Venezia 74, ecco i film in concorso per il Leone d’Oro: Clooney, Aronofsky e tanto cinema italiano

Si preannuncia un'edizione molto ricca della mostra del cinema di Venezia. Grande presenza americana, con Alexander Payne, Guillermo del Toro, Paul Schrader. Ma la nota più interessante è la pattuglia italiana: in concorso, da Virzì ai Manetti Bros.; e nella sezione Orizzonti, dove spicca il cartoon di produzione napoletana "Gatta Cenerentola".

Venezia 74, i titoli in concorso per il Leone d'Oro

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La 74esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, che si svolgerà dal 30 agosto al 9 settembre prossimi, ha svelato i titoli in concorso per il Leone d’Oro in una ricchissima conferenza stampa al cinema Moderno di Roma, presieduta da Paolo Baratta, presidente della Biennale Venezia, e dal direttore della Mostra Alberto Barbera, che hanno svelato anche i titoli in gara nella sezione Orizzonti, dedicata a film rappresentativi di nuove tendenze estetiche ed espressive, e i fuori concorso.

La prima cosa che va detta è che c’è una forte presenza italiana, quattro titoli nel concorso principale e altrettanti nella sezione Orizzonti. E al cinema nostrano il direttore Barbera ha voluto dedicare una riflessione introduttiva: “Siete abituati a sentirmi lamentare sullo scarto tra quantità e qualità dei film italiani. Quest’anno invece i film sono tanti, ma la qualità è molto alta. Film interessanti che esulano dalla solita commedia, e testimoniano la capacità del cinema italiano di confrontarsi con la realtà internazionale, muovendosi tra film d’autore e titoli che cercano un dialogo col pubblico. Forse è una piccola nouvelle vague“.

Ed eccoli gli italiani in concorso a Venezia 74: l’atteso primo film americano di Paolo Virzì, ormai assurto al rango di maestro del cinema italiano, The Leisure Seeker, tratto dal romanzo omonimo di Michael Zadoorian, con una coppia di grandi attori, Donald Sutherland e Helen Mirren, nella storia agrodolce d’una coppia di anziani che intraprende un viaggio sulle strade americane per sfuggire alle cure dei medici e alle attenzioni dei figli adulti.

Poi c’è Ammore e malavita dei Manetti Bros., una presenza che Barbera definisce “una scommessa”, un film che sull’onda del fortunato Song ’e Napule propone un singolare, vitale musical crime con un cast che comprende ancora una volta l’attore feticcio del duo di registi capitolini,  Giampaolo Morelli, che stavolta è un killer con scrupoli di coscienza che deve uccidere l’infermiera Serena Rossi. Completano la compagine italiana Una famiglia di Sebastiano Riso (Più buio di mezzanotte), con Micaela Ramazzotti e Fortunato Cerlino, la storia di una coppia che per garantirsi il diritto alla maternità finisce nelle mani della malavita. E c’è Italia anche in Hannah, di Andrea Pallaoro, regista trentacinquenne ormai di stanza negli Stati Uniti ma nato a Trento, che propone un film integralmente cadenzato sulla sua unica protagonista, Charlotte Rampling.

Tra i titoli in concorso per il Leone d’Oro ovviamente c’è una nutrita presenza del cinema a stelle e striscie, che assicura anche il dovuto glamour a Venezia 74. Il film d’apertura della rassegna era già stato annunciato, Downsizing di Alexander Payne, una storia sul filo del paradosso in cui da Matt Damon e Kristen Wiig sono una coppia che, per migliorare il proprio standard di vita, si sottopone alla procedura del rimpicciolimento. Una conferma rispetto alle previsioni della vigilia è anche Suburbicon di George Clooney, ancora con Matt Damon, Oscar Isaac e Julianne Moore, una black comedy tratta da un vecchio script dei fratelli Coen su quello che si nasconde sotto la superficie di un’apparentemente perfetta famiglia della provincia americana degli anni Cinquanta.

A sorpresa, i rumours ne ritenevano impossibile la presenza, arriva anche il misterioso Mother! di Darren Aronofsky, sul quale lo stesso Barbera mantiene il più stretto riserbo, seguendo probabilmente la volonta della Paramount, che l’ha prodotto. Molto attesi anche Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri di Martin McDonagh, con Woody Harrelson e Frances McDormand, su una donna che inizia una battaglia contro la polizia, che secondo lei non ha fatto quanto dovuto per trovare l’assassino della figlia; e Lean on Pete di Andrew Haigh, con Charlie Plummer, Steve Buscemi e Chloë Sevigny, storia di un ragazzo che, dopo aver rubato un cavallo da corsa, intraprende un viaggio alla ricerca della zia. E c’è anche il regista messicano Guillermo del Toro con The Shape of Water, “il suo film più bello – dice il direttore Barbera -, tra La bella e la bestia e Il mostro della laguna nera“.

Dagli Stati Uniti arrivano anche i titoli di due maestri: la nuova opera della leggenda della New Hollywood Paul Schrader, First Reformed, con Amanda Seyfried e Ethan Hawke, storia di un ex cappellano militare cui muore il figlio, un film che torna sui temi tra colpa e redenzione caratteristici dell’autore. E poi c’è per la prima volta in concorso il quasi nonagenario documentarista Frederick Wiseman, che qualche anno fa a Venezia ha ricevuto anche un Leone d’Oro alla carriera, e che torna al Lido con Ex Libris. The New York Public Library, che racconta ancora una volta un’istituzione pubblica.

