Guido Elmi se n’è andato. Io perdo un amico e la musica perde un grande produttore.

Ero stato con lui l’ultima volta al Modena Park e nelle dirette dalla Fonoprint nei giorni scorsi. Era stanco. Tanta bella strada, anche con Vasco, dagli anni ’80 fino a qui. Ciao Guido.


INTERAZIONI: 3254

Oggi Guido Elmi è volato nell’altra dimensione. Sapevo che sarebbe successo presto. Non stava bene. Era stanco. Anche se eccitato dal progetto di fare un altro disco solista, dove continuare a raccontarsi come aveva fatto nel primo “La mia legge”, che mi aveva presentato in una diretta del Barone Rosso il 7 marzo dell’anno scorso.


Guarda la versione integrale qui

Guido l’ho conosciuto assieme a Vasco, all’inizio degli anni 80. Ci siamo divertiti a fare casino nel Sanremo 82, quello di “Vado al massimo”, dove Vasco si mise il microfono in tasca e se ne andò, facendolo cadere per terra e rompendolo.

Fu felicissimo quando recensii sul mensile Tutti Frutti l’album “Bollicine” in apertura (i dischi di italiani andavano messi sempre alla fine) insieme a “Final Cut” dei Pink Floyd e scrissi che con il disco di Vasco nasceva il nuovo rock italiano, mentre i Pink Floyd erano alla fine.

Mi chiese la foto di Vasco al Roxy Bar di Bologna (l’unica volta che c’è stato) da mettere all’interno della copertina del disco “Bollicine” e la foto della copertina di “Va bene va bene così”. Era il periodo dell’amicizia disinteressata fra noi. Lo testimonia questa conversazione accaduta una sera del 1983:

“Red, Vasco domani sera va da Mike Bongiorno”

– Bella cagata

“Ma non canta, parla solo. Mandiamo il video”

– Quale video?

“Quello di “Siamo solo noi”

– Perché esiste? Non lo sapevo.

“No, lo monti tu. Hai tante riprese di concerti”

– Lo monto io?!? E quando?

“Stanotte”

Così mi ritrovai a fare la notte in bianco con Gianni Gitti al mixer video e Guido che dormiva in una branda accanto.

Di episodi così ne ho vissuti tanti. E quando alla fine degli anni ’80 è stato molto male, ho agito perché fosse rassicurato e avesse motivazioni per guarire.

Era un’amicizia silenziosa, fatta di poche parole. Lui non ne usava mai tante. La sintesi e la discrezione erano sue doti straordinarie.

Negli ultimi giorni l’ho incontrato nelle due date del Modena Park. Ho acceso la telecamera e gli ho chiesto: “Chi l’avrebbe mai detto?”

Lui mi ha risposto che lui sì, lo aveva pensato appena incontrò Vasco. Per vari motivi che mi ha elencato. Certo non si aspettava un boom da record mondiale, ma tanto successo sì.

Sono poi stato insieme a Guido due giorni, una settimana fa alla Fonoprint per il BMA (Bologna Musica d’Autore). Io presentavo e facevo la diretta sulla mia pagina Facebook e lui era nella giuria.  Non stava bene. Infatti lo guardavo durante ogni esibizione per aspettare un suo cenno se potevo o no andare da lui col microfono per un commento. Poi è accaduta una cosa strana. Mentre i nostri sguardi si sono incrociati, gli ho fatto l’occhiolino. E lui a me, con un sorriso complice. Allora ho cominciato a ridere e lui anche. Chi c’era attorno non capiva e si chiedeva il perché ridessimo così di gusto. E per cosa? Adesso so che era il modo con cui ci siamo salutati. Non per sempre. Fino alla prossima vita.

Red Ronnie