono in corso e sarebbe frettoloso sbilanciarsi sotto questo punto di vista, ma nel frattempo è possibile prendere atto della replica ufficiale da parte del brand unificatosi circa un anno fa.
In sostanza, si accusano gli operatori di aver determinato l’aumento dei prezzi delle tariffe e di aver privato i clienti della possibilità di poter beneficiare del corretto confronto concorrenziale tra le compagnie telefoniche, al netto di tutti i discorsi che si possono fare a proposito del diritto di recesso. Ricapitolando, a detta dell’Antitrust i quattro operatori più importanti qui in Italia avrebbero concertato la variazione delle condizioni contrattuali annunciati tramite SMS ai rispettivi clienti.
Secondo Wind Tre, durante la perquisizione sono state fornite tutte le informazioni richieste dalla Guardia di Finanza, in nome di una totale collaborazione tra le parti. Insomma, sentiremo ancora parlare a lungo delle recenti rimodulazioni Wind, Tre, fino ad arrivare a TIM, Vodafone e Fastweb.