Volendo già immaginare dei favoriti, sicuramente non si può dimenticare Abdellatif Kechiche, il regista già Palma d’Oro per La vita di Adele, che porta a Venezia 74 un film dalla lavorazione tribolata, Mektoube, my love: canto uno, probabile prima parte di una trilogia, in cui si raccontano le vacanze sul Mediterraneo di un giovane sceneggiatore posto di fornte a occasioni importanti sia professionali che sentimentali. E singolare è la presenza dell’artista cinese Al WeiWei, con Human Flow, un racconto sul tema delle migrazioni.

Ci sarà tempo per entrare più nel dettaglio di una programmazione ricchissima, che presenta una nuova sezione dedicata alla realtà virtuale, che ha selezionato, come sottolineato dal direttore Barbera, 22 titoli tra i ben 106 ricevuti. E anche nella sezione Fuori concorso tanti sono i titoli intriganti, a partire dalla presenza, già annunciata, di Robert Redford e Jane Fonda con il film targato Netflix Our Souls at Night, diretto da Ritesh Batra, che costituirà l’occasione per consegnare alle due leggende di Hollywood il Leone d’oro alla carriera. Oppure Victoria and Abdul, in cui Stephen Frears ricompone la coppia con la protagonista di Philomena Judi Dench, per raccontare l’amicizia tra la regina Vittoria e il suo segretario indiano. E anche Loving Pablo, di Fernando León de Aranoa, un progetto molto caro a Javier Bardem che vi interpreta, accanto a Penélope Cruz, il ruolo controverso del narcotrafficante Pablo Escobar. Il film di chiusura di Venezia 74, poi, sarà un altro ritorno eccellente: il nuovo film del maestro giapponese Takeshi Kitano, Outrage Coda.

Torniamo ancora una volta però, alle presenze italiane. Alcune fuori concorso: Diva!, di Francesco Patierno, un film dedicato a Valentina Cortese, con otto attrici che la impersonano, da Barbara Bobulova a Carolina Crescentini e Anna Foglietta, racconto tra documentario e fiction, che Barbera assicura pieno di rivelazioni interessanti sulla grande attrice; le prime due puntate della serie Suburra, la prima serie italiana prodotta da Netflix; La voce di Fantozzi, il documentario di Mario Sesti dedicato all’incarnazione più celebre dell’appena scomparso Paolo Villaggio, che compare anche in due interviste inedite; Il Colore Nascosto Delle Cose, di Silvio Soldini con Adriano Giannini e Valeria Golino, la storia dell’amore tra un agente pubblicitario sentimentalmente irresponsabile e una donna non vedente.

In chiusura, la pattuglia italiana nel concorso della sezione Orizzonti. Nico di Susanna Nicchiarelli, già annunciato, dedicato alla cantante e musa dei Velvet Underground, ritratta però nell’ultima e mono nota fase della sua carriera, un progetto prodotto dalla Vivo Film di Gregorio Paonessa e Marta Donzelli, specializzata in un cinema di ricerca spesso sorprendente; lavoro singolare, che ha già destato molta curiosità, è anche quello di Mad Entertainment, la casa di produzione napoletana che s’era già segnalata col bel film d’animazione L’arte della felicità di Alessandro Rak, che aveva vinto un Oscar europeo, che a Venezia presenta Gatta cenerentola, un cartoon raffinato, firmato da un quartetto che oltre a Rak comprende Dario Sansone, Marino Guarnieri e Ivan Cappiello, che rilegge in una chiave noir molto forte la favola di Cenerentola. Chiudono la pattuglia nostrana Brutti e cattivi, di Cosimo Gomez, con Claudio Santamaria e Marco D’amore, un film, assicura Barbera, con una sceneggiatura di solidità statunitense; e La vita in comune, dell’appartato Edoardo Winspeare, con una commedia apparentemente surreale, ma fortemente radicata nelle terre del Salento, ben note al regista.

Film in Concorso
Human Flow, di Al WeiWei
Mother!, di Darren Aronofsky
Suburbicon, di George Clooney
The Shape of Water, di Guillermo del Toro
L’insulte, di Ziad Doueiri,
La Villa, di Robert Guediguian
Lean on Peat, di Andrew Haig
Mektoube, my love: canto uno, di Abdellatif Kechiche
Sandome no satsujin (The Third Murder), di Koreeda Hirozaku
Jusqu’à la garde, di Xavier Legrande
Ammore e malavita, dei Manetti Bros.
Foxtrot, di Samuel Maoz
Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri di Martin McDonagh
Hannah, di Andrea Pallaoro
Downsizing, di Alexander Payne
Jia Nian Hua (Angels Wear White), di Vivian Qu
Una famiglia, di Sebastiano Riso
First Reformed, di Paul Schrader
Sweet Country, di Warwick Thornton
The Leisure Seeker, di Paolo Virzì
Ex Libris. The New York Public Library, di Frederick Wiseman

Sezione Orizzonti
Nico 1988, di Susanna Nicchiarelli
Disappearance, di Ali Asgari
Espèces Menacées, di Gilles Bourdos
Les Bienheureux, di Sofia Djama
The Rape of Recy Taylor, di Nancy Buirsky
Caniba, di Lucien Castaing-Taylor e Verena Paravel
Marvin, di Anne Fontaine
Invisible, di Pablo Giorgelli
Brutti e cattivi, di Cosimo Gomez
The Cousin, di Tzahi Grad
The Testament, di Amichai Greenberg
La Nuit Ou J’ai Nagé, di Damien Manivel e Igarashi Kohei
No Date, No Signature, di Vahid Jalilvand
Los versos del olvido, di Alireza Khatami
Krieg, di Rick Ostermann
West of Sunshine, di Jason Raftopoulos
Gatta Cenerentola, di Rak, Cappiello, Guarnieri, Sansone
Under the Tree, di Hafsteinn Gunnar Sigurðsson
La vita comune, di Edoardo Winspeare