Diciamoci la verità, mancava all’appello solo il buono Amazon da 200 euro su WhatsApp. Sempre per una presunta occasione/evento legata al noto store di Jeff Bezos, sarebbero in distribuzione dei voucher di importo mica trascurabile, ottenibili solo visitando una pagina con un sondaggio alla quale si deve rispondere, o meglio non rispondere per evitare di cadere in una nuova truffa virale che sfrutta proprio l’enorme popolarità dell’applicazione di messaggistica.
Dall’inizio 2017, abbiamo assistito ad un numero considerevole di tentativi di questo tipo: Ikea, H&M, Coop, MediaWorld, Decathlon e chi più ne ha più ne metta. Lo schema del messaggio è sempre identico, anche il testo se vogliamo dirla tutta e dietro la succulenta richiesta del buono Amazon appunto (segnalata per prima dal sito Bufale.net), si cela invece un sondaggio che ha come unico scopo quello di accaparrarsi dati sensibili degli utenti e la maggior parte delle volte, pure iscriverli a servizi a pagamento non richiesti.
Vademecum per smascherare la nuova truffa del buono Amazon da 200 euro: intanto sincerarsi con un semplice click come sul sito ufficiale del rivenditore non è in corso alcuna promozione per voucher regalo dovuti ad un anniversario. Ancora, guardando bene il link che compare nel messaggio di WhatsApp, appare subito come il termine “buono” sia scritto con più “O”, segno evidente che ci troviamo di fronte ad un indirizzo farlocco con minime differenze rispetto all’originale ma con il preciso compito di inretire utenti ignari. Ad ogni modo, capisco pure come sia più semplice cadere in questa trappola rispetto ad altre visto che il noto e-commerce è solito fare promozioni con buoni sconto di notevole importo ma sulla base di partnership con gruppi bancari (ad esempio) per l’apertura di nuovi conti. Insomma, non parliamo certo del caso in corso.
Cosa non fare assolutamente se si è ricevuto il messaggio WhatsApp relativo al buono Amazon da 200 euro? Mai dargli perso né ricondividerlo per aumentarne la sua viralità. Visitando il sito di riferimento (ripeto ancora una volta, falso) si richiederà invece di dare in pasto i propri dati personali a truffatori e nella peggiore delle ipotesi, essere iscritti in maniera automatica a servizi a pagamento non richiesti. Tutti avvvisati insomma.