Bran visualizza e non risponde in Game of Thrones 7×04: diario di un Lettore Disperato, giorno 14

Il Lettore Disperato dice la sua sull'episodio 7x04 "The Spoils of War" di Game of Thrones, andato in onda domenica 6 agosto

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Il Lettore Disperato ci tiene a precisare una cosa di vitale importanza: non ha guardato Game of Thrones 7×04 leakato. Ha aspettato che uscisse su Sky Atlantic, in maniera legale: è pur sempre un paladino della giustizia, e il suo amore-odio per HBO fa sì che si schieri contro gli hacker e a difesa del duro lavoro di chi ha lavorato per produrre l’episodio.

Non è vero.

Lo ha fatto solo perché è viziato e voleva vederlo in alta definizione, altro che quella schifezza di streaming rubato. In alta definizione, come le sue lamentele senza fine.

L’episodio si apre con la peggiore delle visioni per il Lettore Disperato: Bronn, l’uomo cinepanettone, quello che silurato anche da Boldi e De Sica è stato assunto per fare da spalla comica non richiesta in Game of Thrones. Ce l’eravamo scampato durante la presa di Alto Giardino, ma niente da fare, si ripresenta in tutta la sua fastidiosa inutilità mentre i soldatini dei Lannister portano l’oro di Olenna a mamma Cersei.

Sono due interminabili minuti quelli in cui Bronn si lamenta di non venire ricompensato (per cosa?) con un castello, mentre Jaime gli risponde che quando vinceranno la guerra “tutto ciò che il sole tocca sarà il suo regno” (cit.). Meno male che arrivano quei due simpaticoni dei Tarly a togliere il Lettore Disperato dall’impiccio di questo terrificante siparietto.

Cersei intanto continua le trattative con Tycho Nestoris, quello che il Lettore Disperato pensava che da bravo Braavosiano (pun intended) fosse contro la schiavitù. Addirittura si era convinto che stesse bluffando, per fregare Cersei in qualche maniera sfruttando la sua ignoranza in materia di storia di Essos. #einvece

L’oro sta arrivando, credimi, i debiti li pago, tanto poi ho in mente di comprarmi un altro paio di eserciti quindi mi servono altri prestiti. In tutto questo, al Lettore Disperato non sfugge che Qyburn sta trattando con la Compagnia Dorata – la Compagnia Dorata! Quella dei romanzi! Quella di Aegon Targaryen! Ed è a questo pensiero che gli scende la prima lacrimuccia della giornata. Chissà cosa combineranno alla povera Compagnia Dorata.

Ma non è il momento di pensare a quello che non è stato o a quello che sarà, perché a Grande Inverno è in corso un momento topico: approfittando del fatto che non si può muovere, Ditocorto sta facendo una dimostrazione dei coltelli Miracle Blade davanti al povero Bran Stark.

“Il manico ha una rientranza per una presa comoda”

Ma Bran come al solito risponde dicendo la prima cosa che gli viene in mente:

“Il caos è una scala”

e mi sa che non sarà tra le prime cinquanta telefonate per ricevere anche le forbici trinciapollo e lo spremiagrumi.

Tra parentesi. Il Lettore Disperato sa perfettamente a cosa si riferisca Bran con la sua frase, a suo tempo pronunciata dallo stesso Ditocorto. Come si sente potente quando coglie le citazioni.

Tra parentesi #2. Il Corvo con Tre Occhi non dovrebbe sapere perfettamente a chi appartiene quel maledetto pugnale? Non era lui quello delle risposte?

Intanto è arrivata Meera, che è ancora convinta che la collezione autunno/inverno oltre la Barriera sia di moda a Grande Inverno. Hanno provato a offrirle un vecchio vestito di Sansa, ma ha risposto che forse vestita così la prendevano come comparsa nel remake di Attila Flagello di Dio ora che il suo tempo in Game of Thrones è terminato.

L’addio tra Meera e Bran è certamente uno dei momenti più toccanti mai raggiunti da questa serie tv.

“Mio fratello è morto per te. Hodor e Estate sono morti per te. Io sono quasi morta per te”

A Grande Inverno, con un tempismo a dir poco perfetto – ma non mi dire – è arrivata pure Arya Stark. “Fatemi passare che sono Arya Stark e vivo qui” dice ad Asterix e Obelix all’entrata, che ci mettono otto nanosecondi a mandarla elegantemente a “fuck off” (non c’è bisogno di una traduzione, no?). Lei fa l’esperta, conosco Jon, conosco Sansa, lei non sa chi sono io, mi faccia entrare o la faccio licenziare.

