Venezia 2017, il Leone d’oro va a The Shape of Water di Guillermo del Toro

Secondo pronostico il Leone d'oro. Diverse sorprese invece tra gli altri premi, che la giuria ha assegnato a film di chiaro impegno civile. L'Italia torna a casa con il premio per l'attrice a Charlotte Rampling, per "Hannah" di Andrea Pallaoro, e il riconoscimento per il miglior film della sezione Orizzonti a "Nico 1988" di Susanna Nicchiarelli.

Venezia 2017 Leone d'oro a The Shape of Water di Guillermo del Toro

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Venezia 2017, il Leone d’oro va a The Shape of Water di Guillermo del Toro. Nella troppo lunga serata presentata in Sala Grande al Lido dal padrino Alessandro Borghi, la giuria presieduta da Annette Bening ha emesso un responso atteso, dato che il fantasy intriso di storia (la Guerra fredda) del regista messicano, film sulla diversità e il politicamente corretto, era uno dei grandi favoriti della vigilia. “C’è un momento nella vita di ogni regista in cui si decide di rischiare tutto, davvero” – ha detto il vincitore, che ha definito il suo film “una parabola”.

Se il premio principale ha seguito le previsioni della vigilia, per quanto riguarda gli altri riconoscimenti ci sono state diverse sorprese: la sottovalutazione, in primo luogo, dell’altro titolo più gradito dagli addetti ai lavori, Three billboards outside Ebbing, Missouri, per il quale il regista Martin McDonagh si è dovuto accontentare del premio per la sceneggiatura, in verità eccellente, accettato con visibile delusione.

In apertura di serata, Annette Bening ha premesso che la giuria “ha preso il suo lavoro molto sul serio e ha parlato sempre molto apertamente”. E la logica seguita è stata quella di premiare i film portatori di un messaggio, latori di un chiaro impegno civile o umano. Si spiega così il Gran Premio della Giuria a Foxtrot di Samuel Maoz – che aveva già vinto un Leone d’oro con Lebanon -, storia di una famiglia che attraversa il dolore della perdita del proprio figlio in guerra. E lo stesso ragionamento ha portato alla scelta del migliore attore a Kamel El Basha per The Insult di Ziad Doueiri, che racconta il duro contrasto tra un palestinese e un libanese di fede cristiana, un film le cui quotazioni erano improvvisamente cresciute nelle ultime ore, tanto che si cominciava a parlare insistentemente di Leone d’oro.

Parla italiano il premio alla migliore attrice, l’unico riconoscimento ottenuto del nostro cinema, che è andato, con standing ovation annessa, a Charlotte Rampling, che ha vinto con l’intenso, difficile one woman show Hannah di Andrea Pallaoro, regista trentino di stanza a Los Angeles. “L’Italia è la mia fonte di ispirazione – ha detto l’attrice – ho cominciato a lavorare qui a 22 anni con Gianfranco Mingozzi, e poi ho recitato con Visconti, Cavani, Adriano Celentano (sì, Yuppi du!), Gianni Amelio. Per me è importante essere qui per un film girato da Pallaoro, un regista che rappresenta la nuova generazione, mentre io appartengo alla vecchia. Questa cosa mi fa sentire veramente connessa”.

Risponde alla stessa filosofia di impegno civile il premio alla regia, consegnato a un commosso Xavier Legrand, per Jusqu’à la garde, tradizionale racconto di guerra di famiglia in un interno, una separazione coniugale di cui fanno le spese i figli; questo film ha ottenuto anche il Leone del Futuro per la migliore opera prima. Scontato invece il premio Marcello Mastroianni per il miglior giovane attore, andato a Charlie Plummer, protagonista di Lean on Pete di Andrew Haigh, con il vincitore ad augurarsi di seguire le orme del monumentale attore italiano cui il premio è intitolato.

L’Italia dal concorso ha ricavato “solo” il premio per la migliore attrice quindi, e son rimasti a bocca asciutta i Manetti Bros., il Paolo Virzì in trasferta americana, Sebastiano Riso. Ma c’è da festeggiare un altro risultato importante, il premio per il miglior film della sezione Orizzonti, che la giuria presieduta da Gianni Amelio ha dato, specificandolo anche come omaggio alla sua grande protagonista Trine Dyrholm, a Nico 1988 di Susanna Nicchiarelli. Un altro risultato ragguardevole per la Vivo Film di Marta Donzelli e Gregorio Paonessa, titolari di uno dei migliori catalogi di ricerca del cinema italiano di questi ultimi anni, da Le quattro volte di Michelangelo Frammartino a Vergine giurata di Laura Bispuri. Peccato, solo, che la giuria non sia riuscita a dare un riconoscimento anche al bel lungometraggio d’animazione napoletano Gatta Cenerentola, uan delle maggiori sorprese del cinema italiano di questo Venezia 2017.

E adesso, alle 21, la chiusura del festival con la proiezione fuori concorso di Outrage Coda, il nuovo film di Takeshi Kitano.

Ecco la lista completa dei premi di Venezia 2017.

Leone d’Oro per il miglior film: The Shape of Water di Guillermo del Toro
Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria: Foxtrot di Samuel Maoz
Leone d’Argento – Premio per la migliore regia: Xavier Legrand, Jusqu’à la garde
Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile: Kamel El Basha, The Insult
Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile: Charlotte Rampling, Hannah
Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice: Charlie Plummer, Lean on Pete
Premio per la migliore sceneggiatura: Martin McDonagh, Three billboards outside Ebbing, Missouri
Premio Speciale della Giuria: Sweet Country di Warwick Thornton

Sezione Orizzonti
Miglior film: Nico 1988 di Susanna Nicchiarelli
Migliore regia: Vahid Jalilvand, No Date, No Signature
Premio Speciale: Caniba di Lucien Castaing-Taylor e Verena Paravel
Miglior interpretazione maschile: Navid Mohammadzadeh, No Date, No Signature
Miglior interpretazione femminile: Lyna Khoudri, Les Bienheureux
Miglior sceneggiatura: Los versos del olvido di Alireza Khatami
Miglior cortometraggio: Gros Chagrin di Céline Devaux

Leone del Futuro Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”
Jusqu’à la garde, Xavier Legrand

Venice Virtual Reality
Miglior Film VR: Arden’s Wake (Expanded) di eugene YK Chung
Migliore Esperienza VR: La camera insabbiata, di Laurie Anderson e Huang Hsin-Chien
Migliore Storia VR: Bloodless di Gina Kim

Premio Venezia Classici
Miglior Film restaurato: Va’ e vedi di Elem Klimov
Miglior Documentario sul cinema: The Prince and the Dybbuk di Elwira Niewiera e Piotr Rosolowski