“Saranno anche morti, ma la loro musica vivrà per sempre”: questo il sottotitolo di Radio Dead, la prima web-radio la cui regola è che ogni canzone trasmessa deve essere di un artista morto.
Per le band? Semplice: è necessario che un componente del gruppo sia passato a miglior vita.
Da decenni molti si chiedono se il rock è morto: in attesa di risposta, Steve Penk, ex dj britannico di Virgin Radio, ha fondato Radio Dead.
Nel brano “Li Immortacci” del 1996 Elio e Le Storie Tese immaginavano che le defunte leggende del rock fossero state assunte da una ditta per motivi di marketing e costretti a vivere in differenti quartieri di Roma: “Li cantanti morti nun so’ mmorti veramente. / So’ nascosti a Roma a fa’ la bella vita. / Sono stati presi in blocco da ‘na ditta / pe’ ffa’ vennere più dischi e faje un po’ pubblicità”.
Questo ideale luogo – o forse non/luogo – oggi è sulle frequenze web di Radio Dead. Da Amy Winehouse a John Lennon, da George Michael a Prince, passando per Leonard Cohen e David Bowie, Whitney Houston e Janis Joplin, Michael Jackson ed Elvis Presley. Gli ultimi in ordine di tempo sono la star di ‘Glee’ Mark Salling, la frontwoman dei Cranberries Dolores O’Riordan e la leggenda del grunge Chris Cornell: il loro repertorio è finito dritto dritto nelle playlist di Radio Dead.
Una playlist implacabile come una falce…