Le rimodulazioni Vodafone, TIM, Wind e 3 Italia tengono ancora banco, soprattutto in merito al nuovo disegno di legge che prevedrebbe il ritorno al periodo di tariffazione di 30 giorni, in modo da far decadere il pagamento, da parte dei consumatori, della tredicesima mensilità, come ormai accade da un paio d’anni.
Una fatturazione di tal genere è da ritenersi al limite della validità, il Governo ne sta prendendo man mano coscienza, mobilitandosi per ripristinare la situazione, e fare così giustizia.
Se da un lato aleggia la paura che il freno in corso di definizione per le rimodulazioni Vodafone, TIM, Wind e 3 Italia relativamente al periodo di tariffazione possa mobilitare i gestori telefonici a correre ai ripari (magari aumentando, per rimpolpare le casse dai soldi sottratti, per un leggero ritocco delle tariffe, bilanciando in questo modo le cose), dall’altro si fa largo l’ipotesi di un eventuale rimborso per i clienti.
La proposta di legge, che andrà a costituire parte integrativa della legge di bilancio (naturalmente se approvata, anche se in tal senso non pensiamo sorgeranno problemi), prevedrebbe, oltre al ritorno ad una tariffazione a 30 giorni, il rimborso per gli utenti che si sono visti sostenere una spesa aggiuntiva dell’8.7 % per via della tredicesima mensilità. Oltretutto, scatteranno anche multe dal valore raddoppiato per i gestori telefoni inadempienti.
Adiconsum, una delle associazioni che si batte per la difesa del consumatore, si è dichiarata soddisfatta delle premesse, sperando il tutto andrà in porto in tempi ragionevoli (aspettare per lungo tempo significherebbe far fare alla proposta di legge sulle rimodulazioni Vodafone, TIM, Wind e 3 Italia l’epilogo dispiegatosi per la legge contro i call center, ancora in pendenza ed in corso di definizione). Ormai il sasso è stato tirato: ci augiriamo solo si completi l’opera quanto prima.