Fortuna che tutto si risolve pacificamente, e il Lettore Disperato deve ricacciare indietro una lacrimuccia: che bello questo fantasy in cui Sansa e Arya si reincontrano a Grande Inverno sane e salve, sembra così reale. Il suo cuoricino esplode quando sente nominare Jon e la sua felicità nel rivedere la sorellina. Troppe gioie nel giro di troppi pochi minuti, il Lettore Disperato non è abituato. Dategli un attimo.

Ah Arya, ti devo dare una notizia bellissima dice Sansa dopo che si sono raccontate un po’ di sfighe, Bran è qui e sarà contentissimo di vederti, vedrai.

In effetti Bran non vedeva l’ora di fare ancora un po’ lo smargiasso coi suoi poteri da Corvo, tant’è che il furbone sa pure della lista dei nomi di Arya. Allora, dimmi un po’, com’è sta lista? dice allora Sansa, che non può mica essere tagliata fuori da quella che è la riunione di famiglia più imbarazzante del secolo.

“Piena di gente morta, che vuoi farci”

Il tentativo di Bran di alleggerire l’atmosfera col regalo che gli ha fatto zio Ditocorto all’inizio non è dei più brillanti, ma poi da bravi fratelli i tre fanno pace e segue un’entrata trionfale nel cortile di Grande Inverno. Ad assistere ci sono ovviamente Brienne e Pod, paladini delle mancate storyline, che sono due stagioni che vengono mantenuti a ufo a spese degli Stark.

A Dragonstone intanto Daenerys è curiosa delle sconcerie perpetrate da Missandei e Verme Grigio, quelle che per il Lettore Disperato non esistono, ma puntuale come una cambiale arriva Jon Snow a interromperle, proprio mentre Daenerys stava per leggere i risultati del test sul Cioè.

I due si addentrano nella caverna che contiene il Vetro di Drago, ma mica solo quello.

“Voglio mostrarvi qualcos’altro, vostra Grazia”

No, per fortuna no. Per fortuna sono solo delle incisioni rupestri che incredibilmente mostrano il Re della Notte e gli Estranei, dipinti millenni prima dai Figli della Foresta e dai Primi Uomini. Un caso incredibile, non vi pare Vostra Maestà? Ora mi credi Daenerys, eh? Mi aiuti con gli Estranei, sì?

“Combatterò per te”

“Combatterò per il Nord”

“Quando ti inginocchierai”

Giuro, erano secoli che non ridevo così.

Ma il karma fa schifo, perché ad attendere Daenerys fuori dalla caverna ci sono Varys e Tyrion che sembrano Pinco Panco e Panco Pinco. Abbiamo una notizia buona e otto cattive, dunque, abbiamo preso Castel Granito ma abbiamo perso la nonna, Alto Giardino, le navi e uno ziliardo di Immacolati. Non è andata malaccio, no?

Come comprensibile, a Dany salta la mosca al naso. La sua tata prova a calmarla, ma lei se la prende perché pure lui è un Lannister, vedi che alla fine voi uomini siete tutti uguali. Che la bionda come da stereotipo non sia molto furba lo si capisce subito però, con l’abilità che ha di chiedere consiglio sul da farsi a l’unico lì dentro che per definizione non sa proprio niente.

A spezzare la monotonia di Pod e Brienne è arrivata finalmente Arya, pronta a farsi figa con Ago e filo (pessima, lo so) e col suo nuovo pugnaletto. Mentre se le danno di santa ragione, come un novello Cesare sugli spalti del Colosseo c’è Sansa, che le guarda con un’espressione misto schifo che potrebbe benissimo derivare dalla vicinanza eccessiva del Viscido. Non si capisce se non sia appagata dalla trasformazione in Bud Spencer e Terence Hill delle due signorine o se le faccia semplicemente schifo la vita. Sansa is the new Gioconda.

Er Cipolla non perde l’opportunità di sfottere un po’ Jon, ché mica mi vuoi far fare il marpione solo a me, dopo che figura ci faccio. Al Re del Nord però non importa mica del gran cu…ore di Daenerys, sta arrivando il Re della Notte, Davos, io l’ho visto, l’ho guardato negli occhi, mi ascolti vero? E intanto Davos a furia di contemplare il cu…ore di Missandei ha raggiunto livelli di empatia finora ritenuti impensabili per i limiti dell’essere umano.

