Gabry Ponte intervista David Guetta: tra Eiffel 65 e Justin Bieber, chiacchierata da dj a dj (video)

David Guetta si racconta a Gabry Ponte tra aneddoti e dettagli sulla sua professione.


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Gabry Ponte intervista David Guetta per #WarnerSquad dando vita a un’interessantissima chiacchierata di una decina di minuti da dj a dj.

L’autore di Ma Che Ne Sanno I 2000 aveva annunciato proprio ieri che una sua intervista alla leggenda della musica dance fosse in arrivo su Youtube, e come promesso oggi il video è stato reso disponibile online.

Gabry Ponte intervista David Guetta per una decina di minuti, scambiando con il dj francese diversi aneddoti. Guetta ha riconosciuto immediatamente in Gabry Ponte uno degli autori della hit Blue, grande successo del 1999 del gruppo Eiffel 65, di cui Ponte ha fatto parte insieme a Jeffrey Jey e Maury.

Guetta ha recentemente creato il bootleg di Blue insieme a Bebe Rexha, brano che ha esplicitamente detto di non amare suonare dappertutto, ma che ha voluto proporre ad Ultra Music Festival per testarne la reazione, che è stata immensa, “ma ci sto ancora lavorando!”.

Gabry Ponte ha chiesto a David  Guetta quando e come riesca a produrre nuova musica, dal momento che viaggia per il mondo durante tutto l’anno. Guetta ha raccontato di comporre non solo attraverso il suo portatile, come suggerito da Ponte, ma anche grazie ai 4 mesi di pausa a Los Angeles, dove ha uno studio di registrazione, e ai 3 mesi estivi che passa a Ibiza.

Gabry Ponte ha ricordato che David Guetta è stato il primo dj a lavorare in featuring con grandi nomi della musica pop, da Justin Bieber a SIA, lanciando un vero e proprio trend che è stato ispirazione per molti dj e che per Ponte stesso ha “cambiato il modo in cui la musica elettronica era percepita“, rendendola più mainstream.

Guetta ha raccontato di avere trovato difficoltà nel superare i pregiudizi del pubblico americano, stupito del fatto che un brano venisse attribuito a lui oltre che al cantante che prestava la voce al singolo: “Perchè trovare così shoccante che qualcuno che scrive la canzone, compone la musica e produce il brano abbia il suo nome sul disco, e ritenere invece normale attribuirlo a un cantante che lavora quattro ore in studio e poi va a casa?”

L’intervista è poi continuata tra aneddoti e un parere sulla scena francese, che oggi si sta imponendo con grande grinta grazie ad artisti come Daft Punk, Martin Solveig e Bob Sinclar.

Il video completo dell’intervista può essere visto qui: