Multate Telecom, Vodafone, Wind per condotte illecite sul diritto di recesso: perché dovranno pagare 9 milioni di euro

Finalmente una presa di posizione forte contro certe condotte. Violato il diritto di ripensamento.

AGCOM

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Una decisione davvero importante quella presa dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l’Antitrust italiana contro Telecom, Vodafone Wind ma anche Fastweb e Tiscali: le compagnie sono state tutte multate per un valore totale pari a 9 milioni di euro per alcune condotte illecite che riguardano, in maniera principale, il diritto di recesso dei consumatori. Cerchiamo di capirne di più.

Nel mirino del controllo dell’Autorità ci sono soprattutto i contratti chiusi a distanza, online o al telefono, o anche dal vivo ma non presso i negozi brandizzati ma piuttosto nei classici stand dedicati ai servizi di telefonia mobile che fanno la loro apparizione presso centri commerciali o magari in altri punti di interesse, magari nel corso di determinati eventi.

Come accennato in apertura, il focus dell’indagine ha riguardato il periodo di 14 giorni in cui tutti i consumatori possono esercitare il diritto di recesso da un servizio. In sostanza, sia Telecom che Vodafone e e Wind ma pure Fastweb e Tiscali hanno adottato invece la comune pratica non corretta di far partire i contratti direttamente in questo periodo. La legge italiana prevede che in questo periodo  la partenza di una nuova linea deve essere autorizzata espressamente dal cliente e non sta dunque alle aziende prendere iniziative di qualsiasi tipo . Insomma, in mancanza di un’esplicita volontà del richiedente,  le aziende TLC operando nel modo su descritto, non rispettano il cosiddetto periodo di ripensamento garantito dalla normativa.

Per essere ancora più chiari, infine, per quale motivo (in parole semplici) gli operatori coinvolti dovranno pagare, nell’insieme, una multa considerevole di 9 milioni di euro? La loro pratica di attivare una nuova linea o di effettuare una migrazione da altro operatore durante il termine dei 14 giorni previsto per esercitare il diritto di recesso resta un abuso  che ora è stato sanzionato in modo molto chiaro. In mancanza  di qualche richiesta specifica del cliente, infatti, i brand sarebbero stati costretti a non far partire alcun processo di acquisizione del nuovo cliente.