Dopo l’ennesimo pippone su quanto sia buona la Regina Daenerys, che al confronto i venditori porta a porta son meno insistenti, è ora della terza (!) improbabile reunion in due episodi: Theon è sbarcato a Roccia del Drago senza un minimo di vergogna per il solo fatto di esistere, e diciamo che non è proprio la persona che Jon aveva più voglia di vedere nella sua giornata già non così rosea. Maddai Jon, alla fine che ho fatto, ho solo preso Grande Inverno e fatto finta di uccidere i tuoi fratelli, quanto sei permaloso. Anzi, mi fai parlare con Dany che dobbiamo andare a liberare la mia amatissima sorellina?

Peccato che Daenerys abbia ben altro per la testa.

I Lannister sono già pronti per il Ferragosto e hanno invaso una spiaggia libera utilizzandola come accampamento, una pratica contro la quale il Lettore Disperato si schiera pubblicamente qui e ora. I Tarly sono diventati i capi scout, pure il figlio, Peppino, Gianni, Toni, Gaetano, come si chiama lui insomma. Ah sì, Dickon.

Sebbene immerso nei suoi discorsi di cacca (letteralmente), Bronn si dimostra incredibilmente abbastanza furbo da sentire un rumore in lontananza e mettere in allerta i suoi compari.

L’esercito dei kebabbari è arrivato per fare strage di Lannister, ma mica da solo: dietro c’è pure Daenerys con la sua viverna il suo drago, tirato a lucido e spolverato per l’impresa titanica che sta per affrontare, quella di vincere un Guinness World Records per il maggior numero di persone bruciate vive on screen – niente scherzi, accade davvero.

Rogo di Lannister, cavalli che nitriscono, Nunzio Giorgino Dickon Tarly con lo sguardo sconvolto di chi prova una partita al multiplayer appena comprato il gioco e trova nella lobby solo gente al livello 50 con ore di gioco alle spalle. Botte, sangue, violenza alè alè, Daenerys che ha lo sguardo della morte mentre passa il suo aspirapolvere infuocato sulla sporcizia Lannister che c’è per terra. I livelli di epicità sono al massimo anche per il Lettore Disperato.

È qui che Jaime si ricorda che insieme al cesto per la merenda Cersei gli ha dato una balestra ammazza draghi, e manda il suo galoppino sconcio preferito ad attivarla.

(Guardare due volte la scena della gamba mozzata del cavallo di Bronn è stato un trauma, tutto per amore di questo commento. “Things I do for love“.)

La strada tra la balestra e Bronn è lunga e tortuosa, sembra una delle prove di sopravvivenza di Ciao Darwin. Ma per fortuna il Nostro riesce a superarla indenne, raggiungendo l’agognata balestra.

C’è qualcuno di particolarmente contrariato nei riguardi di questa situazione: Tyrion (come lo hanno portato lì? in groppa a Drogon? in sella a cavallo dietro un Dothraki?). Suo fratello Jaime gli fa pena, un po’ fa pena pure al Lettore Disperato a dire il vero, anche se un po’ se lo merita, così impara a star dietro a Cersei ancora alla settima stagione della serie. Non so, ci sono in ballo sentimenti contrastanti.

Qui accade tutto in un attimo: Drogon si becca una freccia nel ginocchio nell’ala grazie alla mira impeccabile del caro Bronn, Daenerys cade in picchiata, si ferma, tenta di rimuovere il dardo dal corpo della creatura. Jaime fa due più due, in un’incredibile dimostrazione di sagacia, si butta verso una lancia e corre all’impazzata verso la sua salvezza.

Quello che Jaime non aveva considerato è che Daenerys non è una sprovveduta. “Oh Drogon,” gli dice nell’orecchio, “Quanti Lannister ci vogliono per accendere una lampadina? Nessuno, fanno luce da soli quando si incendiano“.

E niente, c’è voluto un po’ per capire la dinamica della scena, ma alla fine è andata proprio così: Bronn si butta all’ultimo momento per salvare Jaime dal respiro infuocato di Drogon, scaraventandosi in quelle che apparentemente sono acque basse vicino alla riva, ma che in pratica sono l’ingresso per la Fossa delle Marianne per quanto a fondo sta andando il buon Lannister.

Se volete la mia opinione sulla fine di Jaime, comunque…