L’incredibile mix di action, canzoni, sparatorie e balletti di Ammore e malavita aveva già conquistato gli addetti ai lavori dell’ultimo festival di Venezia, dove era passato nel concorso principale. Adesso, dal 5 ottobre, l’uscita in sala: e il pubblico potrà divertirsi con questa sorprendente acrobazia tra i generi cinematografici che mescola musical, thriller, sceneggiata napoletata, cucinata con sbrigliata ironia dai Manetti Bros., il duo di registi romani che dopo il fortunato Song ’e Napule ha deciso di usare ancora una volta Napoli quale teatro per mettere in scena la propria idea di cinema.
Ammore e malavita è un “crime musical”, così l’hanno definito i suoi autori. Nel quale quindi le canzoni costituiscono un elemento essenziale, una parte indispensabile nell’economia della trama di questa storia di violenza e camorra, al centro della quale c’è uno spietato killer, interpretato dall’attore feticcio dei Manetti Bros., Giampaolo Morelli il quale, per l’amore che nutre per Serena Rossi, si redime ribellandosi al boss Carlo Buccirosso.
L’apporto dei brani musicali, ben 15 e quasi tutti in napoletano è dunque fondamentale: e fondamentale è stato perciò il ruolo di Alessandro Nelson Garofalo, in arte Nelson, il cantautore napoletano che abbiamo incontrato negli studi di Optima Italia, autore delle liriche dei brani di Ammore e malavita, musicati da Pivio e Aldo De Scalzi. Nelson aveva già collaborato coi Manetti Bros. in Song ’e Napule, firmando ’A verità, il pezzo interpretato da Franco Ricciardi, con la quale aveva vinto il David di Donatello per la migliore canzone nel 2014. E stavolta, per Ammore e malavita sono arrivati a Venezia per lui altri due prestigiosi riconoscimenti, il premio Pasinetti del sindacato dei giornalisti cinematografici e il Soundtrack Stars Award Special.
Per definire il proprio ruolo in Ammore e malavita, più che di composizione Nelson preferisce parlare di sceneggiatura. “Con i Manetti ci siamo subito resi conto che i testi delle canzoni non potevano essere scritti senza un lavoro parallelo di sceneggiatura. Le parole dei brani musicali sono parte integrante dei dialoghi: gli attori a un certo punto sospendono la recitazione e cominciano a parlarsi cantando, per cui per forza di cose queste parole dovevano intrecciarsi nel tessuto della storia. In questo senso il mio lavoro è stato a tutti gli effetti di cosceneggiatura, più che strettamente musicale”.
Anche per questo, i brani si sono modellati sugli attori che li hanno cantati: “All’inizio, quando ho cominciato a scrivere, il cast non era ancora definito. Si supponeva che ci sarebbero stati Giampaolo Morelli o Raiz, ma non potevamo ancora saperlo perché non erano stati sostenuti i provini. Questo ha significato che, in corso d’opera, le liriche sono state modificate tante volte, perché le parole dovevano essere adattate, oltre che alla storia, allo stile degli attori e dei cantanti che le avrebbero interpretate. Infatti se vado a rileggere le prime cose che ho scritto, sono piuttosto diverse dalle canzoni poi incise per il film”.
Sulle interpretazioni vocali degli attori, alcuni dei quali senza alcuna esperienza come cantante, il giudizio di Nelson è lusinghiero: “In particolare Claudia Gerini, che aveva l’ulteriore difficoltà, lei non napoletana, di recitare e cantare in napoletano. È stata splendida, non ho parole per la sua interpretazione. Sulle prime avevo qualche timore, ma sia i Manetti che lei erano assolutamente convinti. E infatti è perfetta, anche come cantante. Lo stesso vale per Giampaolo Morelli, che aveva già cantato in Song ’e Napule, ed è assolutamente credibile. È ovvio che lo spettatore non si aspetta da lui la stessa prestazione canora di un Raiz, un Franco Ricciardi o Serena Rossi. Ma il risultato è eccellente”.
L’intervista con Nelson si è poi trasformata in un piccolo concerto dal vivo, nel quale l’artista ha offerto le sue riletture in chiave acustica di alcuni brani portanti del film, da L’amore ritrovato – divertente versione italianizzata di What a feeling di Flashdance – a Chiagne femmena, che comparirà anche nel prossimo disco solista che Nelson pubblicherà all’inizio del 2018. Nel film il brano è cantata con lo stile melodrammatico che gli è proprio, da un’icona della musica napoletana, Pino Mauro. “Il maestro – come lo chiama rispettosamente Nelson – è incredibile. Sembra essersi fermato a un’altra epoca. Oggi non esiste più il divismo, ma lui è rimasto divo dentro. Quando l’ho conosciuto gli ho chiesto se dovevo continuare a dargli del lei o passare al tu. E lui per tutta risposta: ‘Facciamo così, dammi del voi e continua a chiamami maestro!’”.
A sorpresa, alla fine dell’intervista, Nelson ci ha regalato un brano inedito, lui tifoso sfegatato del Napoli, di argomento calcistico. “Per un’intervista su ‘Il Napolista’ mi avevano chiesto di preparare una canzone su un calciatore del Napoli e ho pensato che il personaggio più interessante fosse Christian Maggio. Forse perché ci ho visto dentro un po’ della malinconia che mi appartiene e che naturalmente, quasi senza che io lo voglia, finisce nelle mie canzoni”.
“Purtave ’e suonne ’e chesta gente annanze e areta / e difennive sta città pure cu ’e prete. / Mo dice ca nun ê ’a correre cchiù / ca sulo nu treno merce si’ tu. / Ma cierti vvote ca te guardo e staie assittato / int’ a chill’uocchie se vede ancora nu surdato”.
E’ dal 25 ottobre che siamo bloccati con l’invio mail. Stesso messaggio: gli indirizzi non esistono e invece sono quelli che usiamo quotidianamente da anni. Centinaia di tentativi di telefonate ai “numeri verdi”. Non rispondono mai per l’intenso traffico … MAI una volta che per sbaglio abbiano risposto. Inviate mail da altro indirizzo, perchè dal nostro era impossibile. Ci hanno detto di scritto di cambiare password, l’abbiamo cambiata ma non abbiamo risolto nulla.Abbiamo riscritto. Nessuna risposta. Risultato Abbiamo aperto altro indirizzo questa volta gmail. Comportamento veramente poco serio. Anche il nostro è un ufficio ed è impensabile restare giorni e giorni senza poter comunicare via mail. Cosa sta succedendo alla Telecom?