Jurassic World, stasera in tv continua la saga dei dinosauri creata da Spielberg

Su Canale 5 alle 21.10 il film che segna il ritorno, dopo oltre un decennio, del popolarissimo franchise cinematografico. La storia ricalca il primo episodio. E non bastano gli effetti speciali a dare corpo a uno spettacolo che sa di già visto. Chris Pratt nella parte dell’eroe.

Jurassic World, stasera in tv la saga dei dinosauri di Spielberg

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Il pubblico li vuole più grandi, più aggressivi, più letali”, dice la manager di Jurassic World, Claire (Bryce Dallas Howard), ai possibili nuovi sponsor. Ed ecco allora che lo scienziato Henry Wu (BD Wong), su indicazione del proprietario, il miliardario Simon Masrani (Irrfan Khan), crea un dinosauro geneticamente modificato, l’Indominus rex, che si rivela oltre che ferocissimo, intelligentissimo, mettendo a repentaglio tutta la struttura. A trovarsi in pericolo sono, tra migliaia di turisti, i nipoti di Claire, Zach (Nick Robinson) e Gray (Ty Simpkins). La situazione richiede l’intervento di Owen (Chris Pratt), un ex militare addestratore di velociraptor e del collega Barry (Omar Sy, sprecato). Nell’ombra trama Hoskins (Vincent D’Onofrio), l’esperto di sicurezza che, intravedendo il possibile utilizzo per scopi militari degli animali, prende in mano la gestione dell’emergenza.

È come se la trama di Jurassic World, stasera in tv su Canale 5 alle 21.10, ricapitolasse i problemi in cui è incorso il franchise cinematografico ideato da Steven Spielberg. I due episodi seguiti al capostipite avevano incontrato un crescente calo di popolarità, facendo arenare il progetto di una quarta puntata, giunta solo quattordici anni dopo. Il problema era esattamente quello: gli spettatori, dopo l’iniziale meraviglia per Jurassic Park, s’erano abituati ai lucertoloni giganti, e avevano bisogno di qualcosa di più emozionante. Jurassic World, diretto da Colin Trevorrow (Spielberg s’è riservato il ruolo di produttore esecutivo), ha evidentemente soddisfatto le aspettative: 1 miliardo e 600 milioni di dollari d’incasso globale, e una una quinta puntata già annunciata, Jurassic World – Il regno distrutto, attesa per il 2018.

La struttura narrativa di Jurassic World è quasi la stessa del primo film: ancora un gruppo di coraggiosi, più due ragazzini in pericolo, che affrontano le bestie feroci. Gli effetti speciali sono impeccabili, ma giocoforza sanno di già visto: così fin dalle prime sequenze si vede il piccolo Gray sempre a bocca aperta di fronte a qualunque attrazione, quasi per convincere gli spettatori che ciò cui stanno assistendo è incredibile.

Il film inanella clichés: Owen, che appare la prima volta inquadrato dal basso, a segnalarne l’enorme statura d’eroe, è il macho vecchio stile, beve coca cola in maglietta mentre aggiusta la motocicletta coi bicipiti in vista, mix tra Indiana Jones (come lui passa all’ultimo secondo sotto una saracinesca che sta per chiudersi, Spielberg si autocita) e l’uomo che sussurrava ai dinosauri, capace di entrare in empatia con gli animali. Accanto a lui c’è la supermanager Claire, che lavora troppo (non sa neanche che età hanno i nipoti, la disamorata): ma al momento giusto saprà farsi valere, al traino però del maschio alfa, col quale s’esibisce in gag di alleggerimento che ripetono le tipiche schermaglie da rom-com.

Owen è il depositario del buon senso tradizionale (e della morale del film), incarnazione d’una saggezza tradizionalista la quale sa che la natura deve seguire il suo corso, senza intromissioni. Ma i rappresentanti del potere non l’ascoltano: lo scienziato Wu (che è orientale, mentre gli eroi sono wasp), inebriato dal senso d’onnipotenza che dà il giocare con le manipolazioni genetiche; il miliardario Simon (indiano, il pericolo viene sempre da Est), il quale ha sì un’aria simpatica e ispirata alla Richard Branson, ma anche lui evidentemente deve aver perduto il senso del limite; il militarista Hoskins, immancabilmente il più ottuso del gruppo.

A farne le spese sono i bambini, la cui vita viene messa in pericolo dai disegni di questi sconsiderati. Su di loro però veglia Claire, che con assennatezza vieta ai nipoti di guardare le cruente immagini degli scontri tra dinosauri e militari. Peccato però che Jurassic World non ne sposi il condivisibile punto di vista, dato che agli spettatori adolescenti, target principale del film, offre la visione delle suddette raccapriccianti sequenze (anche se non s’indugia in dettagli splatter).

Insomma, fatta la tara ai mirabolanti effetti speciali, Jurassic World è un film di fattura tradizionale, con i buoni e i cattivi ben distinti – anche somaticamente –, snodi narrativi prevedibili e una morale preconfezionata un po’ ipocrita (dato che si punta il dito proprio contro quell’impresa capitalista e quelle tecnologie senza le quali un film di tale complessità sarebbe irrealizzabile). Jurassic Park fu una tappa importante nella carriera di Spielberg: il segno della fine dell’adolescenza e la presa di consapevolezza della pericolosità di un mondo divenuto improvvisamente adulto, e non è certo un caso che il film immediatamente successivo fu il serio Schindler’s list. La serializzazione del modello ne ha diluito le intuizioni, trasformando il senso di minaccia legato alla natura incontrollabile in un passatempo elettrizzante, una scarica di adrenalina continua da servire a un pubblico giovanile a caccia di emozioni forti. Un parco di divertimenti, appunto.

Jurassic World (2015) di Colin Trevorrow, con Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Vincent D’Onofrio, Omar Sy, stasera in tv su Canale 5, ore 21.10.